RESINA Tutto quello che avresti voluto sapere

rivestimenti in resina sono uno dei “sogni proibiti” di chi si accinge a ristrutturare casa.

La resina, questa sconosciuta, croce e delizia dello stile contemporaneo.

Non c’è cliente che non abbia quantomeno sognato, richiesto e persino fatto preventivare una parete o un pavimento in questo materiale.

 

Rivestimenti in resina: le risposte alle domande più frequenti

Ma vediamo un po’ meglio di cosa si tratta e perché quello dei rivestimenti in resina è un argomento tutt’oggi spinoso, ma interessante.

 

Nelle case storiche i Rivestimenti in Resina sono incredibili!

Cosa è la Resina?

In edilizia si utilizza una Resina sintetica, per capirci non quella vegetale prodotta naturalmente dagli alberi.

La Resina sintetica, utilizzata per i rivestimenti, è ottenuta attraverso processi chimici industriali.

Non entro qui nel merito della composizione tecnica (per questo c’è sempre Wikipedia), ma è palese che questo materiale, gettato in opera, permette di realizzare superfici continue, senza giunti o fughe, sia a parete che a rivestimento.

Inizialmente era un materiale impiegato per pavimentazioni industriali oltre che in ospedali, centri commerciali e impianti sportivi, per sfruttare la sua elevata resistenza meccanica.

Poi l’utilizzo si è allargato a dismisura, interessando tutto il campo dell’interior design domestico, dai rivestimenti alle porte, ai top cucina fino ai mobili e ai complementi di ogni genere.

 

Le principali tipologie di Rivestimenti in Resina sono 3:

  1. La Resina epossidica, caratterizzata da un’alta resistenza meccanica e termica, che viene impiegata per il rivestimento di pavimentazioni, ma anche per pareti e soprattutto per la realizzazione di forme d’arredo. È presente in commercio anche in forma auto-livellante, che consente di ricoprire un fondo in maniera uniforme.
  2. LaResina acrilica che si trova in commercio in forma liquida e può essere applicata in maniera molto più rapida rispetto alle altre tipologie. Ha qualità elevate di resistenza al calore e ad altri fenomeni climatici, così da essere il rivestimento ideale per le superfici esterne. Può essere abbinata a rivestimenti in metallo, carta, cuoio e tessuti, o ancora, rivestire superfici murarie, come tetti, terrazzi e strutture in calcestruzzo. Ad esempio, la resina acrilica viene impiegata per la sostituzione delle piastrelle situate dietro il piano cottura, ma anche per il rivestimento di mobili ed elettrodomestici.
  3. La Resina cementiziaè ottenuta mischiando insieme cementi e additivi a base di resina e questa particolare composizione rende il materiale un ottimo rivestimento per le pavimentazioni perché resistente agli urti, agli oli e all’umidità. La resina cementizia, stesa per mezzo di una spatola, consente di ottenere una superficie ondulata e unica.

 

Questo è l’effetto generale che si ottiene con un pavimento in resina grigio

 

Rivestimenti in resina per pareti e pavimenti

I rivestimenti in resina sono applicabili sia sui pavimenti che sulle pareti, ma con una diversa composizione.

Infatti, mentre i pavimenti richiedono un supporto maggiore per sopportare le sollecitazioni del calpestio, le pareti possono essere realizzate mediante l’impiego di una Resina decorativa, perché non hanno particolari esigenze di durezza.

 

Dal punto di vista estetico la Resina è un materiale di grande pregio perché, soprattutto per noi architetti, consente di creare una superficie continua, senza le classiche fughe che tanto odiamo.

È uno stato architettonico ideale su cui disegnare un arredamento libero e non dipendente dalle discontinuità delle superfici con cui si confronta. Insomma, una cuccagna per gli occhi e per l’arredatore!

 

Come si Applicano?

La posa della pavimentazione in Resina avviene dopo che il fondo è stato adeguatamente preparato, stuccato e levigato.

Le Resine utilizzate nelle pavimentazioni sono di tipo autolivellante, e cioè si dispongono su una superficie in modo da realizzare una pavimentazione a livello, oppure sono di tipo spatolato, e quindi vanno trattate e carteggiate per ottenere lo stesso effetto.

La posa della pavimentazione in Resina autolivellante richiede l’applicazione di più strati e può essere applicata anche sui pavimenti esistenti senza doverli rimuovere, risparmiando tempo e denaro.

Al termine della posa è necessario attendere alcuni giorni per dare modo ai vari strati di asciugarsi.

Utilizzare rivestimenti in resina per le pareti del bagno

Posso rivestire le pareti del mio bagno con piastrelle?

Certo, è uno dei vantaggi di questo materiale.

Bisogna innanzitutto sgrassare le vecchie piastrelle con alcool denaturato.

In seguito la piastrellatura deve essere rasata con una pasta Primer per ottenere una superficie liscia e omogenea.

Il Primer si applica mediante una spatola liscia in acciaio e sono necessarie due mani, distanziate di almeno 24 ore l’una dall’altra, per ottenere uno spessore coprente di circa 2 mm.

Una volta indurita la mano di fondo, la superficie va carteggiata per eliminare eventuali imperfezioni e ottenere una superficie perfettamente liscia.

Dopo aver asportato la polvere è possibile procedere con l’applicazione della prima mano della resina decorativa.

In funzione dello stile dell’ambiente di destinazione, è possibile scegliere tra una finitura finale liscia o nuvolata, cioè una superficie non omogenea con un’alternanza di zone chiare ad altre leggermente più scure.

 

 

Rivestimenti in resina: PRO e CONTRO

 

Quali sono i reali svantaggi della Resina?

Sono ben noti tutti i pro di questo materiale, dall’aspetto estetico fino alla possibilità di rivestire senza demolire, dalla continuità alla facilità di pulizia.

Nonostante ciò ci sono degli svantaggi, come del resto per ogni materiale.

Ad esempio, un pavimento in resina non è indistruttibile.

Supporta carichi elevati, non si macchia, resiste ai pesi, ma non è indistruttibile.

Un pavimento in Resina va quindi vissuto come un normale altro pavimento di media resistenza, come il legno o la pietra, con il grande vantaggio che è impermeabile ed è continuo.

Non è però duro e durevole quanto il gres.

L’invecchiamento è generalmente causato da graffi, abrasioni, cadute accidentali di oggetti e questi segni del tempo risulteranno più evidenti su pavimenti cromaticamente uniformi e lucidi, dove anche la minima imperfezione tende a risaltare.ina con effetti lucidi e decorativi

La Resina è meno resistente ai raggi UV, che possono provocare così un precoce ingiallimento nelle zone più esposte ai raggi solari, come ad esempio le aree vicino alle finestre.

Per questo motivo è consigliabile scegliere delle tinte tendenti al color beige. Questo rischio non c’è invece con l’uso di Resine cementizie.

 

Se la superficie non è stabile o presenta crepe e rotture, è un rischio posare una Resina perché potrebbe riportare crepe e fessurazioni con il passare del tempo.

I vantaggi dei rivestimenti in Resina sono comunque di gran lunga superiori ai rischi, quindi è un materiale altamente consigliato dagli architetti e interior designer per i suoi pregi e l’emozione che suscita il suo aspetto estetico.

Prima dell’applicazione i supporti devono essere permanentemente asciutti ed esenti da risalite di umidità.
Le temperature limite di applicazione: da +10 °C a +30 °C.
Umidità relativa ambientale: ≤ 75%.

 

11/08/2021

KERAKOLL

Cementoresina® 1

Rasante colorato di fondo per pavimenti Cementoresina®. Design italiano per il benessere abitativo.
Definisce la struttura del fondo e lo strato ripartitore di tensioni del pavimento continuo Cementoresina® da sovrapplicare con il rasante colorato decorativo Cementoresina® 2.
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  • Definisce la struttura del Cementoresina®
21/07/2021

Bonus risparmio idrico, quando e come richiederlo?

C’è aria di novità intorno al bonus risparmio idrico: si attende soltanto in decreto attuativo per dare avvio alla misura che consentirà di ottenere dei benefici dal risparmio d’acqua. La misura è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 (L.178/2020), che ha proposto tra le tantissime agevolazioni che si possono richiedere anche senza ISEE un bonus pensato per premiare coloro che si preoccuperanno del risparmio d’acqua. Scopriamo quando partirà, come richiederlo e tutti i dettagli attualmente noti.

Il nome con cui viene conosciuta questa misura in partenza varia; alcuni lo conoscono come Bonus Rubinetti, altri come Bonus Bagno, ma il nome ufficiale ce lo fornisce l’Agenzia delle Entrate ed è, appunto, Bonus Risparmio Idrico.

La misura è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 (L.178/2020), che ha proposto tra le tantissime agevolazioni che si possono richiedere anche senza ISEE un bonus pensato per premiare coloro che si preoccuperanno del risparmio d’acqua.

Questa agevolazione, infatti, è prevista dal Governo italiano al fine di permettere agli italiani di sostituire sanitari e rubinetterie, in favore di nuove attrezzature a risparmio idrico (inclusi soffioni doccia, colonne doccia e altra rubinetteria).

I fondi a disposizione per il bonus risparmio idrico sono pari a venti miliardi di euro, ma il bonus non è ancora partito.

Scopriamo quando partirà, come richiederlo e tutti i dettagli attualmente noti.

Cos’è il Bonus Risparmio Idrico 2021

Introdotto con l’ultima Legge di Bilancio, nelle intenzioni del legislatore il bonus Risparmio Idrico si propone di offrire aiuto a tutte quelle famiglie italiane messe in ginocchio dalla pandemia, così come tutti gli altri bonus previsti dalla medesima Legge.

L’agevolazione prevede un incentivo economico che permetterà agli italiani non solo di ristrutturare i propri bagni con attrezzature moderne, ma anche di contribuire al risparmio idrico grazie ad idonee rubinetterie.

L’Agenzia delle Entrate è infatti molto chiara nel definire il Bonus Risparmio Idrico, che prevede 1000 euro riservati a persone fisiche (purché residenti in territorio italiano), per la sostituzione di “sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto” e “rubinetteria, i soffioni e le colonne doccia con nuovi apparecchi a flusso d’acqua limitato.”

Spese ammesse per richiedere il Bonus Risparmio Idrico

Ovviamente, non si tratta di un bonus ristrutturazione che può essere fruito per qualsiasi tipo di sostituzione: i sanitari scelti dovranno possedere determinati requisiti.

Per quanto riguarda i vasi sanitari, per poter richiedere il bonus risparmio idrico questi dovranno avere un volume di scarico che non deve superare i sei litri. Sempre in merito ai vasi sanitari, si potrà richiedere il bonus anche per le spese che si dovranno sostenere per la posa e lo smontaggio dei vecchi sanitari (intendendo, con queste opere, sia quelle murarie che quelle idrauliche).

Per la rubinetteria, sono ammesse le spese per la sostituzione con rubinetti e mixer la cui portata non sia superiore, anche in questo caso, a sei litri (al minuto). Anche la rubinetteria della cucina rientra tra le spese ammissibili, così come le opere di smontaggio e smontaggio e/o sostituzione.

Infine, anche colonne e soffioni per doccia rientrano tra le spese ammissibili, purché il flusso d’acqua non sia superiore ai nove litri (al minuto). Rientrano tra le spese ammissibili anche le opere di posta, smontaggio delle vecchie apparecchiature e sostituzione con quelle nuove.

Bonus Risparmio Idrico: perché è stato introdotto

Da quanto visto fino ad ora, il bonus risparmio idrico è previsto per diverse tipologie di interventi migliorativi; l’agevolazione è stata voluta dall’ex Governo Conte con una finalità: quella di limitare i flussi d’acqua in uscita e, dunque, di promuovere il risparmio idrico.

Il tutto, tramite interventi di miglioramento indirizzati a vasi, rubinetteria e docce.

L’installazione di apparecchiature a scarico ridotto consentirà il risparmio idrico sia per la famiglia che deciderà di usufruirne, sia per quanto riguarda le risorse idriche. È anche per questa ragione che, tra le spese ammesse, troviamo anche quelle per la sostituzione della rubinetteria in cucina.

Ovviamente, il risparmio idrico rispetto alla situazione preesistente dovrà essere documentato tramite le specifiche delle nuove attrezzature.

I beneficiari del Bonus Idrico: chi può richiederlo?

L’allora Governo Conte ha pensato al Bonus Risparmio Idrico come ad una agevolazione per tutti, che avesse carattere universale: per tale ragione, non sarà necessario presentare ISEE familiare quando si effettuerà la richiesta e ogni cittadino italiano potrà beneficiarne.

I beneficiari dovranno avere regolare residenza in Italia ed essere persone fisiche; altro dettaglio è che, per la richiesta del bonus risparmio idrico, il luogo per il quale si richiedere il bonus deve essere in fase di ristrutturazioneNessuna regola, invece, per quanto riguarda l’immobile, che potrà essere di qualsiasi tipologia. Insomma, il bonus risparmio idrico è valido anche per condomini e fabbricati.

Unica limitazione: il fatto che il bonus sia legato alle ristrutturazioni, di fatto non rende possibile la richiesta nel caso l’appartamento (o qualsiasi altro tipo di edificio) sia di nuova costruzione.

Il bonus, come già confermato dall’Agenzia delle Entrate, non costituirà reddito imponibile.

Bonus risparmio idrico: come viene erogato?

Le modalità di erogazione non sono ancora note, dato che manca il decreto attuativo che definisca tutti i dettagli del Bonus risparmio idrico; di conseguenza, non sappiamo ancora se il bonus prevederà un rimborso dei mille euro previsti, o se si tratterà di detrazioni fiscali.

Nulla si sa, inoltre, circa le modalità di presentazione della domanda, né se andrà consegnata prima dell’inizio della ristrutturazione dell’immobile.

Sappiamo però che i venti milioni di euro stanziati per il 2021 saranno di pertinenza del Fondo per il risparmio di risorse idriche.

Bonus Risparmio Idrico: a quando il decreto attuativo?

Leggiamo sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate che, dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, sarebbero dovuti passare non oltre sessanta giorni per il decreto attuativo da parte del Ministero dell’ambiente. Tra l’altro, la Legge di Bilancio è valida soltanto fino al 31 dicembre di quest’anno (e, dunque, alla fine dell’anno mancano soltanto pochi mesi).

Eppure, nulla si sa ancora del decreto attuativo che definirà la modalità di presentazione della domanda per il bonus risparmio idrico, così come le modalità di erogazione. Il decreto attuativo era atteso entro fine maggio 2021.

Il fatto che il Governo, durante i mesi passati, abbia subito dei cambiamenti è sicuramente una delle cause del ritardo nel decreto attuativo che renderà la misura operativa. La situazione è ancora bloccata, in quanto il nuovo Governo ha dovuto occuparsi di situazioni più urgenti legate all’emergenza. Il bonus risparmio idrico, dunque, è passato in secondo piano.

Non dobbiamo però disperare: secondo SkyTg24

“Il governo fa però sapere che non si tratta di un bonus cancellato: seppur con ritardo, è entrato nella fase della concertazione con gli altri ministeri coinvolti”.

Dunque, nonostante il ritardo e la mancanza del decreto attuativo, il bonus non è stato sospeso né cancellato; è molto probabile che, durante le prossime settimane, ne sapremo di più.

Altri bonus idrici: il bonus acqua potabile

Nell’attesa del decreto attuativo che renda operativo il bonus risparmio idrico, possiamo contare su un altro bonus legato all’acqua, anche questo previsto dalla Legge di Bilancio (Art. 1, c. da 1087 a 1089): il bonus acqua potabile.

In questo caso si prevede di incentivare delle opere al fine di ottenere un miglioramento della qualità dell’acqua erogata dai rubinetti, non solo per le abitazioni, ma anche per i locali commerciali e aziendali.

Anche il bonus acqua potabile è stato pensato per dare una svolta green al nostro Paese, in quanto, grazie alla diffusione di depuratori e apparecchiature che rendano l’acqua potabile, si favorirà un minor consumo di bottiglie in plastica.

In questo caso, a differenza del bonus risparmio idrico, sappiamo benissimo in cosa consiste il bonus acqua potabile: si tratterà di ricevere un credito di imposta al 50% delle spese che verranno sostenute per l’istallazione di depuratori. Oltre a quelli che si occupano di filtrare l’acqua, sono ammessi anche i depuratori che aggiungono minerali o anidride carbonica: l’importante è che il depuratore scelto depuri l’acqua e la renda disponibile e idonea ad essere potabile.

Il bonus acqua potabile è pari a 1000 euro se richiesto per uso domestico, mentre nel caso in cui sia richiesto per attività commerciali, la spesa per la messa in funzione di depuratori può raggiungere anche i 5000 euro.

In questo caso il bonus non è gestito dal Ministero dell’Ambiente, ma da Enea (l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile); le domande, esclusivamente telematiche, andranno inviate tra il primo e il 28 febbraio 2022, periodo nel quale dovranno comunicare all’ente le spese che hanno effettuato, per l’installazione del depuratore, nell’anno 2021.

Per il bonus acqua potabile il Governo ha stanziato cinque milioni di euro.

Bonus Idrico: aiuti dalle province

Nell’attesa del decreto attuativo che renda operativo il bonus risparmio idrico, comunque, le regioni e, soprattutto, le province, hanno iniziato a muoversi nel tentativo di aiutare le famiglie vessate dalla crisi.

Esistono, infatti, tutta una serie di bonus legati alle risorse idriche che sono attivi a livello provinciale; nella maggior parte dei casi, comunque, si tratta di bonus legati alla presentazione dell’ISEE, a differenza del bonus risparmio idrico nazionale che, invece, è per tutti.

Nella maggior parte dei casi, sono aiuti che consentono ai cittadini particolarmente svantaggiati di ottenere delle agevolazioni sui consumi idrici.

Giusto per citare un esempio, leggiamo sul sito ufficiale del Comune di Garlasco che la provincia di Pavia ha istituito nel 2021 il bonus idrico provinciale, “a favore di utenti domestici in condizioni di disagio economico”.

Le domande, riservate ai possessori di ISEE, potranno essere presentate solo fino al 30 di settembre 2021.

Per il bonus risparmio idrico nazionale senza ISEE, invece, dovremo ancora aspettare il decreto attuativo.

Ristrutturazione bagno: come accedere a detrazioni fiscali

 

Gli interventi di ristrutturazione bagno sono opere importanti, che permettono di dare un nuovo look alla stanza e renderla più funzionale e piacevole da vivere. Tuttavia rappresentano un impegno economico importante che potrebbe apparire difficile da affrontare senza avere accesso alle detrazioni fiscali. Vediamo allora quali sono i passaggi necessari per non perdere questa importante opportunità.

Detrazione fiscale ristrutturazione bagno 2021

La detrazione fiscale ristrutturazione bagno è stata confermata anche per tutto il 2021 dalla nuova Legge Finanziaria, insieme all’Ecobonus, al Bonus Mobili ed al Bonus Verde, e permette di ottenere uno sconto del 50% della spesa totale effettivamente sostenuta per i lavori (comprese quelle di progettazione). L’importo totale ammesso a detrazione è di 96.000€ per cui il limite massimo detraibile è di 48.000€

Per avere diritto alla detrazione i lavori di ristrutturazione bagno non devono interessare solo la sostituzione dei sanitari, ma andare a comprendere anche interventi di rifacimento dell’impianto idrico-sanitario, messa a norma o opere di rinnovamento. La sola sostituzione dei sanitari infatti viene considerata manutenzione ordinaria e non da quindi diritto alla detrazione. Coloro che vogliono approfittare di questa importantissima opportunità per ristrutturare il bagno dovranno conservare tutti i documenti relativi ai lavori effettuati (fatture) e provvedere al pagamento degli stessi attraverso il bonifico bancario o postale. Sul documento di pagamento dovranno essere indicati:

  • gli estremi della fattura a cui si riferiscono (numero e data del documento)
  • la causale del versamento (fare riferimento all’art. 16 del DPR 917/86)
  • i dati anagrafici del beneficiario (compreso codice fiscale o Partita IVA dell’azienda)
  • il codice fiscale di colui che beneficerà della detrazione

Tutta la documentazione dovrà essere conservata con cura e consegnata poi al proprio commercialista per la compilazione del 730 relativo all’anno in cui tale spesa è stata sostenuta. Per gli interventi pagati entro il 31 dicembre 2020 la documentazione rientra nel Mod 730 da presentare entro il 2021, mentre per quelli sostenuti a partire dal 1 gennaio 2021 dovrà essere allegata alla dichiarazione dei redditi da presentare nel 2022.

Come abbiamo detto la detrazione sarà pari alla metà degli importi effettivamente sostenuti nel corso dell’anno. Tale importo verrà suddiviso in dieci rate di uguale importo: se ad esempio abbiamo effettuato interventi che hanno comportato una spesa di 96.000€ (limite massimo) per le ristrutturazioni ci vedremo riconosciuto un bonus di 48.000€ che ci verrà rimborsato in dieci anni con 4.800€ ogni anno.

Una cosa a cui occorre prestare particolare attenzione riguarda la capacità di capienza del soggetto ammesso alla detrazione. La quota annua di rimborso infatti sarà riconosciuta fino al raggiungimento delle imposte versate: una eventuale eccedenza andrà persa e non sarà possibile recuperarla in anni successivi. Supponiamo ad esempio il caso di due coniugi che decidono di effettuare lavori di ristrutturazione bagno nel proprio appartamento e che uno dei due abbia un reddito basso su cui le ritenute Irpef sono minime o inesistenti: se nel documento di pagamento (bonifico bancario o postale) indicasse il proprio codice fiscale come beneficiario della detrazione non potrebbe ottenere il rimborso di 4.800€ all’anno, ma solo il totale delle ritenute da lui subite (una eventuale eccedenza andrebbe persa). 

I soggetti beneficiari della detrazione fiscale ristrutturazione non sono soltanto i proprietari, ma possono essere anche tutti coloro che hanno la nuda proprietà oppure un diritto di godimento sull’immobile, quindi è ammesso a beneficiare della detrazione fiscale ristrutturazione bagno anche l’inquilino. L’agevolazione fiscale riguarda non solo la casa di abitazione, ma anche la seconda casa ed è quindi un’ottima opportunità anche per tutti coloro che hanno intenzione di rinnovare il bagno nella casa al mare o in montagna.

 

Le resine, una nuova idea per interni.

Parliamo delle resine, un materiale che negli ultimi anni è diventato molto di tendenza nel settore dell’interior design.

Molti di voi ne avranno sentito parlare soprattutto per quanto riguarda i pavimenti che costituiscono la loro applicazione maggiore in quanto sono un’alternativa originale ai materiali più tradizionali, come le piastrelle in gres porcellanato, ceramica e cotto, o il parquet o il laminato.

Ma cos’è la resina?  La resina è un materiale ottenuto attraverso processi chimici industriali. Tra le varie resine sintetiche disponibili, quella più comunemente impiegata nell’edilizia per realizzare rivestimenti resinosi per pavimentazioni è la resina epossidica.

Inizialmente il loro impiego è stato soprattutto in campo industriale per la loro capacità di aderire perfettamente al supporto in calcestruzzo, per la rapidità di applicazione e per caratteristiche di resistenza all’usura. Pian piano, grazie ai suoi innumerevoli vantaggi, tra i quali quello estetico in quanto permette di realizzare una pavimentazione omogenea, senza giunti o fughe uniformando la superficie, si è diffuso rapidamente anche nel settore commerciale e residenziale.

Il loro successo è sicuramente legato anche alla possibilità di rinnovare completamente l’immagine di un ambiente senza dover ricorrere a pesanti e radicali opere di rimozione dei pavimenti e dei sottofondi esistenti, con risparmio di costi e tempi di esecuzione. Inoltre grazie al sottile spessore dei manti in resina non si deve neppure ricorrere al taglio di porte ed infissi esistenti. La posa può essere eseguita su qualsiasi superficie, cemento, pietra, piastrelle, purché stabile, perfettamente liscia e priva di umidità.

Inoltre esso è un pavimento praticamente unico! Replicare un pavimento in resina è pressochè impossibile, perfino per lo stesso applicatore. La soluzione diventa perciò una piccola opera d’arte sotto i vostri piedi, da vivere nella sua unicità. In base alle vostre esigenze estetiche e alla scelta dei materiali, si possono ottenere molteplici effetti decorativi, dallo spatolato al nuvolato, dal monocromatico al ‘quadro d’autore’.

L’applicazione della resina è andata ben oltre a quella sul pavimento. Oggi viene anche utilizzata anche come rivestimento per ambienti residenziali, quali camere, bagni, scale, ottenendo dei suggestivi effetti decorativi: si possono ottenere sia superfici lisce come seta che altre di grana naturale dalle differenti texture.

Il Parquet Berti

1. SI PUÒ POSARE IL PARQUET IN BAGNO O IN CUCINA?

Il pavimento in legno può essere posato tranquillamente sia in cucina che nella sala da bagno. L’acqua, infatti, se non ristagnante, non danneggia il parquet.Soprattutto per quanto riguarda il bagno, sarà importante ponderare con attenzione la tipologia di parquet da posare (formato, specie legnosa e protezione).
Le specie legnose più stabili a contatto con l’umidità sono il Doussiè, Merbau, Iroko e Teak.
Il Rovere richiede una certa cautela, perché a contatto con l’umidità tende a creare macchie nerastre causate dalla fuoriuscita di tannino, molto presente in questa specie legnosa. Se è previsto un uso intensivo della sala da bagno, perché trattasi del servizio principale in cui sono più frequenti i lavaggi e la presenza dei bambini, sarà importante garantire la superficie del parquet con un progetto intensivo di protezione. In ogni caso, per una fruizione più serena e limitatamente alla zona doccia, vasca, WC e bidet, si consiglia di impiegare una pavimentazione di servizio, realizzata in materiale lapideo o ceramico. È comunque consigliabile, per avere buona cura dei pavimenti, aprire sempre le finestre ed aerare i locali dopo l’utilizzo di docce o simili per eliminare l’eventuale umidità che si fosse depositata all’interno delle stanze ed evitare che questa possa alterare i pavimenti.

2. QUALI SONO LE PRINCIPALI QUALITÀ’ E CARATTERISTICHE TECNICHE DEL PARQUET?

Il pavimento in legno spicca per qualità estetiche, durabilità e resistenza all’usura, buone performance alle sollecitazioni meccaniche e vibrazionali, ottimo isolamento termico e acustico.  Tra le altre proprietà, la resistenza al calpestio, grazie alla innata durezza dei legnami e la grande elasticità che rende il parquet particolarmente adatto agli impianti sportivi. Bisogna poi considerare la lunga conservazione del parquet nel tempo e la possibilità di ripristinarlo o rinnovarlo facilmente, attraverso lucidatura e levigatura.
Ultimo ma non meno importante, il pavimento in legno rappresenta una scelta che rispetta l’ambiente essendo assolutamente sostenibile, in quanto si tratta di un prodotto interamente riciclabile a differenza di quanto accade per il laminato, la ceramica, il marmo e prodotti simili.

3. CHE DIFFERENZA C’È TRA PARQUET E LAMPARQUET?

Per “parquet” si intende il prodotto in generale, suddiviso poi in diverse tipologie: il parquet “tradizionale” in legno massello, il parquet “prefinito”, costituito da una sola parte di legno nobile, etc. Il “lamparquet” è un parquet di legno massello con spessore dagli 8 ai 10 mm, lunghezza dai 250 ai 300 mm, larghezza dai 45 ai 65 mm. Tali dimensioni sono stabilite dalla Normativa UNI 4375.

4. QUALE FINITURA È MIGLIORE: AD OLIO O A VERNICE?

La scelta della finitura è molto soggettiva: dipende dal risultato estetico e dalle sensazioni che si vogliono ottenere dal proprio parquet. La finitura a olio regala al pavimento in legno un effetto di grande naturalità, mentre quella a vernice mette in evidenza e valorizza le tonalità, i cromatismi dei tessuti legnosi. Al di là dell’aspetto estetico, però, la finitura deve anche garantire le performance funzionali del parquet. In generale, visto che l’olio richiede più cura e manutenzione, molto spesso si opta per la finitura a vernice.

5. COSA SONO I PAVIMENTI IN LAMINITO E MELAMINICO?

I pavimenti in laminato non hanno nulla a che fare con i pavimenti in legno. Rispetto ai più nobili e pregiati parquet, infatti, sono dei rivestimenti di tipo decorativo che, sfruttando l’esistenza delle resine melamminiche applicate sulla loro facciavista, “sfoggiano” un aspetto molto simile a quello dei pavimenti in legno. Costruiti con materiali di supporto derivati dal legno, come truciolari, MDF o HDF, sono molto sensibili ad eventuali variazioni di umidità ambientale. La resistenza all’usura del pavimento laminato è certamente maggiore rispetto ad una superficie lignea, ma non potrà mai dirsi giustificata per un normale uso in abitazioni civili, dove sono comunque richiesti requisiti qualitativi che solo il legno, con la sua naturalità e genuinità, può offrire. Non solo: il parquet in legno è più resistente rispetto al parquet laminato e anche rispetto ad una superficie di ceramica che, urtata inavvertitamente da un corpo duro, può scheggiarsi e frantumarsi in più parti.

6. COS’E’ L’MDF?

L’MDF (Medium Density Fibreboard), conosciuto anche come Medium Density è la stuttura del parquet in laminato ossia il materiale principale con cui sono costituiti i pavimenti in laminato che poi utilizzano appunto laminato plastico o melaminico come material di finitura. Con l’acronimo MDF si intende un derivato del legno: un pannello di fibra a media densità prodotto per via secca, normalmente realizzato utilizzando un adesivo a base di urea-formaldeide. L’MDF, che è molto diffuso, fa parte della famiglia dei “Pannelli di Fibra”, famiglia che si suddivide in tre categorie distinte in base al processo impiegato e alla densità: bassa (LDF), media (MDF) e alta (HDF).

7. SE UNA POLTRONCINA DOTATA DI RUOTE LASCIA TRACCE SUL PARQUET,  È UN DIFETTO DELLA FINITURA A VERNICE?

Eventuali tracce lasciate sul parquet dalle ruote di potroncine e simili non sono assolutamente da imputare a un difetto di finitura. Tale evenienza può realizzarsi a causa dell’azione meccanica esercitata dalle ruote che, alterando la perfetta planarità del film di vernice, sviluppano piccoli solchi visibili solo in controluce. Per evitare ulteriori tracce, basterà sostituire le ruote della poltrona con apposite ruote gommate, più elastiche della vernice e quindi meno dannose. Subire variazioni nel tempo, è una peculiarità del pavimento in legno e delle sue caratteristiche fisiche: per questo deve essere usato e “vissuto” senza pregiudizi funzionali eccessivi o condizionanti.

8. IL PARQUET PUÒ’ ESSERE POSATO SU PAVIMENTAZIONI PREESISTENTI?

Il parquet non presenta problemi per la posa nel caso in cui il sottofondo preesistente sia costituito da pavimenti solidamente fissati al sottofondo come nel caso di piastrelle, ceramiche, marmo e derivati, pietra. La posa può avvenire senza controindicazioni dopo avere verificato che ci siano tutti i requisiti previsti per un perfetto sottofondo. Sono invece incompatibili alla posa di un parquet la moquette, il PVC, il linoleum: questi vanno rimossi dal fondo assieme a qualunque traccia di vecchio collante.

9. SI PUO USARE IL PARQUET SULLA CERAMICA?

La posa del parquet può tranquillamente essere effettuata direttamente su un pavimento in ceramica. È obbligatorio però eliminare prima qualunque residuo di cera, sporcizia o grasso depositati nel tempo. La loro presenza, anche se minima, potrebbe infatti impedire un incollaggio efficace del parquet. Si suggerisce poi di levigare la ceramica, in questo modo il collante avrà proprietà fissanti e aggancianti ancora maggiori.

10. PER RIDURRE I RUMORI SI POSSONO ADOTTARE ACCORGIMENTI SPECIFICI?

Nel caso in cui per la propria abitazione si decida di posare del parquet ci sono diverse strategie per ridurre i rumori che dipendono dal tipo di abitazione in esame. Nel caso si tratti di una casa nuova, e quindi ancora in fase di costruzione, è compito del progettista e del costruttore rispettare la normativa vigente in materia di abbattimento dell’inquinamento acustico. Nell’ipotesi in cui, invece, si voglia migliorare l’isolamento acustico di una casa già abitata, è da verificare caso per caso quali accorgimenti adottare (una possibilità è data dalla posa flottante che prevede uno strato di isolamento termo-acustico).

11. QUANTE LEVIGATURE SI POSSONO EFFETTUARE SU UN PREFINITO? 

Un parquet prefinito può tranquillamente tollerare 2/3 levigature, dette anche lamature. Nel caso in cui si proceda alla levigatura prima che il pavimento si sia già usurato o danneggiato, e prima quindi che siano presenti incisioni o lamature profonde, si possono effettuare fino a 3/4 levigature. Lo strato superficiale nobile del prefinito, però, non deve essere inferiore ai 2,5 mm.

12. QUANTE LEVIGATURE SI POSSONO EFFETTUARE SU UN PARQUET TRADIZIONALE?

Un parquet tradizionale può ammettere dalle 2/3 levigature in maniera del tutto simile a quanto accade per il parquet prefinito considerando il fatto che lo spessore totale di un listoncino da 14 mm MF di tradizionale ha generalmente il medesimo spessore dello strato nobile di un parquet prefinito. Si deve però considerare che la verniciatura del prefinito ha comunque una durezza e una resistenza superiore rispetto a quella effettuata durante la posa in opera di un tradizionale e quindi porre una attenzione ancora maggiore per quella che ricordiamo essere una operazione di manutenzione straordinaria che preferibilmente va effettuata da personale specializzato.

13. IL PARQUET È COMPATIBILE CON IL SISTEMA DI RISCALDAMENTO A PAVIMENTO?

Quando si parla di riscaldamento a pavimento la scelta di utilizzare il legno è quella ottimale dato che il parquet, materiale isolante per natura, impedisce che ci sia contatto diretto con il calore emesso dai pannelli radianti, permettendo così al calore di distribuirsi con modalità costante e “delicato”. Tutti i prefiniti sono idonei alla posa su impianti di riscaldamento a pavimento, perché dotati di un supporto multistrato inciso in più parti, che permette di diffondere il calore omogeneamente, su tutta la superficie.

14. IL PREFINITO È IDONEO ANCHE AL SISTEMA DI RAFFRESCAMENTO? 

Sì, il parquet prefinito può essere posato senza problemi sul massetto raffrescante, dato che il legno inibisce le variazioni di umidità e di compensazione. Tra l’altro, la normativa di riferimento è la medesima e generalmente l’impianto che riscalda è anche lo stesso che raffresca. Va aggiunto però che le tecnologie di questi impianti sono in continua evoluzione. Occorre pertanto porre particolare attenzione alla progettazione termotecnica del sistema massetto-pavimento necessario per il pavimento in legno, che dovrà rispondere ad alcune semplici regole:

  • garantire un adeguato scambio termico con l’ambiente da riscaldare, per non vanificare le economie di esercizio permesse dal sistema;
  • mantenere un adeguato microclima locale, sia in condizioni di regime variabile, sia in esercizio.

È importante poi assicurarsi sempre che l’impianto venga messo in pressione, per ovviare a qualunque problema nelle serpentine e attuare il pre-ciclo di riscaldamento/raffreddamento prima della posa.

15. PER ELIMINARE I RESIDUI DI COLLA UN POSATORE HA ERRONEAMENTE UTILIZZATO DELL’ALCOOL CREANDO DELLE ANTIESTETICHE MACCHIE LUCIDE: CHE FARE PER RIMEDIARE AL DANNO?

Una premessa importante: appena terminata la posa del parquet è assolutamente fondamentale rimuovere all’istante i residui di colla e non aspettare la fine del lavoro per farlo. La rimozione del collante, una volta catalizzato, con ripetuto strofinio della superficie, ha l’effetto di provocare degli aloni più lucidi sul pavimento in legno, causati da una reazione chimica. Anche la scelta di utilizzare l’alcool va sconsigliata. Nel caso specifico degli aloni, l’unica cosa da fare è carteggiare con cura la superficie del parquet e procedere con una nuova verniciatura del pavimento.

16. È POSSIBILE UTILIZZARE L’ALCOOL PER LA PULIZIA DEL PARQUET?

L’utilizzo dell’alcool per la pulizia del parquet tocca una questione abbastanza delicata. È molto importante utilizzare una particolare attenzione riguardo la concentrazione dell’alcool, perchè strofinare il pavimento in legno con l’alcool può aggredire la vernice del parquet rovinandola irreparabilmente. Consigliamo di utilizzare una minima concentrazione di alcool per sgrassare la superficie del pavimento, in modo da non provocare danni.

17. SI SONO DEPOSITATI DEI RESIDUI DI POLVERE BIANCA NELLE VENATURE DELLA SPAZZOLATURA: A COSA PUÒ ESSERE DOVUTO E COME SI PUÒ RISOLVERE?

Molto probabilmente il problema è da imputare alle polveri di cantiere. Anche se i lavori vengono svolti in altre aree, le polveri sottili di pitture, cartongessi e materiali simili sono volatili e si diffondono con più facilità di quanto si possa immaginare. Le polveri di gesso una volta a contatto con l’acqua si solidifica: cercando di pulire il parquet il problema viene invece inconsapevolmente aggravato. Il comportamento corretto da seguire quando ci sono lavori in casa, e c’è un’area pavimentata con parquet prefinito con finitura spazzolata è di coprire l’intera area per tutta la durata dei lavori, in modo da impedire alle polveri di depositarsi sulla superficie del pavimento in legno e sulle caratteristiche rigature tipiche di tale pavimentazione. Il problema esposto accade di frequente. La soluzione è l’utilizzo di un additivo specifico (B074) a base di olii naturali, che dovrà essere utilizzato da personale qualificato.

18. QUANTO PUÒ DURARE UN PARQUET?

In un’abitazione normale, con un numero di 4/5 persone, il parquet può durare anche più di cent’anni. Sia che si tratti di parquet tradizionale che di parquet prefinito. A tale proposito e a dimostrazione della straordinaria durata dei pavimenti in legno, va ricordato che nei palazzi storici esistono pavimenti antichi, trattati a cera e senza verniciatura, ancora accettabili.

19. IL PARQUET SI ROVINA FACILMENTE?

Un pavimento in parquet può essere molto resistente, contando che è protetto da una buona vernice, e avendo l’accortezza di viverlo e trattarlo con la dovuta cura. Cosa fare per non rovinare il parquet? Senz’altro è bene evitare l’aggressione di agenti esterni che possono graffiare la superficie del pavimento in legno come: sfregare la superficie del parquet, lasciare cadere oggetti appuntiti, lasciare depositare acqua di ristagno, e camminare con le scarpe con tacco. Anche le unghie degli animali domestici rappresentano un fattore di aggressione. Nel caso del parquet, la parte che maggiormente si usura con il passare degli anni è lo strato di finitura che pertanto va preservato con attività di pulizia accurate e regolari e una manutenzione ordinaria portata avanti nel tempo.

20. È MIGLIORE LA POSA FLOTTANTE O MEDIANTE INCOLLAGGIO?

La scelta della tipologia di posa per il proprio parquet dipende dalle condizioni di partenza dell’ambiente in cui si andrà a posare il nuovo pavimento in legno. Molto spesso la posa galleggiante o flottante del parquet viene scelta nel caso in cui ci sia il desiderio di non intaccare il pavimento sottostante o comunque non lo si voglia intaccare. D’altro canto la scelta della posa incollata del parquet dà sicuramente una maggiore garanzia di stabilità nel tempo. Le tavole di legno, infatti, sono fissate e incollate. Nella posa flottante, invece, le tavole di parquet sono semplicemente appoggiate, e non avendo alcun aggancio o costrizione, al variare della temperatura, ma soprattutto dell’umidità ambientale, sono più soggette a deformazioni o fessurazioni.

21. C’È UN’AMMACCATURA SUL PARQUET: COSA FARE?

Nel caso in cui si tratti di parquet prefinito, è possibile sostituire solo la tavola danneggiata. Se si tratta invece di un parquet tradizionale ammaccato si dovrà procedere effettuando una levigatura dell’intera superficie del pavimento, non limitandosi solo alla parte ammaccata. Il ripristino localizzato e su un unico pezzo tramite levigatura è possibile solo nel caso in cui il parquet sia rifinito a olio. Nella finitura a vernice, infatti, è obbligatorio trattare e riverniciare tutta la stanza.

22. QUALI CAUTELE ADOTTARE PER IL MANTENIMENTO DEL PARQUET? VANNO BENE I PRODOTTI ACQUISTATI AL SUPERMERCATO?

Per una manutenzione ottimale del parquet se ne raccomanda una pulizia costante. Le linee guida per la manutenzione ordinaria sono indicate nella FAQ relativa. Per ravvivare adeguatamente la vernice è poi importante impiegare i prodotti ceranti appropriati, consigliati e venduti direttamente dal produttore. Per quanto riguarda invece, la necessità di effettuare una manutenzione più importante rispetto all’ordinaria pulizia, raccomandiamo estrema cautela nella scelta e nell’utilizzo di prodotti per evitare di danneggiare il parquet e non correre il rischio di togliere al legno il suo aspetto naturale.


Kerakoll Color Collection

Color Collection, la nuova collezione di superfici e colori Kerakoll in 150 tonalità.


Mobili lavanderia

I mobili lavanderia hanno il compito di caratterizzare lo spazio e di renderlo accogliente, funzionale e pratico grazie al design di prodotti capaci di combinare praticità ed estetica. Arredare una stanza di questo tipo nel miglior modo possibile permette di sfruttare al massimo lo spazio. Per una soluzione che si sviluppa in verticale e sfrutta l’altezza, si può pensare ad un modello di mobile lavanderia a colonna, magari corredato di cassetti. Se, invece, la volontà è quella di comporre uno spazio personalizzato in grado di rispondere a qualsiasi esigenza, è il caso di pensare a mobili per lavanderia componibili, magari con ruote, per modificare l’ambiente ogni qualvolta se ne senta il bisogno. Nella scelta di un arredo bagno lavanderia è importante tenere conto, poi, oltre che dello spazio a disposizione, anche del materiale. Solitamente sono mobili lavanderia in legno ad essere tra i preferiti per allestire uno spazio lavanderia all’interno del bagno.L’area lavanderia dev’essere funzionale, ma non si deve dimenticare l’estetica. Ad esempio, se posizionato all’esterno, il lavatoio può diventare un vero e proprio oggetto di design, con decorazioni in pietra che lo rendono adatto all’ambiente circostante. Se, invece, i mobili lavanderia vengono collocati all’interno si può optare per modelli con lavabo o pilozza integrata, con ante decorate e in tema con l’arredo: la scelta solitamente ricade su mobili lavanderia in stile moderno, capaci di arricchire uno spazio della casa il più delle volte sottovalutato

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Bonus facciate in Legge di Bilancio, detrazioni fino al 90%

Bonus facciata confermato nella Legge di Bilancio 2020. La misura a favore della ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici servirà a dare un nuovo volto a molte città italiane, dove a causa dei costi elevati spesso i proprietari rinunciano a terminare o intraprendere i lavori.

Il bonus facciata non è l’unica misura fiscale a favore della casa, sono stati confermati anche Sismabonus, Ecobonus e altre importanti detrazioni per la ristrutturazione degli immobili e l’acquisto di elettrodomestici.Il bonus, inoltre, sarà cumulabile con gli incentivi previsti per il risparmio energetico, cosa che permetterà ai privati di beneficiare sia della detrazione del 90% per il rifacimento esterno dell’edificio sia della detrazione del 65% delle spese per l’efficientamento energetico.



DIAMO IL BENVENUTO TRA I NOSTRI MARCHI A “CALEIDO-RADIATORI”

Caleido ci offre una collezione di radiatori protagonisti dello spazio, attraverso un’avanzata progettazione, tecniche all’avanguardia e la collaborazione con prestigiosi architetti e designer.



Marazzi riscopre l’autenticità della ceramica

La nuova ricerca di Marazzi sull’artigianato industriale riscopre l’autenticità della ceramica: Crogiolo rappresenta un ritorno ai sensi e al segno dell’uomo, a quella cura e attenzione proprie del lavoro artigianale, capace di far vibrare gli spazi e di donare un senso di avvolgente accoglienza, al di sopra delle tendenze.

Il nome Crogiolo è particolarmente significativo per la storia di Marazzi: identifica l’edificio industriale dove l’azienda è nata, negli anni ’30, tra la ferrovia e il canale di Modena, e il luogo dove, negli anni ’80, venne creato il laboratorio di ricerca e sperimentazione ‘Il Crogiolo’, in cui architetti, designer, artisti e fotografi vennero chiamati a interpretare liberamente il prodotto ceramico dando vita, in una intensa stagione di pura ricerca, alle ‘Sperimentazioni’ Marazzi, piastrelle d’autore firmate da Roger Capron, Amleto Dalla Costa, Original Designers, Saruka Nagasawa, Robert Gligorov, con le fotografie di Luigi Ghirri, Cuchi White e Charles Traub.

I quaderni ‘Il Crogiolo’ documentano la storia del marchio e 112 progetti tra nuove applicazioni e tecniche decorative, con illustrazioni, schizzi originali, fotografie, commenti dei designer e dei ceramisti che ancora oggi rappresentano fonte di ispirazione per la ricerca dell’azienda.

Partendo da questo spirito nascono le nuove collezioni Crogiolo: D_Segni BlendScenarioLume Zellige, che si affiancano a D_Segni, D_Segni Scaglie e Colore, in un connubio perfetto tra l’amore per “il fatto a mano” e per la ceramica autentica e la continua attività di ricerca che contraddistinguono Marazzi da oltre ottant’anni.

Lume reinterpreta in gres i mattoncini maiolicati fatti a mano, densi di smalto, lucidissimi e imperfetti: aloni, irregolarità, puntinature, variazioni cromatiche e grafiche rendono praticamente unico ogni pezzo e le relative composizioni a parete. L’inedito formato 6×24 cm insieme ai bordi drittissimi che consentono una posa quasi priva di fughe

Zellige è la traduzione in 10×10 cm delle tipiche piastrelle marocchine in terracotta smaltata lucidissima da cui prende il nome.La tecnologia produttiva ha permesso di realizzare industrialmente un prodotto che mantiene le imperfezioni e le irregolarità delle maioliche fatte a mano in molteplici texture e tonalità all’interno di ognuno dei 12 colori della collezione: Turchese, Salvia, Bosco, Cielo, Petrolio, China, Lana, Argilla, Cammello, Corallo, Gesso e Carbone.



TRIPLEZERO VOLTECO

I tre zero che proteggono la casa dall’umidità di risalita: zero umidità, zero tossicità, zero problemi.
Stop ai problemi di…
Umidità di risalita nei muri
Aria malsana negli ambienti abitativi in genere
Deterioramento delle murature



Come pulire le rubinetterie

Raccomandazioni e consigli per mantenere puliti e lucidi nel tempo i rubinetti e i soffioni doccia

Pulire la superficie dei rubinetti (siano essere cromate, in finitura dorata o verniciata) quotidianamente ed esclusivamente con un panno morbido ed acqua. Raccomandiamo inoltre di non rimandare mai l’asciugatura di eventuali gocce di acqua sul prodotto, che potrebbero portare alla formazione di depositi di calcare difficilmente rimovibili.Qualora si depositasse del calcare sulle rubinetterie, in alternativa alla sola acqua, è possibile pulire le superfici con acqua e sapone oppure con detergenti delicati. Raccomandiamo però di non spruzzare detergenti direttamente sui miscelatori o sulle docce, ma su un panno morbido, utilizzando poi quest’ultimo per pulire le superfici interessate. Sciacquare infine i miscelatori e le docce dopo la pulizia con acqua pulita, avendo poi cura di asciugare con attenzione.

Cosa non fare

Raccomandiamo vivamente di non utilizzare mai detersivi, abrasivi, solventi, agenti chimici, sostanze a base di acido muriatico, ammoniaca, acetone, candeggina, acidi di uso domestico, disinfettanti vari, paglie e/o spugne ruvide e/o metalliche che potrebbero rovinare irreparabilmente la superficie delle rubinetterie.

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Nel caso di soffioni e colonne doccia, consigliamo un utilizzo frequente (almeno una volta ogni 5 giorni) per prevenire la formazione del calcare. Un utilizzo molto saltuario favorisce infatti tale sedimentazione e il seguente manifestarsi di malfunzionamenti e sprizzi di acqua anomali. Periodicamente consigliamo inoltre di premere leggermente sugli ugelli in silicone per liberarli dalla formazione di calcare al loro interno



Il GreenBuilding è lo stile costruttivo ecocompatibile orientato al benessere indoor. Per raggiungerlo si deve prestare attenzione a come si vive e a come vengono costruiti i luoghi dell’abitare, dalla traspirabilità dei muri all’isolamento dell’edificio, dall’inquinamento chimico alla salubrità dell’ambiente indoor: il benessere psico-fisico del GreenBuilding passa necessariamente dal miglioramento di questi fattori al momento della progettazione.Un gamma di prodotti ecocompatibili completa ed innovativa per una nuova filosofia costruttiva in forte crescita che offre notevoli vantaggi per la salvaguardia dell’ambiente, per la salute e il benessere delle persone ed economici grazie a una maggiore efficienza energetica.

I vantaggi per la salute delle persone che vivono all’interno degli edifici sono conseguenti alla progettazione eco-sostenibile e alla qualità dei materiali Kerakoll:

  • migliorano l’aria negli ambienti confinati
  • limitano le patologie derivanti dalla Sindrome dell’Edificio Malato (SBS)
  • evitano la proliferazione di muffe, funghi e batteri
  • garantiscono la salubrità degli ambienti domestici
  • accrescono il comfort e la qualità della vita


GeoCalce F Antisismico è una geomalta con classe di resistenza M15 e R1 per interventi su murature altamente traspiranti e manufatti in calcestruzzo. Specifica come matrice minerale da accoppiare a tessuti di acciaio galvanizzato GeoSteel, reti di basalto-acciaio inox GeoSteel Grid e barre elicoidali in acciaio inox Steel DryFix® nei sistemi certificati di rinforzo strutturale, miglioramento e adeguamento sismico.


GeoLite è una geomalta tixotropica per passivare, ripristinare, rasare e proteggere strutture in calcestruzzo armato quali travi, pilastri, solette, frontalini, rampe, facciavista, elementi decorativi, cornicioni e opere infrastrutturali quali ponti, viadotti, gallerie e canali idraulici. Idoneo come matrice inorganica minerale nei sistemi di rinforzo compositi della linea GeoSteel.



Sempre alla ricerca di nuove soluzioni,per arricchire i vostri ambienti, con la nuova Carta da Parati





Da Kerakoll un manuale tecnico sul CONSOLIDAMENTO, RINFORZO STRUTTURALE E SICUREZZA SISMICA

Il Manuale Tecnico riporta tutte le fasi operative e i disegni di dettaglio progettuale utili per l’elaborazione finale del progetto.

Il Manuale Tecnico è frutto dell’esperienza degli ingegneri Kerakoll, in collaborazione con Asdea, nella progettazione e nelle tecniche di cantiere per il rinforzo e adeguamento sismico delle strutture esistenti e rappresenta un’utile guida pratica dedicata al progettista e direzione lavori per poter progettare e dirigere il cantiere nella realizzazione dei rinforzi e trasferire cosi in modo efficace il calcolo teorico alla struttura.
Il moderno approccio, riconosciuto dall’ultima normativa sismica del 2012 e sostenuto anche da recenti osservazioni sul campo in occasione del sisma Umbria-Marche 1997, introduce il concetto di miglioramento e adeguamento antisismico dell’edificio con interventi di rinforzo efficaci e, allo stesso tempo, realizzati nel rispetto dell’identità statica e architettonica del manufatto.
Nella scelta degli interventi deve essere posta particolare attenzione ai principi della conservazione del rispetto del disegno architettonico oltre che dell’origine e della natura dei materiali da costruzione.
Pertanto le tecniche di rinforzo strutturale non devono essere finalizzate solo al raggiungimento di un appropriato livello di sicurezza, ma devono anche garantire compatibilità e durabilità, integrazione e non trasformazione della costruzione, rispetto delle tecniche costruttive originarie garantendo reversibilità e, se possibile, ridotta invasività dell’intervento.
Il nuovo approccio di Kerakoll al rinforzo strutturale e antisismico è basato sull’impiego di Geomalte minerali e naturali a base di Geolegante e calce naturale NHL associate a tessuti GeoSteel in acciaio perlitico galvanizzato a elevatissima resistenza e tenacità. Questi sistemi rispettano pienamente le nuove concezioni progettuali e le indicazioni normative vigenti, proponendo sistemi moderni, innovativi, semplici da realizzare, meno onerosi e più rapidi, totalmente ecosostenibili, rispettosi della salute degli operatori e dell’ambiente.

AQUAZERO di Cemtech è una lastra in cemento portand, alleggerita con inerti minerali e fibrorinforzata mediante rete in fibra di vetro su entrambi i lati. La flessibilità e la leggerezza della lastra consente l’applicazione su qualsiasi forma, lasciando massimo spazio alla creatività dei progettisti. L’utilizzo di questo elemento, congiuntamente al sistema di parete ventilata, garantisce tempi rapidi nella realizzazione dell’involucro esterno, pulizia del cantiere, minor consumo di acqua e di energia e riduzione dei costi di movimentazione e stoccaggio.

Il sistema AQUAZERO può essere utilizzato sia in fase di nuova costruzione che di ristrutturazione nei seguenti casi:

Pareti e controsoffitti sia all’esterno che all’interno di edifici pubblici, edifici residenziali, stabilimenti industriali, edifici commerciali

Tramezzature, contropareti e controsoffitti in ambienti ad elevatissima umidità come piscine, spa, centri benessere.

Grazie alla loro robustezza possono essere utilizzate all’interno delle abitazioni in tutte le applicazioni e in tutti gli ambienti: pareti, soffitti, pavimenti a secco.

Rivestimenti di tunnel, gallerie, piani piloti, realizzazione di recinzioni, balconi.



Bonus ristrutturazioni 2018

Bonus ristrutturazioni 2018: come funziona la detrazione del 50% e chi può richiederla?

Per i lavori in casa effettuati a partire dal 1° gennaio 2018 sarà possibile beneficiare della detrazione Irpef, per un importo pari al 50 per cento delle spese sostenute ed entro il limite di 96.000 euro di spesa.

Bonus ristrutturazioni 2018, come funziona la detrazione fiscale del 50%

La proroga del bonus ristrutturazioni è una delle misure contenute nel testo ufficiale di Legge di Bilancio 2018, in vigore dal 1° gennaio 2018.

Anche per i lavori avviati a partire dal 1° gennaio 2018 e fino al prossimo 31 dicembre sarà possibile beneficiare della detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute ed entro il limite di 96.000 euro di spesa.

A partire dal 1° gennaio 2019 il bonus per lavori di ristrutturazione edilizia tornerà alla misura originaria prevista dall’art. 16-bis del TUIR: la norma originaria prevede una detrazione Irpef pari al 36% delle spese sostenute, fino al limite di 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare.

Con il decreto legge n. 83/2012 è stato, per la prima volta, portato al 50% il bonus ristrutturazioni e a 96.000 euro il tetto di spesa agevolata, seguito da numerose proroghe, ad ultimo quella prevista dalla Legge di Bilancio 2018.

Vediamo di seguito quali sono i lavori per cui spetta il bonus ristrutturazioni nel 2018 e quali gli altri bonus per lavori in casa prorogati con la Legge di Bilancio.

Bonus ristrutturazioni 2018: per quali lavori spetta

In base a quanto già previsto nella guida dell’Agenzia delle Entrate, il bonus ristrutturazioni 2018 spetta per:

  • lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, cioè su condomini (interventi indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001);
  • interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze (interventi elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001).

Alcuni esempi di lavori di manutenzione ordinaria per cui è riconosciuto il bonus ristrutturazioni sono i seguenti:

  • installazione di ascensori e scale di sicurezza
  • realizzazione e miglioramento dei servizi igienici
  • sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso
  • rifacimento di scale e rampe
  • interventi finalizzati al risparmio energetico
  • recinzione dell’area privata
  • costruzione di scale interne.

  • Chi ha diritto al bonus ristrutturazioni 2018

    Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, residenti o non residenti in Italia.

    La detrazione del 50% sull’Irpef può essere richiesta non solo dal proprietario ma anche dai seguenti soggetti che sostengono le spese:

    • proprietari o nudi proprietari;
    • titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
    • locatari o comodatari;
    • soci di cooperative divise e indivise;
    • imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce;
    • soggetti che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.

    Se è stato stipulato un contratto preliminare di vendita – compromesso – chi ha comprato l’immobile può usufruire del bonus se:

    • è stato immesso nel possesso dell’immobile;
    • esegue i lavori di ristrutturazione a proprio carico;
    • è stato regolarmente registrato il compromesso.

    L’agevolazione fiscale sui lavori di ristrutturazione può essere richiesta anche a chi esegue lavori in proprio sull’immobile ma soltanto per le spese sostenute per l’acquisto del materiale.

    Come pagare

    Il bonus ristrutturazioni prevede specifiche regole in merito al pagamento dei lavori. Sarà necessario utilizzare un bonifico bancario o postale, all’interno del quale dovranno essere indicati i seguenti dati:

    • causale del versamento: Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986;
    • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
    • codice fiscale o Partita Iva del beneficiario del pagamento.

    Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto anche se i lavori sono stati pagati con un finanziamento. In questo caso la società finanziaria dovrà pagare tramite bonifico, seguendo tutte le indicazioni per la compilazione (indicando il CF del soggetto per il quale si effettua il pagamento) e il titolare dell’agevolazione fiscale dovrà conservare la ricevuta del bonifico.



Sono sempre più accattivanti le proposte per un bagno da sogno: doppio lavabo, spa con doccia multifunzione e sauna, vasca idromassaggio e perfino palestra. La maggior parte delle volte però dobbiamo fare i conti con metrature ridotte e poche possibilità di intervenire a livello murario. Un bagno piccolo può quindi rappresentare una vera sfida, ma adottando alcuni accorgimenti progettuali si può riuscire a rendere la stanza visivamente più spaziosa senza rinunciare al comfort.

Innanzitutto utilizziamo colori chiari sia nel caso in cui le pareti vengano rivestite da piastrelle sia per la tinteggiatura. Per dare un tocco di luminosità in più applichiamo in alcune aree ben studiate del mosaico o decori lucidi, ad esempio nella zona lavabo o nella doccia. Per quanto riguarda la posa delle piastrelle è meglio quella orizzontale per allargare visivamente la stanza. Anche la resina è molto indicata, non avendo fughe farà infatti sembrare il bagno più grande. Perfetta da applicare direttamente sulle pareti o sulle vecchie piastrelle per rifare il look ad un bagno ormai datato, rendendolo luminoso, materico e attuale.
Utilizziamo invece la carta da parati per un effetto altamente decorativo, purché sempre di tonalità chiare e luminose e di tipologia adatta agli ambienti umidi.

Per quanto riguarda l’arredo optiamo per sanitari e mobili sospesi. Sfruttare lo spazio in altezza per il mobile lavabo e attraverso mensole e piccoli pensili non molto profondi, farà sembrare l’arredo più leggero e l’ambiente più ampio, inoltre ci agevolerà nella pulizia del pavimento.

Per spazi davvero mini preferiamo elementi dalle misure ridotte e intelligenti, come i sanitari compatti (dai 5 ai 7 centimetri circa in meno dei tradizionali) o un lavamani con mobile contenitore al posto di un classico lavabo. Lo spazio di movimento che recupereremo darà una maggiore sensazione di ampiezza. In ogni caso non esageriamo con la quantità di arredi e complementi, collochiamo solo quelli strettamente necessari o rischieremo l’effetto troppo pieno con un risultato opposto a quanto desiderato. Non dimentichiamo gli specchi, preziosi alleati nel creare l’illusione di uno spazio più ampio. Applichiamone uno di grandi dimensioni nella parete del lavabo, anche a copertura di un’intera porzione in modo da riflettere e amplificare lo spazio e la luce.

Se il bagno si trova in un immobile datato molto probabilmente sarà provvisto della classica vasca rettangolare; sostituiamola con una doccia dalle dimensioni più contenute e recupereremo spazio funzionale e visivo. Scegliamo poi un box doccia molto leggero, con vetro trasparente e telaio sottile. Meglio se il piatto doccia rimane a filo pavimento per dare continuità a quest’ultimo. Fatto questo possiamo spaziare nella scelta della colonna doccia anche tra quelle più accessoriate.

Se invece non vogliamo rinunciare alla vasca, e lo spazio ce lo consente, optiamo per un modello compatto ad angolo che funga anche da doccia.

Non va sottovalutata l’illuminazione. Una stanza buia sembrerà angusta e piccola. Studiamo quindi l’illuminazione generale che può essere costituita da una bella sospensione, purché con il corretto grado di luminosità, o da faretti incassati in un controsoffitto e direzionabili in modo che ogni angolo del bagno sia in piena luce. Predisponiamo poi la giusta illuminazione nella zona lavabo con applique a parete o integrata nello specchio. Infine, per i momenti di relax applichiamo un regolatore di intensità.



Se stiamo pensando di ristrutturare il bagno non possiamo certo scegliere i primi accessori che ci capitano, il bagno infatti è la stanza in cui ci prendiamo cura di noi stessi e va arredata con molta cura. Se non intendiamo fare una ristrutturazione completa, ma cambiare semplicemente i sanitari, magari dobbiamo adattarci per via degli scarichi, e degli attacchi dell’acqua, ma possiamo comunque avere un bagno di design. L’importante è ottenere un bagno che si adatti allo stile del resto della casa e con accessori moderni e tecnologici.

Sanitari che arredano

Per quanto riguarda la scelta degli accessori, ne esistono veramente di tutti i tipi, dai più moderni ai più tecnologici. Cosa c’è di più piacevole in una giornata di caldo estivo, o tornando a casa dopo il lavoro, di una bella doccia rigenerante. Possiamo trovare docce classiche o moderne, con la possibilità di avere anche funzioni quali; aromaterapia e cromoterapia. E per un relax ancora più completo c’è la possibilità di poter ascoltare la nostra musica preferita. Ma, dato che non siamo tutti uguali, magari qualcuno preferisce fare un bel bagno rilassante. Chi non sogna una vasca che si riempie da sola a un dato orario con la temperatura dell’acqua che più preferiamo? Beh forse non è solo un sogno. Ci sono poi il wc e il bidet da poter scegliere tra tanti modelli, i classici da appoggio o i più moderni sospesi, con forma arrotondata o squadrata tra tra i quali troveremo sicuramente quello che si adatta di più allo stile del nostro bagno. Ultimo, ma non certo per importanza, c’e il lavabo. Anche in questo caso non c’è che l’imbrazzo della scelta. Da appoggio, da incasso, rotondi, quadrati, insomma davvero di tutti i tipi, e anche qui la possibilità di avere a disposizione la tecnologia di ultima generazione.

Stile e qualità

Gli stili con cui arredare il nostro bagno vanno di pari passo con quelli che si usano per tutto il resto della casa, meglio restare più o meno sulla stessa linea per rendere l’ambiente uniforme e gradevole. Se ad esempio abbiamo un arredamento in stile vintage, un bagno troppo moderno stonerebbe un pò. Da non dimenticare l’illuminazione giusta, infatti deve sapersi adattare alle numerose necessità di un bagno, dalla più soffusa e delicata per una doccia o un bagno rilassante, a quella un pò più forte per altre necessità quotidiane come ad esempio il make-up. E come fare a meno di uno specchio, anche questi presenti in più stili per soddisfare ogni esigenza. Un altra cosa molto importante da tenere in considerazione è la qualità dei materiali. Come in tutte le cose se vogliamo che il nostro bagno duri nel tempo, è importante che scegliamo materiali di prima qualità. 

Accessori utili e di tendenza

In commercio esistono molti accessori fondamentali per attrezzare il nostro bagno in modo adeguato, e capaci di renderlo più bello esteticamente e sopratutto più funzionale. Questi accessori sono necessari in ogni bagno e sono; porta asciugamani, porta rotolo, scopini, porta spazzolini, portasapone e vari tipi di mensole porta tutto da mettere nella doccia o nella vasca. Si possono trovare in diversi materiali, che vanno dall’moderno acciaio al classico vetro, e addirittura in materiali come l’arenaria e il bamboo. Bisogna solo decidere quale stile si adatta di più al nostro bagno, per il resto ci sarà comunque l’imbarazzo della scelta. Se abbiamo un bagno un pò monocromatico, magari tutto bianco, possiamo rallegrarlo un pò con gli accessori colorati o effetto mosaico, che sapranno dare una sferzata di energia anche al bagno più anonimo. Se invece vogliamo stare sul classico possiamo optare per colori pastello o un delicato effetto marmo, in questo caso daremo un tocco di eleganza. Per gli amanti del natural ci sono accessori in bamboo o in vari tipi di pietre naturali, e infine per chi non vuole rinunciare a uno stile super moderno troviamo l’acciaio. Quest’ultimo può avere linee più squadrate o più morbide a seconda dei gusti, e naturalmente, nessuno ci vieta di mischiare un pò i vari stili per crearne uno su misura per noi. Non dimentichiamoci dei più giovani, se hanno un loro bagno personale, possono sbizzarrirsi con accessori ancora più particolari come ad esempio: scopini a forma di fiore, porta spazzolini robot o omino, porta asciugamani a cuore e specchi a forma di nuvola. Insomma un bagno divertente e colorato, dove imparare a prendersi cura della loro igiene personale diventa un gioco.

Non solo design

Naturalmente il bagno deve essere funzionale per tutti, sopratutto per le persone diversamente abili e gli anziani. Per loro è spesso necessario adeguare il bagno con accessori creati appositamente per la loro esigenze. Tra questi possiamo trovare, oltre ai classici vasi che tutti noi conosciamo bene, molte soluzioni per rendere più facile e sicuro il bagno anche per loro. Esistono infatti dei maniglioni fissi o retrattili da applicare nella zona water- bidet, dei seggiolini o sedute per la doccia e dei corrimano, sia orizzontali che verticali, continui ed estensibili, studiati per la loro sicurezza. Anche per il lavabo e la specchiera c’e la possibilità di essere adattati ad ogni esigenza. Visita ora il sito di Ceramica Globo e scopri nuove idee per arredare con gusto e stile il tuo bagno! Troverai sicuramente i migliori accessori per creare il bagno dei tuoi sogni.



 

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KERAKOLL DESIGN HOUSE  è un progetto integrato di materie innovative – cementi, resine, legni lavorati a mano, microrivestimenti, pitture e smalti – coordinate in un’unica palette colori. Un nuovo stile di design per interni in cui gli ambienti e le pareti sfumano gli uni nelle altre: materie, texture e colori si fondono e pavimenti, rivestimenti, pareti, infissi, complementi di arredo, corpi illuminanti e riscaldanti diventano una superficie unica e continua.



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Lastre fino a 162×324 cm e nuove superfici per la collezione Grande di Marazzi

Nuove superfici, nuove dimensioni, nuovo spessore: la collezione di lastre in gres porcellanato Grande di Marazzi diventa più grande per ampliare le possibilità di progettazione e personalizzazione attraverso materie straordinariamente duttili, versatili e resistenti.

Due nuovi formati160×320 cm rettificato in 6 mm162×324 cm in 12 mm,vanno ad aggiungersi ai già esistenti 120×120 cm e 120×240 cm in 6 mm di spessore.

Questa varietà di lastre dalle dimensioni extra-large permette di aprire la strada a inedite opportunità compositive per creare effetti di continuità o discontinuità visiva,su superfici piane orizzontali e verticali, elementi d’arredo, top bagno e cucina, piani lavoro, facciate architettoniche, soluzioni indoor e outdoor e una gamma sempre più ricca di opzioni tailor made.

Alla leggerezza del 6 mm, Grande 2018 affianca la solidità delle lastre in 12 mm, progettate per far scorrere la materia su superfici come top cucina e bagnoback-splashtavolielementi d’arredo e facciate esterne.

L’esplorazione del tema della continuità della materia per la collezione di lastre in gres porcellanato Grande 2018 sviluppa oggi nuove finiture per permettere una maggiore libertà progettuale, tanto da diventare quasi una seconda pelle studiata per rivestire ogni tipo di superficie senza limiti di continuità.



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Come scegliere il rivestimento del vostro bagno

 

Tra le domande più frequenti che ricevo dai miei clienti molte scaturiscono dai dubbi che scegliere i rivestimenti bagno suscita:

 

  • posso mettere il parquetanche in bagno?
  • quali sono i rivestimenti per il bagnopiù belli in commercio?
  • come realizzare un effettopietra sulle pareti?
  • quali sono i migliori abbinamenti di colorepossibili?
  • quali materialisconsigli per il bagno?

 

 

È una terra della salvezza, un luogo in cui c’è una fonte di gioia che viene dall’interno non dall’esterno, un ambiente che ti consente di conoscere la tua vera volontà, le tue intenzioni e i tuoi desideri”.

 

Scegliere i Rivestimenti Bagno: esempi di pavimenti parquet

 

Partiamo da un presupposto fondamentale. Il parquet (massello) si può mettere in bagno.

Immagina che negli yacht c’è legno ovunque, quindi il parquet non sarà mai un problema per un ambiente domestico.

 

  1. Il problema forse è psicologico:
    non ami i parquet “vissuti”, ma di fatto il legno è un materiale vivoche si scheggia, si ammacca, si raschia, cambia colore.
  2. Hai paura che una eventuale perdita d’acqua lo faccia saltare. Se asciughi subito (entro max 2 ore), non succede nulla. L’acqua, infatti, se non ristagnante, non danneggia il parquet. Se salta una tubatura, è lo stesso che con il pavimento in gres: devi demolire.
  3. Temi le macchie. Puoi proteggere il pavimento con dei tappeti o creare delle zone con misto di piastrelle, cementine o esagoni.
  4. Hai dubbi sulle essenze. Le migliori sono ilegni duri, il wengé, il teak, il doussiè, l’iroko. Da non usare i laminati di nessun tipo, sconsigliato il rovere. Non va bene la posa flottante, il legno va incollato.

Il pavimento in legno, quello vero intendo, va trattato.

Tanto per cominciare la verniciatura ad acqua è uno degli aspetti fondamentali per fare in modo che il legno sia reso idrofugo.

Anche se non ha bisogno di una speciale manutenzione annuale, ogni circa quattro anni si può presentare la necessità che la vecchia vernice si sia consumata e protegga meno il legno.

 

Se ancora hai dubbi su questo materiale, ma continui ad amarlo, puoi sempre optare per un rivestimento verticale, ossia per le pareti.

Oppure, ahimé, scegliere un grés effetto legno che snatura un po’ il materiale, ma è comunque una scelta condivisibile dal punto di vista pratico ed economico.

Se devi ristrutturare un bagno in economia, non perdere questo post.

Scegliere i Rivestimenti Bagno: le 10 combinazioni di materiali più spettacolari

 

Ci sono alcune novità nel panorama dei rivestimenti degne sicuramente di nota.

Se hai scartato il legno a prescindere, ecco i 10 abbinamenti più belli che puoi acquistare per il tuo bagno.

 

Effetto Pietra

Piace a moltissimi clienti. Sicuramente è uno dei rivestimenti bagno più gettonati, dal momento che è disponibile anche in lastre di grande formato che minimizzano le fughe.

PRO: garantisce matericità ed eleganza.
CONTRO: da non usare in tutto il bagno per scongiurare l’effetto monolitico.

 

Effetto Tessuto

Le superfici ceramiche si abbinano alle texture del madras, del tartan, del lino e del cotone per ottenere un gres porcellanato che, declinato in tonalità delicate e neutre, incontra il mondo della moda con armonia, raffinatezza estetica ed esclusività stilistica.

PRO: è una novità assolutamente interessante per le sue potenzialità.
CONTRO: va abbinata con parsimonia e gusto per evitare l’effetto tappezzeria anni ’80.

 

Effetto Optical

Per chi ama i forti contrasti in bianco e nero, attraverso passaggi tonali di grigio, che enfatizzano e modernizzano in modo rigoroso il segno decorativo, anche quello floreale.

PRO: ideale per chi non ama i soliti neutri beige e vuole stupire.
CONTRO: alla lunga può stancare o far venire le vertigini.

 

Effetto Colore

C’è chi non sa rinunciare al colore in una casa, quindi sceglie un rivestimento pittorico anche nel bagno.

Diciamo subito che il colore va ben dosato, perché è molto soggetto alle mode del momento.

Conviene sempre scegliere delle tinte sempreverdi per non perdere di eleganza.

PRO: ravviva di molto l’ambiente.
CONTRO: non è per tutti. Alcune palette vanno assolutamente evitate, come i viola.

 

Effetto Resina

Sono pavimenti e rivestimenti ispirati al mondo del cemento spatolato e delle resine sintetiche, che consentono di realizzare ambienti d’impronta contemporanea, in spazi architettonici attuali e originali.

PRO: è sempre un gres e costa meno della resina.
CONTRO: si può ricadere facilmente nell’effetto showroom di periferia.

 

 

Effetto Marmo

I rivestimenti bagno in marmo sono ritornati molto in voga quest’anno, grazie alla gamma di gres porcellanati effetto travertino, calacatta, onice e altro perfettamente uguali al marmo vero.

Il risultato è uno stile lussuoso e ricco, con lastre di grande formato ed effetti lucidi di ispirazione classica.

PRO: dona un look molto luxury e ricercato.
CONTRO: da non usare in bagni piccoli.

 

Effetto Cemento

Un interessantissimo effetto per i rivestimenti bagno che rimanda al look metropolitano del cemento reinterpretato in gres con una grafica soft e irregolare.

Può arrivare a dimensioni esagerate, come 160*320cm.

PRO: super utilizzato e versatile.
CONTRO: è poco riflettente, quindi potrebbe dare un look “piatto”.

 

Immagini piastrelle Effetto Cementine e Décor

Le piastrelle di fondo nei caldi colori del Sud del bianco, del beige, del marrone e del blu, insieme alla delicata decorazione a rilievo e alla struttura tessile, creano un’atmosfera intima e di benessere.

I decori donano al bagno una nota singolare che sprigiona tutto il fascino dei paesi lontani o di tempi passati.

Per il pavimento, sarebbe il caso di scegliere sempre pezzature medio grandi, per evitare che al centro di esse si formi una contesa.

In generale se il bagno è piccolo, è meglio scegliere piastrelle con piccole fughe, per evitare che l’umidità venga assorbita dal muro e per dare l’illusione che la superficie sia unica.

PRO: l’effetto complessivo è molto interessante.
CONTRO: le cementine sono materiali porosi che assorbono eventuali acidi e sostanze corrosive.

 

Effetto Metallo Industral

Le cromie di questi rivestimenti bagno riprendono le tonalità e la luminosità di più metalli: platino, ferro e argento per i colori freddi, bronzo e rame corten per i colori caldi.

Possono essere utilizzate sia a pavimento che a rivestimento, per un look industriale o un bagno contemporaneo dark.

PRO: ideale per chi ama atmosfere metropolitane e urban.

CONTRO: se mal dosato scurisce e rimpicciolisce molto l’ambiente.

 

 

 

 

 

 

 

Effetto 3D

Il rivestimento a rilievo è una invenzione di qualche anno fa, relativamente recente, che si è andata sempre perfezionando, fino a raggiungere effetti davvero straordinario, soffici al tatto, con texture insolite.

PRO: per gli innovatori.

CONTRO: alcune piastrelle molto a rilievo potrebbero risultare un deposito di polvere e difficili da pulire.

 

Come scegliere una buona pavimentazione per esterni in gres

 Un fattore importante da non sottovalutare per la scelta di un pavimento per outdoor è la sua bassa manutenzione: le piastrelle in gres richiedono fortunatamente pochissima manutenzione rispetto ad altre superfici, poiché sono resistenti all’umidità, all’acqua e alla muffa. Possono essere facilmente pulite con un detergente delicato + acqua e non richiedono resinature o altri trattamenti periodici.

Spesso gli spazi esterni sono molto ampi, parecchio di più di quelli interni, per cui è necessario scegliere con oculatezza il pavimento per non doversi ritrovare a pulire fughe e avvallamenti che si riempiono ad ogni stagione di polvere e detriti atmosferici!

Un altro dettaglio da tenere a mente durante la scelta è la resistenza allo scivolamento. Ciò contribuirà a prevenire incidenti e lesioni, in particolare nelle aree che sono spesso bagnate o esposte all’umidità. In caso di balconi o terrazzi non è necessaria una resistenza altissima (è sufficiente un R10). Per zone come camminamenti scoperti o bordi piscina invece è fondamentale un R11 o R12 per evitare cadute. Più alto è il codice R e più il pavimento è “ruvido”, quindi anche più complicato da pulire con il semplice straccio.

Riassumendo, un pavimento ottimale per esterni deve avere le seguenti caratteristiche:

  • Resistente e inalterabile nel tempo, più delle lastre in cemento o pietra naturale
  • Inattaccabile da muffe, muschi e pesticidi
  • Resistente agli sbalzi termici
  • Ingelivo
  • Inassorbente (< 0,1%)
  • Resistente al sale
  • Ignifugo (classe A1 – EN 13501:1)
  • Resistente agli acidi
  • Con elevate proprietà antiscivolo
  • Altamente resistente ai carichi di rottura

Quando si installa una pavimentazione esterna è necessaria una corretta preparazione del fondo: la base dell’area esterna deve essere preparata con la rimozione di vegetazione o detriti, la classificazione dell’area per garantire un drenaggio adeguato e la compattazione del terreno per fornire una base stabile per i materiali di pavimentazione.

 

Un corretto drenaggio è essenziale per evitare che l’acqua si accumuli sulla superficie e causi danni. Dovrebbe essere prevista una pendenza di almeno l’1% per consentire all’acqua di defluire lontano dall’area pavimentata. Le lastre di pavimentazione devono essere installate correttamente secondo le istruzioni del produttore, utilizzando l’adesivo o la malta appropriati e assicurandosi che siano livellate e uniformemente distanziate. La fuga è necessaria, anche se la piastrella è rettificata.

Nel complesso, la pavimentazione esterna richiede un’attenta pianificazione, preparazione e installazione per garantire un risultato duraturo e attraente. 

Le migliori finiture, colori e dimensioni

Come ben sai il grés è un materiale che può imitare bene altri materiali pur mantenendo le sue inimitabili caratteristiche. Il vantaggio è che puoi scegliere un unico materiale per l’interno che continui anche fuori, oppure puoi far proseguire il pavimento su porzioni di facciata, se stai progettando una villetta indipendente.

In commercio sono disponibili anche pezzi speciali per realizzare gradini, bordi piscina, griglie oppure formati diversi per differenti utilizzi. Le grandi lastre sono molto belle, ma non sempre possono essere installate ovunque, questo per poter garantire le giuste pendenze di scolo acque. Dunque è necessario progettare in anticipo il pavimento esterno per evitare sorprese dopo la posa.

Quando si sceglie la dimensione della pavimentazione esterna, ci sono alcune cose da considerare:

  1. Ladimensione generale dell’area esterna: le grandi dimensioni (120×120) possono essere più appropriate per aree esterne più estese, mentre le piastrelle più piccole possono essere adatte per aree più ridotte o per creare modelli combinati.
  2. L’uso previsto dello spazio esterno: ad esempio, se prevedi di utilizzare l’area esterna per cenare o stare con gli amici, ti consiglio di scegliere pezzature medio-grandi (60×90,60×120) che possono ospitare comodamente tavoli e sedie. Se l’area è principalmente per camminare o scopi decorativi, vanno bene anche dimensioni inferiori (60×60 o 30×60).
  3. L’estetica desiderata: le dimensioni delle piastrelle possono anche influire sull’estetica generale dello spazio esterno. Più la pezzatura è grande e più creerà un aspetto moderno e minimalista.
  4. Considerazioni sull’installazione: le dimensioni delle piastrelle possono influire sulla praticità di installazione. Le piastrelle grandi richiedono più supporto e livellamento, mentre le piastrelle più piccole possono essere più flessibili e più facili da posare in spazi ristretti. Se il terreno non è completamente piatto, la posa delle piastrelle grandi potrebbe richiedere più tempo e attenzione per garantire un pavimento uniforme.

Un equilibrio tra praticità ed estetica dovrebbe essere trovato per creare uno spazio esterno funzionale e visivamente accattivante.

Le finiture più frequenti sono effetti pietra, cemento, legno, terra battuta, resina e materiali da spacco. Sono tutte varianti interessanti che puoi valutare a seconda dell’utilizzo. Se hai un pavimento in parquet interno ti sconsiglio di usare un effetto legno sul terrazzo perché noterai facilmente la differenza sostanziale tra i due materiali. Preferisci invece un effetto pietra o cemento.

 

Quando devi invece di scegliere i colori per la pavimentazione esterna, ci sono diversi fattori da considerare, tra cui il tipo di materiali per pavimentazione, l’ambiente circostante e l’estetica generale dello spazio esterno.

I colori dell’ambiente circostante, come gli edifici vicini, gli alberi e il paesaggio, dovrebbero sempre essere presi in considerazione. Se hai una predominanza di rosso (mattoncini), ad esempio, meglio scegliere a pavimento colori freddi e desaturati.

Il colore della pavimentazione esterna dovrebbe anche essere scelto in base all’estetica generale dello spazio esterno. Ad esempio, se stai creando un’area esterna moderna e minimalista, potresti voler scegliere una tavolozza di colori neutri con sfumature di grigio o beige. D’altra parte, se stai creando uno spazio più rustico o in stile mediterraneo, potresti voler scegliere toni della terra più caldi come terracotta, marrone o taupe.

Anche le condizioni di illuminazione generale sono importanti quando si scelgono i colori della pavimentazione. I colori più scuri possono assorbire più calore, mentre i colori più chiari possono riflettere più luce ed essere più facili da vedere in condizioni di scarsa illuminazione. Non sceglierei comunque mai il bianco perché poco pratico per la pulizia!

 

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Abbinare pavimento esterno e interno

L’abbinamento del colore dei pavimenti esterni con quelli interni dipende dallo stile della casa e dalle preferenze personali. Ho individuato alcune linee guida generali che ti possono aiutare a creare un effetto armonioso:

  1. Considera il colore dei mobili e delle pareti interne.Se hai un arredamento con tonalità calde come beige, marrone o rosso, potresti preferire un pavimento esterno in tonalità neutre come il grigio o il beige. D’altra parte, se le pareti interne sono di colore bianco o grigio chiaro, potresti optare per un pavimento esterno più scuro o colorato.
  2. Pensa al clima e alle condizioni meteorologiche. Se la zona è caratterizzata da molta pioggia o neve, sarebbe meglio scegliere un pavimento esterno scuro o con una texture ruvida, in modo da evitare che diventi scivoloso.
  3. Coordina lo stile degli interni ed esterni.Se hai uno stile moderno all’interno, potresti preferire un pavimento esterno in cemento o pietra naturale. D’altra parte, se la tua casa ha uno stile più tradizionale, un pavimento in mattoni o in legno potrebbe essere più adatto.
  4. Utilizza colori complementari.Se vuoi creare un effetto contrastante, potresti scegliere colori complementari. Ad esempio, se le pareti interne sono di colore marroncino, un pavimento esterno grigio potrebbe creare un effetto interessante.

Ho preparato delle moodboard per permetterti di valutare alcuni abbinamenti piacevoli tra interno ed esterno. Ovviamente sai bene che la situazione va valutata caso per caso, ma a livello cromatico puoi già trarre ispirazione.

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La fibra di legno monostrato Thermo Dry è un materiale naturale e
sostenibile, ricavato dal pino e dall’abete rosso.
Il processo di produzione dei pannelli è molto singolare e viene ottenuto
mediante l’impiego di energie provenienti da fonti rinnovabili.
Il legno viene trattato in speciali macchine che lavorano su processi
termo-meccanici dopo aver frantumato in fibre molto fini il materiale ligneo.
Subito dopo avviene la pressatura, che compatta le fibre e dona stabilità ai
pannelli.
L’intero processo è costituito da una lavorazione su materia prima naturale
con l’aggiunta di resina poliestere e in alcuni casi di paraffina per aumentare
la resistenza meccanica.
Essendo questi pannelli costituiti per oltre il 96% da legno, sono
completamente riciclabili secondo i parametri dei C.A.M. e i rifiuti non
danneggiano o inquinano l’ambiente e tali affermazioni sono certificate
secondo lo standard EPD.
L’applicazione che si ottiene del Thermo Dry, in ambito edile, risulta
veramente vasta e articolata.
In conclusione, il Thermo Dry, non solo è un ottimo isolante termico e
acustico, ma garantisce la sostenibilità ambientale, è un materiale altamente
ecologico e assicura un elevato benessere abitativo.Pafile catalogo

BONUS IDRICO

Meglio tardi che mai: è in arrivo il bonus idrico che doveva vedere la luce già a mese di marzo ma è rimasto parcheggiato nel limbo a causa del cambio di governo e ad una differente concezione della politica fiscale da parte del nuovo esecutivo.

Cos’è e chi ha diritto al bonus

Il Ministero della Transizione Ecologica (Mite) afferma al Corriere della Sera che è tutto pronto per partire con il decreto relativo all’agevolazione per chi intende sostituire la vecchia rubinetteria ed i vasi sanitari ed avere un risparmio delle risorse idriche, che è il fine per cui viene erogato il bonus idrico. Può essere richiesto una sola volta e per un solo immobile per gli interventi di efficientamento idrico fino ad esaurimento delle risorse stanziate di complessivi 20 milioni di euro per l’anno 2021. Il bonus viene emesso secondo l’ordine temporale di arrivo delle domande fino ad esaurimento delle risorse. Possono beneficiare del bonus “i maggiorenni residenti in Italia, titolari del diritto di proprietà o di altro diritto reale su edifici esistenti, nonché di diritti personali di godimento su parti di edifici esistenti o singole unità immobiliari“.

Qual è la tipologia di intervento

Come si legge sul testo del decreto, per avere diritto al bonus idrico, si devono eseguire interventi di “sostituzione di vasi sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto e di apparecchi di rubinetteria sanitaria, soffioni doccia e colonne doccia esistenti con nuovi apparecchi a limitazione di flusso d’acqua”. I casi sono i seguenti: la fornitura e la posa in opera di vasi sanitari in ceramica con volume massimo di scarico uguale o inferiore a 6 litri e relativi sistemi di scarico, compresi le opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti; la fornitura e l’installazione di rubinetti e miscelatori per bagno e cucina, compresi i dispositivi per il controllo di flusso di acqua con portata uguale o inferiore a 6 litri al minuto, e di soffioni doccia e colonne doccia con valori di portata di acqua uguale o inferiore a 9 litri al minuto, compresi le eventuali opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti. I sistemi a cui il bonus fa riferimento possono essere necessari per il filtraggio, la mineralizzazione, il raffreddamento e l’addizione di anidride carbonica alimentare.

Quanto vale il bonus e come richiederlo

Le risorse totali, come detto, sono di 20 milioni di euro e al singolo cittadino spetta un limite massimo di 1.000 euro per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021 per ogni abitazione e 5mila euro per immobili adibiti ad attività commerciale o istituzionale. Una volta raggiunti i requisiti necessari per poter ricevere il rimborso delle spese, la cifra verrà accreditata direttamente sull’Iban del beneficiario in un’unica soluzione. Per ottenere il rimborso, bisognerà presentare un’istanza registrandosi su una Piattaforma accessibile del sito del Mite. L’identità dei beneficiari (nome, cognome e codice fiscale), sarà accertata attraverso Spid o con la Carta d’Identità Elettronica. Oltre alle generalità, bisognerà inserire l’importo della spesa sostenuta per cui si richiede il rimborso; la quantità del bene e specifiche della posa in opera o installazione; le specifiche tecniche, per ogni bene sostituito da apparecchi a limitazione di flusso d’acqua, oltre a specifica della portata massima d’acqua (in l/min) del prodotto acquistato; l’identificativo catastale dell’immobile (Comune, Sezione, Sezione Urbana, Foglio, Particella, Subalterno) per cui è stata presentata istanza di rimborso e, infine, di non avere usufruito di altre agevolazioni fiscali per le medesime spese. Fondamentale sarà anche allegare la copia della fattura o della documentazione commerciale.

 

La fibra di legno monostrato Thermo Dry è un materiale naturale e
sostenibile, ricavato dal pino e dall’abete rosso.
Il processo di produzione dei pannelli è molto singolare e viene ottenuto
mediante l’impiego di energie provenienti da fonti rinnovabili.
Il legno viene trattato in speciali macchine che lavorano su processi
termo-meccanici dopo aver frantumato in fibre molto fini il materiale ligneo.
Subito dopo avviene la pressatura, che compatta le fibre e dona stabilità ai
pannelli.
L’intero processo è costituito da una lavorazione su materia prima naturale
con l’aggiunta di resina poliestere e in alcuni casi di paraffina per aumentare
la resistenza meccanica.
Essendo questi pannelli costituiti per oltre il 96% da legno, sono
completamente riciclabili secondo i parametri dei C.A.M. e i rifiuti non
danneggiano o inquinano l’ambiente e tali affermazioni sono certificate
secondo lo standard EPD.
L’applicazione che si ottiene del Thermo Dry, in ambito edile, risulta
veramente vasta e articolata.
In conclusione, il Thermo Dry, non solo è un ottimo isolante termico e
acustico, ma garantisce la sostenibilità ambientale, è un materiale altamente
ecologico e assicura un elevato benessere abitativo.

11/08/2021

KERAKOLL

Cementoresina® 1

Rasante colorato di fondo per pavimenti Cementoresina®. Design italiano per il benessere abitativo.
Definisce la struttura del fondo e lo strato ripartitore di tensioni del pavimento continuo Cementoresina® da sovrapplicare con il rasante colorato decorativo Cementoresina® 2.
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  • Monopack
  • Bicomponente colorato in pasta
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21/07/2021

Bonus risparmio idrico, quando e come richiederlo?

C’è aria di novità intorno al bonus risparmio idrico: si attende soltanto in decreto attuativo per dare avvio alla misura che consentirà di ottenere dei benefici dal risparmio d’acqua. La misura è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 (L.178/2020), che ha proposto tra le tantissime agevolazioni che si possono richiedere anche senza ISEE un bonus pensato per premiare coloro che si preoccuperanno del risparmio d’acqua. Scopriamo quando partirà, come richiederlo e tutti i dettagli attualmente noti.

Il nome con cui viene conosciuta questa misura in partenza varia; alcuni lo conoscono come Bonus Rubinetti, altri come Bonus Bagno, ma il nome ufficiale ce lo fornisce l’Agenzia delle Entrate ed è, appunto, Bonus Risparmio Idrico.

La misura è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 (L.178/2020), che ha proposto tra le tantissime agevolazioni che si possono richiedere anche senza ISEE un bonus pensato per premiare coloro che si preoccuperanno del risparmio d’acqua.

Questa agevolazione, infatti, è prevista dal Governo italiano al fine di permettere agli italiani di sostituire sanitari e rubinetterie, in favore di nuove attrezzature a risparmio idrico (inclusi soffioni doccia, colonne doccia e altra rubinetteria).

I fondi a disposizione per il bonus risparmio idrico sono pari a venti miliardi di euro, ma il bonus non è ancora partito.

Scopriamo quando partirà, come richiederlo e tutti i dettagli attualmente noti.

Cos’è il Bonus Risparmio Idrico 2021

Introdotto con l’ultima Legge di Bilancio, nelle intenzioni del legislatore il bonus Risparmio Idrico si propone di offrire aiuto a tutte quelle famiglie italiane messe in ginocchio dalla pandemia, così come tutti gli altri bonus previsti dalla medesima Legge.

L’agevolazione prevede un incentivo economico che permetterà agli italiani non solo di ristrutturare i propri bagni con attrezzature moderne, ma anche di contribuire al risparmio idrico grazie ad idonee rubinetterie.

L’Agenzia delle Entrate è infatti molto chiara nel definire il Bonus Risparmio Idrico, che prevede 1000 euro riservati a persone fisiche (purché residenti in territorio italiano), per la sostituzione di “sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto” e “rubinetteria, i soffioni e le colonne doccia con nuovi apparecchi a flusso d’acqua limitato.”

Spese ammesse per richiedere il Bonus Risparmio Idrico

Ovviamente, non si tratta di un bonus ristrutturazione che può essere fruito per qualsiasi tipo di sostituzione: i sanitari scelti dovranno possedere determinati requisiti.

Per quanto riguarda i vasi sanitari, per poter richiedere il bonus risparmio idrico questi dovranno avere un volume di scarico che non deve superare i sei litri. Sempre in merito ai vasi sanitari, si potrà richiedere il bonus anche per le spese che si dovranno sostenere per la posa e lo smontaggio dei vecchi sanitari (intendendo, con queste opere, sia quelle murarie che quelle idrauliche).

Per la rubinetteria, sono ammesse le spese per la sostituzione con rubinetti e mixer la cui portata non sia superiore, anche in questo caso, a sei litri (al minuto). Anche la rubinetteria della cucina rientra tra le spese ammissibili, così come le opere di smontaggio e smontaggio e/o sostituzione.

Infine, anche colonne e soffioni per doccia rientrano tra le spese ammissibili, purché il flusso d’acqua non sia superiore ai nove litri (al minuto). Rientrano tra le spese ammissibili anche le opere di posta, smontaggio delle vecchie apparecchiature e sostituzione con quelle nuove.

Bonus Risparmio Idrico: perché è stato introdotto

Da quanto visto fino ad ora, il bonus risparmio idrico è previsto per diverse tipologie di interventi migliorativi; l’agevolazione è stata voluta dall’ex Governo Conte con una finalità: quella di limitare i flussi d’acqua in uscita e, dunque, di promuovere il risparmio idrico.

Il tutto, tramite interventi di miglioramento indirizzati a vasi, rubinetteria e docce.

L’installazione di apparecchiature a scarico ridotto consentirà il risparmio idrico sia per la famiglia che deciderà di usufruirne, sia per quanto riguarda le risorse idriche. È anche per questa ragione che, tra le spese ammesse, troviamo anche quelle per la sostituzione della rubinetteria in cucina.

Ovviamente, il risparmio idrico rispetto alla situazione preesistente dovrà essere documentato tramite le specifiche delle nuove attrezzature.

I beneficiari del Bonus Idrico: chi può richiederlo?

L’allora Governo Conte ha pensato al Bonus Risparmio Idrico come ad una agevolazione per tutti, che avesse carattere universale: per tale ragione, non sarà necessario presentare ISEE familiare quando si effettuerà la richiesta e ogni cittadino italiano potrà beneficiarne.

I beneficiari dovranno avere regolare residenza in Italia ed essere persone fisiche; altro dettaglio è che, per la richiesta del bonus risparmio idrico, il luogo per il quale si richiedere il bonus deve essere in fase di ristrutturazioneNessuna regola, invece, per quanto riguarda l’immobile, che potrà essere di qualsiasi tipologia. Insomma, il bonus risparmio idrico è valido anche per condomini e fabbricati.

Unica limitazione: il fatto che il bonus sia legato alle ristrutturazioni, di fatto non rende possibile la richiesta nel caso l’appartamento (o qualsiasi altro tipo di edificio) sia di nuova costruzione.

Il bonus, come già confermato dall’Agenzia delle Entrate, non costituirà reddito imponibile.

Bonus risparmio idrico: come viene erogato?

Le modalità di erogazione non sono ancora note, dato che manca il decreto attuativo che definisca tutti i dettagli del Bonus risparmio idrico; di conseguenza, non sappiamo ancora se il bonus prevederà un rimborso dei mille euro previsti, o se si tratterà di detrazioni fiscali.

Nulla si sa, inoltre, circa le modalità di presentazione della domanda, né se andrà consegnata prima dell’inizio della ristrutturazione dell’immobile.

Sappiamo però che i venti milioni di euro stanziati per il 2021 saranno di pertinenza del Fondo per il risparmio di risorse idriche.

Bonus Risparmio Idrico: a quando il decreto attuativo?

Leggiamo sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate che, dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, sarebbero dovuti passare non oltre sessanta giorni per il decreto attuativo da parte del Ministero dell’ambiente. Tra l’altro, la Legge di Bilancio è valida soltanto fino al 31 dicembre di quest’anno (e, dunque, alla fine dell’anno mancano soltanto pochi mesi).

Eppure, nulla si sa ancora del decreto attuativo che definirà la modalità di presentazione della domanda per il bonus risparmio idrico, così come le modalità di erogazione. Il decreto attuativo era atteso entro fine maggio 2021.

Il fatto che il Governo, durante i mesi passati, abbia subito dei cambiamenti è sicuramente una delle cause del ritardo nel decreto attuativo che renderà la misura operativa. La situazione è ancora bloccata, in quanto il nuovo Governo ha dovuto occuparsi di situazioni più urgenti legate all’emergenza. Il bonus risparmio idrico, dunque, è passato in secondo piano.

Non dobbiamo però disperare: secondo SkyTg24

“Il governo fa però sapere che non si tratta di un bonus cancellato: seppur con ritardo, è entrato nella fase della concertazione con gli altri ministeri coinvolti”.

Dunque, nonostante il ritardo e la mancanza del decreto attuativo, il bonus non è stato sospeso né cancellato; è molto probabile che, durante le prossime settimane, ne sapremo di più.

Altri bonus idrici: il bonus acqua potabile

Nell’attesa del decreto attuativo che renda operativo il bonus risparmio idrico, possiamo contare su un altro bonus legato all’acqua, anche questo previsto dalla Legge di Bilancio (Art. 1, c. da 1087 a 1089): il bonus acqua potabile.

In questo caso si prevede di incentivare delle opere al fine di ottenere un miglioramento della qualità dell’acqua erogata dai rubinetti, non solo per le abitazioni, ma anche per i locali commerciali e aziendali.

Anche il bonus acqua potabile è stato pensato per dare una svolta green al nostro Paese, in quanto, grazie alla diffusione di depuratori e apparecchiature che rendano l’acqua potabile, si favorirà un minor consumo di bottiglie in plastica.

In questo caso, a differenza del bonus risparmio idrico, sappiamo benissimo in cosa consiste il bonus acqua potabile: si tratterà di ricevere un credito di imposta al 50% delle spese che verranno sostenute per l’istallazione di depuratori. Oltre a quelli che si occupano di filtrare l’acqua, sono ammessi anche i depuratori che aggiungono minerali o anidride carbonica: l’importante è che il depuratore scelto depuri l’acqua e la renda disponibile e idonea ad essere potabile.

Il bonus acqua potabile è pari a 1000 euro se richiesto per uso domestico, mentre nel caso in cui sia richiesto per attività commerciali, la spesa per la messa in funzione di depuratori può raggiungere anche i 5000 euro.

In questo caso il bonus non è gestito dal Ministero dell’Ambiente, ma da Enea (l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile); le domande, esclusivamente telematiche, andranno inviate tra il primo e il 28 febbraio 2022, periodo nel quale dovranno comunicare all’ente le spese che hanno effettuato, per l’installazione del depuratore, nell’anno 2021.

Per il bonus acqua potabile il Governo ha stanziato cinque milioni di euro.

Bonus Idrico: aiuti dalle province

Nell’attesa del decreto attuativo che renda operativo il bonus risparmio idrico, comunque, le regioni e, soprattutto, le province, hanno iniziato a muoversi nel tentativo di aiutare le famiglie vessate dalla crisi.

Esistono, infatti, tutta una serie di bonus legati alle risorse idriche che sono attivi a livello provinciale; nella maggior parte dei casi, comunque, si tratta di bonus legati alla presentazione dell’ISEE, a differenza del bonus risparmio idrico nazionale che, invece, è per tutti.

Nella maggior parte dei casi, sono aiuti che consentono ai cittadini particolarmente svantaggiati di ottenere delle agevolazioni sui consumi idrici.

Giusto per citare un esempio, leggiamo sul sito ufficiale del Comune di Garlasco che la provincia di Pavia ha istituito nel 2021 il bonus idrico provinciale, “a favore di utenti domestici in condizioni di disagio economico”.

Le domande, riservate ai possessori di ISEE, potranno essere presentate solo fino al 30 di settembre 2021.

Per il bonus risparmio idrico nazionale senza ISEE, invece, dovremo ancora aspettare il decreto attuativo.

Ristrutturazione bagno: come accedere a detrazioni fiscali

 

Gli interventi di ristrutturazione bagno sono opere importanti, che permettono di dare un nuovo look alla stanza e renderla più funzionale e piacevole da vivere. Tuttavia rappresentano un impegno economico importante che potrebbe apparire difficile da affrontare senza avere accesso alle detrazioni fiscali. Vediamo allora quali sono i passaggi necessari per non perdere questa importante opportunità.

Detrazione fiscale ristrutturazione bagno 2021

La detrazione fiscale ristrutturazione bagno è stata confermata anche per tutto il 2021 dalla nuova Legge Finanziaria, insieme all’Ecobonus, al Bonus Mobili ed al Bonus Verde, e permette di ottenere uno sconto del 50% della spesa totale effettivamente sostenuta per i lavori (comprese quelle di progettazione). L’importo totale ammesso a detrazione è di 96.000€ per cui il limite massimo detraibile è di 48.000€

Per avere diritto alla detrazione i lavori di ristrutturazione bagno non devono interessare solo la sostituzione dei sanitari, ma andare a comprendere anche interventi di rifacimento dell’impianto idrico-sanitario, messa a norma o opere di rinnovamento. La sola sostituzione dei sanitari infatti viene considerata manutenzione ordinaria e non da quindi diritto alla detrazione. Coloro che vogliono approfittare di questa importantissima opportunità per ristrutturare il bagno dovranno conservare tutti i documenti relativi ai lavori effettuati (fatture) e provvedere al pagamento degli stessi attraverso il bonifico bancario o postale. Sul documento di pagamento dovranno essere indicati:

  • gli estremi della fattura a cui si riferiscono (numero e data del documento)
  • la causale del versamento (fare riferimento all’art. 16 del DPR 917/86)
  • i dati anagrafici del beneficiario (compreso codice fiscale o Partita IVA dell’azienda)
  • il codice fiscale di colui che beneficerà della detrazione

Tutta la documentazione dovrà essere conservata con cura e consegnata poi al proprio commercialista per la compilazione del 730 relativo all’anno in cui tale spesa è stata sostenuta. Per gli interventi pagati entro il 31 dicembre 2020 la documentazione rientra nel Mod 730 da presentare entro il 2021, mentre per quelli sostenuti a partire dal 1 gennaio 2021 dovrà essere allegata alla dichiarazione dei redditi da presentare nel 2022.

Come abbiamo detto la detrazione sarà pari alla metà degli importi effettivamente sostenuti nel corso dell’anno. Tale importo verrà suddiviso in dieci rate di uguale importo: se ad esempio abbiamo effettuato interventi che hanno comportato una spesa di 96.000€ (limite massimo) per le ristrutturazioni ci vedremo riconosciuto un bonus di 48.000€ che ci verrà rimborsato in dieci anni con 4.800€ ogni anno.

Una cosa a cui occorre prestare particolare attenzione riguarda la capacità di capienza del soggetto ammesso alla detrazione. La quota annua di rimborso infatti sarà riconosciuta fino al raggiungimento delle imposte versate: una eventuale eccedenza andrà persa e non sarà possibile recuperarla in anni successivi. Supponiamo ad esempio il caso di due coniugi che decidono di effettuare lavori di ristrutturazione bagno nel proprio appartamento e che uno dei due abbia un reddito basso su cui le ritenute Irpef sono minime o inesistenti: se nel documento di pagamento (bonifico bancario o postale) indicasse il proprio codice fiscale come beneficiario della detrazione non potrebbe ottenere il rimborso di 4.800€ all’anno, ma solo il totale delle ritenute da lui subite (una eventuale eccedenza andrebbe persa). 

I soggetti beneficiari della detrazione fiscale ristrutturazione non sono soltanto i proprietari, ma possono essere anche tutti coloro che hanno la nuda proprietà oppure un diritto di godimento sull’immobile, quindi è ammesso a beneficiare della detrazione fiscale ristrutturazione bagno anche l’inquilino. L’agevolazione fiscale riguarda non solo la casa di abitazione, ma anche la seconda casa ed è quindi un’ottima opportunità anche per tutti coloro che hanno intenzione di rinnovare il bagno nella casa al mare o in montagna.

 

Le resine, una nuova idea per interni.

Parliamo delle resine, un materiale che negli ultimi anni è diventato molto di tendenza nel settore dell’interior design.

Molti di voi ne avranno sentito parlare soprattutto per quanto riguarda i pavimenti che costituiscono la loro applicazione maggiore in quanto sono un’alternativa originale ai materiali più tradizionali, come le piastrelle in gres porcellanato, ceramica e cotto, o il parquet o il laminato.

Ma cos’è la resina?  La resina è un materiale ottenuto attraverso processi chimici industriali. Tra le varie resine sintetiche disponibili, quella più comunemente impiegata nell’edilizia per realizzare rivestimenti resinosi per pavimentazioni è la resina epossidica.

Inizialmente il loro impiego è stato soprattutto in campo industriale per la loro capacità di aderire perfettamente al supporto in calcestruzzo, per la rapidità di applicazione e per caratteristiche di resistenza all’usura. Pian piano, grazie ai suoi innumerevoli vantaggi, tra i quali quello estetico in quanto permette di realizzare una pavimentazione omogenea, senza giunti o fughe uniformando la superficie, si è diffuso rapidamente anche nel settore commerciale e residenziale.

Il loro successo è sicuramente legato anche alla possibilità di rinnovare completamente l’immagine di un ambiente senza dover ricorrere a pesanti e radicali opere di rimozione dei pavimenti e dei sottofondi esistenti, con risparmio di costi e tempi di esecuzione. Inoltre grazie al sottile spessore dei manti in resina non si deve neppure ricorrere al taglio di porte ed infissi esistenti. La posa può essere eseguita su qualsiasi superficie, cemento, pietra, piastrelle, purché stabile, perfettamente liscia e priva di umidità.

Inoltre esso è un pavimento praticamente unico! Replicare un pavimento in resina è pressochè impossibile, perfino per lo stesso applicatore. La soluzione diventa perciò una piccola opera d’arte sotto i vostri piedi, da vivere nella sua unicità. In base alle vostre esigenze estetiche e alla scelta dei materiali, si possono ottenere molteplici effetti decorativi, dallo spatolato al nuvolato, dal monocromatico al ‘quadro d’autore’.

L’applicazione della resina è andata ben oltre a quella sul pavimento. Oggi viene anche utilizzata anche come rivestimento per ambienti residenziali, quali camere, bagni, scale, ottenendo dei suggestivi effetti decorativi: si possono ottenere sia superfici lisce come seta che altre di grana naturale dalle differenti texture.

Il Parquet Berti

1. SI PUÒ POSARE IL PARQUET IN BAGNO O IN CUCINA?

Il pavimento in legno può essere posato tranquillamente sia in cucina che nella sala da bagno. L’acqua, infatti, se non ristagnante, non danneggia il parquet.Soprattutto per quanto riguarda il bagno, sarà importante ponderare con attenzione la tipologia di parquet da posare (formato, specie legnosa e protezione).
Le specie legnose più stabili a contatto con l’umidità sono il Doussiè, Merbau, Iroko e Teak.
Il Rovere richiede una certa cautela, perché a contatto con l’umidità tende a creare macchie nerastre causate dalla fuoriuscita di tannino, molto presente in questa specie legnosa. Se è previsto un uso intensivo della sala da bagno, perché trattasi del servizio principale in cui sono più frequenti i lavaggi e la presenza dei bambini, sarà importante garantire la superficie del parquet con un progetto intensivo di protezione. In ogni caso, per una fruizione più serena e limitatamente alla zona doccia, vasca, WC e bidet, si consiglia di impiegare una pavimentazione di servizio, realizzata in materiale lapideo o ceramico. È comunque consigliabile, per avere buona cura dei pavimenti, aprire sempre le finestre ed aerare i locali dopo l’utilizzo di docce o simili per eliminare l’eventuale umidità che si fosse depositata all’interno delle stanze ed evitare che questa possa alterare i pavimenti.

2. QUALI SONO LE PRINCIPALI QUALITÀ’ E CARATTERISTICHE TECNICHE DEL PARQUET?

Il pavimento in legno spicca per qualità estetiche, durabilità e resistenza all’usura, buone performance alle sollecitazioni meccaniche e vibrazionali, ottimo isolamento termico e acustico.  Tra le altre proprietà, la resistenza al calpestio, grazie alla innata durezza dei legnami e la grande elasticità che rende il parquet particolarmente adatto agli impianti sportivi. Bisogna poi considerare la lunga conservazione del parquet nel tempo e la possibilità di ripristinarlo o rinnovarlo facilmente, attraverso lucidatura e levigatura.
Ultimo ma non meno importante, il pavimento in legno rappresenta una scelta che rispetta l’ambiente essendo assolutamente sostenibile, in quanto si tratta di un prodotto interamente riciclabile a differenza di quanto accade per il laminato, la ceramica, il marmo e prodotti simili.

3. CHE DIFFERENZA C’È TRA PARQUET E LAMPARQUET?

Per “parquet” si intende il prodotto in generale, suddiviso poi in diverse tipologie: il parquet “tradizionale” in legno massello, il parquet “prefinito”, costituito da una sola parte di legno nobile, etc. Il “lamparquet” è un parquet di legno massello con spessore dagli 8 ai 10 mm, lunghezza dai 250 ai 300 mm, larghezza dai 45 ai 65 mm. Tali dimensioni sono stabilite dalla Normativa UNI 4375.

4. QUALE FINITURA È MIGLIORE: AD OLIO O A VERNICE?

La scelta della finitura è molto soggettiva: dipende dal risultato estetico e dalle sensazioni che si vogliono ottenere dal proprio parquet. La finitura a olio regala al pavimento in legno un effetto di grande naturalità, mentre quella a vernice mette in evidenza e valorizza le tonalità, i cromatismi dei tessuti legnosi. Al di là dell’aspetto estetico, però, la finitura deve anche garantire le performance funzionali del parquet. In generale, visto che l’olio richiede più cura e manutenzione, molto spesso si opta per la finitura a vernice.

5. COSA SONO I PAVIMENTI IN LAMINITO E MELAMINICO?

I pavimenti in laminato non hanno nulla a che fare con i pavimenti in legno. Rispetto ai più nobili e pregiati parquet, infatti, sono dei rivestimenti di tipo decorativo che, sfruttando l’esistenza delle resine melamminiche applicate sulla loro facciavista, “sfoggiano” un aspetto molto simile a quello dei pavimenti in legno. Costruiti con materiali di supporto derivati dal legno, come truciolari, MDF o HDF, sono molto sensibili ad eventuali variazioni di umidità ambientale. La resistenza all’usura del pavimento laminato è certamente maggiore rispetto ad una superficie lignea, ma non potrà mai dirsi giustificata per un normale uso in abitazioni civili, dove sono comunque richiesti requisiti qualitativi che solo il legno, con la sua naturalità e genuinità, può offrire. Non solo: il parquet in legno è più resistente rispetto al parquet laminato e anche rispetto ad una superficie di ceramica che, urtata inavvertitamente da un corpo duro, può scheggiarsi e frantumarsi in più parti.

6. COS’E’ L’MDF?

L’MDF (Medium Density Fibreboard), conosciuto anche come Medium Density è la stuttura del parquet in laminato ossia il materiale principale con cui sono costituiti i pavimenti in laminato che poi utilizzano appunto laminato plastico o melaminico come material di finitura. Con l’acronimo MDF si intende un derivato del legno: un pannello di fibra a media densità prodotto per via secca, normalmente realizzato utilizzando un adesivo a base di urea-formaldeide. L’MDF, che è molto diffuso, fa parte della famiglia dei “Pannelli di Fibra”, famiglia che si suddivide in tre categorie distinte in base al processo impiegato e alla densità: bassa (LDF), media (MDF) e alta (HDF).

7. SE UNA POLTRONCINA DOTATA DI RUOTE LASCIA TRACCE SUL PARQUET,  È UN DIFETTO DELLA FINITURA A VERNICE?

Eventuali tracce lasciate sul parquet dalle ruote di potroncine e simili non sono assolutamente da imputare a un difetto di finitura. Tale evenienza può realizzarsi a causa dell’azione meccanica esercitata dalle ruote che, alterando la perfetta planarità del film di vernice, sviluppano piccoli solchi visibili solo in controluce. Per evitare ulteriori tracce, basterà sostituire le ruote della poltrona con apposite ruote gommate, più elastiche della vernice e quindi meno dannose. Subire variazioni nel tempo, è una peculiarità del pavimento in legno e delle sue caratteristiche fisiche: per questo deve essere usato e “vissuto” senza pregiudizi funzionali eccessivi o condizionanti.

8. IL PARQUET PUÒ’ ESSERE POSATO SU PAVIMENTAZIONI PREESISTENTI?

Il parquet non presenta problemi per la posa nel caso in cui il sottofondo preesistente sia costituito da pavimenti solidamente fissati al sottofondo come nel caso di piastrelle, ceramiche, marmo e derivati, pietra. La posa può avvenire senza controindicazioni dopo avere verificato che ci siano tutti i requisiti previsti per un perfetto sottofondo. Sono invece incompatibili alla posa di un parquet la moquette, il PVC, il linoleum: questi vanno rimossi dal fondo assieme a qualunque traccia di vecchio collante.

9. SI PUO USARE IL PARQUET SULLA CERAMICA?

La posa del parquet può tranquillamente essere effettuata direttamente su un pavimento in ceramica. È obbligatorio però eliminare prima qualunque residuo di cera, sporcizia o grasso depositati nel tempo. La loro presenza, anche se minima, potrebbe infatti impedire un incollaggio efficace del parquet. Si suggerisce poi di levigare la ceramica, in questo modo il collante avrà proprietà fissanti e aggancianti ancora maggiori.

10. PER RIDURRE I RUMORI SI POSSONO ADOTTARE ACCORGIMENTI SPECIFICI?

Nel caso in cui per la propria abitazione si decida di posare del parquet ci sono diverse strategie per ridurre i rumori che dipendono dal tipo di abitazione in esame. Nel caso si tratti di una casa nuova, e quindi ancora in fase di costruzione, è compito del progettista e del costruttore rispettare la normativa vigente in materia di abbattimento dell’inquinamento acustico. Nell’ipotesi in cui, invece, si voglia migliorare l’isolamento acustico di una casa già abitata, è da verificare caso per caso quali accorgimenti adottare (una possibilità è data dalla posa flottante che prevede uno strato di isolamento termo-acustico).

11. QUANTE LEVIGATURE SI POSSONO EFFETTUARE SU UN PREFINITO? 

Un parquet prefinito può tranquillamente tollerare 2/3 levigature, dette anche lamature. Nel caso in cui si proceda alla levigatura prima che il pavimento si sia già usurato o danneggiato, e prima quindi che siano presenti incisioni o lamature profonde, si possono effettuare fino a 3/4 levigature. Lo strato superficiale nobile del prefinito, però, non deve essere inferiore ai 2,5 mm.

12. QUANTE LEVIGATURE SI POSSONO EFFETTUARE SU UN PARQUET TRADIZIONALE?

Un parquet tradizionale può ammettere dalle 2/3 levigature in maniera del tutto simile a quanto accade per il parquet prefinito considerando il fatto che lo spessore totale di un listoncino da 14 mm MF di tradizionale ha generalmente il medesimo spessore dello strato nobile di un parquet prefinito. Si deve però considerare che la verniciatura del prefinito ha comunque una durezza e una resistenza superiore rispetto a quella effettuata durante la posa in opera di un tradizionale e quindi porre una attenzione ancora maggiore per quella che ricordiamo essere una operazione di manutenzione straordinaria che preferibilmente va effettuata da personale specializzato.

13. IL PARQUET È COMPATIBILE CON IL SISTEMA DI RISCALDAMENTO A PAVIMENTO?

Quando si parla di riscaldamento a pavimento la scelta di utilizzare il legno è quella ottimale dato che il parquet, materiale isolante per natura, impedisce che ci sia contatto diretto con il calore emesso dai pannelli radianti, permettendo così al calore di distribuirsi con modalità costante e “delicato”. Tutti i prefiniti sono idonei alla posa su impianti di riscaldamento a pavimento, perché dotati di un supporto multistrato inciso in più parti, che permette di diffondere il calore omogeneamente, su tutta la superficie.

14. IL PREFINITO È IDONEO ANCHE AL SISTEMA DI RAFFRESCAMENTO? 

Sì, il parquet prefinito può essere posato senza problemi sul massetto raffrescante, dato che il legno inibisce le variazioni di umidità e di compensazione. Tra l’altro, la normativa di riferimento è la medesima e generalmente l’impianto che riscalda è anche lo stesso che raffresca. Va aggiunto però che le tecnologie di questi impianti sono in continua evoluzione. Occorre pertanto porre particolare attenzione alla progettazione termotecnica del sistema massetto-pavimento necessario per il pavimento in legno, che dovrà rispondere ad alcune semplici regole:

  • garantire un adeguato scambio termico con l’ambiente da riscaldare, per non vanificare le economie di esercizio permesse dal sistema;
  • mantenere un adeguato microclima locale, sia in condizioni di regime variabile, sia in esercizio.

È importante poi assicurarsi sempre che l’impianto venga messo in pressione, per ovviare a qualunque problema nelle serpentine e attuare il pre-ciclo di riscaldamento/raffreddamento prima della posa.

15. PER ELIMINARE I RESIDUI DI COLLA UN POSATORE HA ERRONEAMENTE UTILIZZATO DELL’ALCOOL CREANDO DELLE ANTIESTETICHE MACCHIE LUCIDE: CHE FARE PER RIMEDIARE AL DANNO?

Una premessa importante: appena terminata la posa del parquet è assolutamente fondamentale rimuovere all’istante i residui di colla e non aspettare la fine del lavoro per farlo. La rimozione del collante, una volta catalizzato, con ripetuto strofinio della superficie, ha l’effetto di provocare degli aloni più lucidi sul pavimento in legno, causati da una reazione chimica. Anche la scelta di utilizzare l’alcool va sconsigliata. Nel caso specifico degli aloni, l’unica cosa da fare è carteggiare con cura la superficie del parquet e procedere con una nuova verniciatura del pavimento.

16. È POSSIBILE UTILIZZARE L’ALCOOL PER LA PULIZIA DEL PARQUET?

L’utilizzo dell’alcool per la pulizia del parquet tocca una questione abbastanza delicata. È molto importante utilizzare una particolare attenzione riguardo la concentrazione dell’alcool, perchè strofinare il pavimento in legno con l’alcool può aggredire la vernice del parquet rovinandola irreparabilmente. Consigliamo di utilizzare una minima concentrazione di alcool per sgrassare la superficie del pavimento, in modo da non provocare danni.

17. SI SONO DEPOSITATI DEI RESIDUI DI POLVERE BIANCA NELLE VENATURE DELLA SPAZZOLATURA: A COSA PUÒ ESSERE DOVUTO E COME SI PUÒ RISOLVERE?

Molto probabilmente il problema è da imputare alle polveri di cantiere. Anche se i lavori vengono svolti in altre aree, le polveri sottili di pitture, cartongessi e materiali simili sono volatili e si diffondono con più facilità di quanto si possa immaginare. Le polveri di gesso una volta a contatto con l’acqua si solidifica: cercando di pulire il parquet il problema viene invece inconsapevolmente aggravato. Il comportamento corretto da seguire quando ci sono lavori in casa, e c’è un’area pavimentata con parquet prefinito con finitura spazzolata è di coprire l’intera area per tutta la durata dei lavori, in modo da impedire alle polveri di depositarsi sulla superficie del pavimento in legno e sulle caratteristiche rigature tipiche di tale pavimentazione. Il problema esposto accade di frequente. La soluzione è l’utilizzo di un additivo specifico (B074) a base di olii naturali, che dovrà essere utilizzato da personale qualificato.

18. QUANTO PUÒ DURARE UN PARQUET?

In un’abitazione normale, con un numero di 4/5 persone, il parquet può durare anche più di cent’anni. Sia che si tratti di parquet tradizionale che di parquet prefinito. A tale proposito e a dimostrazione della straordinaria durata dei pavimenti in legno, va ricordato che nei palazzi storici esistono pavimenti antichi, trattati a cera e senza verniciatura, ancora accettabili.

19. IL PARQUET SI ROVINA FACILMENTE?

Un pavimento in parquet può essere molto resistente, contando che è protetto da una buona vernice, e avendo l’accortezza di viverlo e trattarlo con la dovuta cura. Cosa fare per non rovinare il parquet? Senz’altro è bene evitare l’aggressione di agenti esterni che possono graffiare la superficie del pavimento in legno come: sfregare la superficie del parquet, lasciare cadere oggetti appuntiti, lasciare depositare acqua di ristagno, e camminare con le scarpe con tacco. Anche le unghie degli animali domestici rappresentano un fattore di aggressione. Nel caso del parquet, la parte che maggiormente si usura con il passare degli anni è lo strato di finitura che pertanto va preservato con attività di pulizia accurate e regolari e una manutenzione ordinaria portata avanti nel tempo.

20. È MIGLIORE LA POSA FLOTTANTE O MEDIANTE INCOLLAGGIO?

La scelta della tipologia di posa per il proprio parquet dipende dalle condizioni di partenza dell’ambiente in cui si andrà a posare il nuovo pavimento in legno. Molto spesso la posa galleggiante o flottante del parquet viene scelta nel caso in cui ci sia il desiderio di non intaccare il pavimento sottostante o comunque non lo si voglia intaccare. D’altro canto la scelta della posa incollata del parquet dà sicuramente una maggiore garanzia di stabilità nel tempo. Le tavole di legno, infatti, sono fissate e incollate. Nella posa flottante, invece, le tavole di parquet sono semplicemente appoggiate, e non avendo alcun aggancio o costrizione, al variare della temperatura, ma soprattutto dell’umidità ambientale, sono più soggette a deformazioni o fessurazioni.

21. C’È UN’AMMACCATURA SUL PARQUET: COSA FARE?

Nel caso in cui si tratti di parquet prefinito, è possibile sostituire solo la tavola danneggiata. Se si tratta invece di un parquet tradizionale ammaccato si dovrà procedere effettuando una levigatura dell’intera superficie del pavimento, non limitandosi solo alla parte ammaccata. Il ripristino localizzato e su un unico pezzo tramite levigatura è possibile solo nel caso in cui il parquet sia rifinito a olio. Nella finitura a vernice, infatti, è obbligatorio trattare e riverniciare tutta la stanza.

22. QUALI CAUTELE ADOTTARE PER IL MANTENIMENTO DEL PARQUET? VANNO BENE I PRODOTTI ACQUISTATI AL SUPERMERCATO?

Per una manutenzione ottimale del parquet se ne raccomanda una pulizia costante. Le linee guida per la manutenzione ordinaria sono indicate nella FAQ relativa. Per ravvivare adeguatamente la vernice è poi importante impiegare i prodotti ceranti appropriati, consigliati e venduti direttamente dal produttore. Per quanto riguarda invece, la necessità di effettuare una manutenzione più importante rispetto all’ordinaria pulizia, raccomandiamo estrema cautela nella scelta e nell’utilizzo di prodotti per evitare di danneggiare il parquet e non correre il rischio di togliere al legno il suo aspetto naturale.


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Mobili lavanderia

I mobili lavanderia hanno il compito di caratterizzare lo spazio e di renderlo accogliente, funzionale e pratico grazie al design di prodotti capaci di combinare praticità ed estetica. Arredare una stanza di questo tipo nel miglior modo possibile permette di sfruttare al massimo lo spazio. Per una soluzione che si sviluppa in verticale e sfrutta l’altezza, si può pensare ad un modello di mobile lavanderia a colonna, magari corredato di cassetti. Se, invece, la volontà è quella di comporre uno spazio personalizzato in grado di rispondere a qualsiasi esigenza, è il caso di pensare a mobili per lavanderia componibili, magari con ruote, per modificare l’ambiente ogni qualvolta se ne senta il bisogno. Nella scelta di un arredo bagno lavanderia è importante tenere conto, poi, oltre che dello spazio a disposizione, anche del materiale. Solitamente sono mobili lavanderia in legno ad essere tra i preferiti per allestire uno spazio lavanderia all’interno del bagno.L’area lavanderia dev’essere funzionale, ma non si deve dimenticare l’estetica. Ad esempio, se posizionato all’esterno, il lavatoio può diventare un vero e proprio oggetto di design, con decorazioni in pietra che lo rendono adatto all’ambiente circostante. Se, invece, i mobili lavanderia vengono collocati all’interno si può optare per modelli con lavabo o pilozza integrata, con ante decorate e in tema con l’arredo: la scelta solitamente ricade su mobili lavanderia in stile moderno, capaci di arricchire uno spazio della casa il più delle volte sottovalutato

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Bonus facciate in Legge di Bilancio, detrazioni fino al 90%

Bonus facciata confermato nella Legge di Bilancio 2020. La misura a favore della ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici servirà a dare un nuovo volto a molte città italiane, dove a causa dei costi elevati spesso i proprietari rinunciano a terminare o intraprendere i lavori.

Il bonus facciata non è l’unica misura fiscale a favore della casa, sono stati confermati anche Sismabonus, Ecobonus e altre importanti detrazioni per la ristrutturazione degli immobili e l’acquisto di elettrodomestici.Il bonus, inoltre, sarà cumulabile con gli incentivi previsti per il risparmio energetico, cosa che permetterà ai privati di beneficiare sia della detrazione del 90% per il rifacimento esterno dell’edificio sia della detrazione del 65% delle spese per l’efficientamento energetico.



DIAMO IL BENVENUTO TRA I NOSTRI MARCHI A “CALEIDO-RADIATORI”

Caleido ci offre una collezione di radiatori protagonisti dello spazio, attraverso un’avanzata progettazione, tecniche all’avanguardia e la collaborazione con prestigiosi architetti e designer.



Marazzi riscopre l’autenticità della ceramica

La nuova ricerca di Marazzi sull’artigianato industriale riscopre l’autenticità della ceramica: Crogiolo rappresenta un ritorno ai sensi e al segno dell’uomo, a quella cura e attenzione proprie del lavoro artigianale, capace di far vibrare gli spazi e di donare un senso di avvolgente accoglienza, al di sopra delle tendenze.

Il nome Crogiolo è particolarmente significativo per la storia di Marazzi: identifica l’edificio industriale dove l’azienda è nata, negli anni ’30, tra la ferrovia e il canale di Modena, e il luogo dove, negli anni ’80, venne creato il laboratorio di ricerca e sperimentazione ‘Il Crogiolo’, in cui architetti, designer, artisti e fotografi vennero chiamati a interpretare liberamente il prodotto ceramico dando vita, in una intensa stagione di pura ricerca, alle ‘Sperimentazioni’ Marazzi, piastrelle d’autore firmate da Roger Capron, Amleto Dalla Costa, Original Designers, Saruka Nagasawa, Robert Gligorov, con le fotografie di Luigi Ghirri, Cuchi White e Charles Traub.

I quaderni ‘Il Crogiolo’ documentano la storia del marchio e 112 progetti tra nuove applicazioni e tecniche decorative, con illustrazioni, schizzi originali, fotografie, commenti dei designer e dei ceramisti che ancora oggi rappresentano fonte di ispirazione per la ricerca dell’azienda.

Partendo da questo spirito nascono le nuove collezioni Crogiolo: D_Segni BlendScenarioLume Zellige, che si affiancano a D_Segni, D_Segni Scaglie e Colore, in un connubio perfetto tra l’amore per “il fatto a mano” e per la ceramica autentica e la continua attività di ricerca che contraddistinguono Marazzi da oltre ottant’anni.

Lume reinterpreta in gres i mattoncini maiolicati fatti a mano, densi di smalto, lucidissimi e imperfetti: aloni, irregolarità, puntinature, variazioni cromatiche e grafiche rendono praticamente unico ogni pezzo e le relative composizioni a parete. L’inedito formato 6×24 cm insieme ai bordi drittissimi che consentono una posa quasi priva di fughe

Zellige è la traduzione in 10×10 cm delle tipiche piastrelle marocchine in terracotta smaltata lucidissima da cui prende il nome.La tecnologia produttiva ha permesso di realizzare industrialmente un prodotto che mantiene le imperfezioni e le irregolarità delle maioliche fatte a mano in molteplici texture e tonalità all’interno di ognuno dei 12 colori della collezione: Turchese, Salvia, Bosco, Cielo, Petrolio, China, Lana, Argilla, Cammello, Corallo, Gesso e Carbone.



TRIPLEZERO VOLTECO

I tre zero che proteggono la casa dall’umidità di risalita: zero umidità, zero tossicità, zero problemi.
Stop ai problemi di…
Umidità di risalita nei muri
Aria malsana negli ambienti abitativi in genere
Deterioramento delle murature



Come pulire le rubinetterie

Raccomandazioni e consigli per mantenere puliti e lucidi nel tempo i rubinetti e i soffioni doccia

Pulire la superficie dei rubinetti (siano essere cromate, in finitura dorata o verniciata) quotidianamente ed esclusivamente con un panno morbido ed acqua. Raccomandiamo inoltre di non rimandare mai l’asciugatura di eventuali gocce di acqua sul prodotto, che potrebbero portare alla formazione di depositi di calcare difficilmente rimovibili.Qualora si depositasse del calcare sulle rubinetterie, in alternativa alla sola acqua, è possibile pulire le superfici con acqua e sapone oppure con detergenti delicati. Raccomandiamo però di non spruzzare detergenti direttamente sui miscelatori o sulle docce, ma su un panno morbido, utilizzando poi quest’ultimo per pulire le superfici interessate. Sciacquare infine i miscelatori e le docce dopo la pulizia con acqua pulita, avendo poi cura di asciugare con attenzione.

Cosa non fare

Raccomandiamo vivamente di non utilizzare mai detersivi, abrasivi, solventi, agenti chimici, sostanze a base di acido muriatico, ammoniaca, acetone, candeggina, acidi di uso domestico, disinfettanti vari, paglie e/o spugne ruvide e/o metalliche che potrebbero rovinare irreparabilmente la superficie delle rubinetterie.

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Nel caso di soffioni e colonne doccia, consigliamo un utilizzo frequente (almeno una volta ogni 5 giorni) per prevenire la formazione del calcare. Un utilizzo molto saltuario favorisce infatti tale sedimentazione e il seguente manifestarsi di malfunzionamenti e sprizzi di acqua anomali. Periodicamente consigliamo inoltre di premere leggermente sugli ugelli in silicone per liberarli dalla formazione di calcare al loro interno



Il GreenBuilding è lo stile costruttivo ecocompatibile orientato al benessere indoor. Per raggiungerlo si deve prestare attenzione a come si vive e a come vengono costruiti i luoghi dell’abitare, dalla traspirabilità dei muri all’isolamento dell’edificio, dall’inquinamento chimico alla salubrità dell’ambiente indoor: il benessere psico-fisico del GreenBuilding passa necessariamente dal miglioramento di questi fattori al momento della progettazione.Un gamma di prodotti ecocompatibili completa ed innovativa per una nuova filosofia costruttiva in forte crescita che offre notevoli vantaggi per la salvaguardia dell’ambiente, per la salute e il benessere delle persone ed economici grazie a una maggiore efficienza energetica.

I vantaggi per la salute delle persone che vivono all’interno degli edifici sono conseguenti alla progettazione eco-sostenibile e alla qualità dei materiali Kerakoll:

  • migliorano l’aria negli ambienti confinati
  • limitano le patologie derivanti dalla Sindrome dell’Edificio Malato (SBS)
  • evitano la proliferazione di muffe, funghi e batteri
  • garantiscono la salubrità degli ambienti domestici
  • accrescono il comfort e la qualità della vita


GeoCalce F Antisismico è una geomalta con classe di resistenza M15 e R1 per interventi su murature altamente traspiranti e manufatti in calcestruzzo. Specifica come matrice minerale da accoppiare a tessuti di acciaio galvanizzato GeoSteel, reti di basalto-acciaio inox GeoSteel Grid e barre elicoidali in acciaio inox Steel DryFix® nei sistemi certificati di rinforzo strutturale, miglioramento e adeguamento sismico.


GeoLite è una geomalta tixotropica per passivare, ripristinare, rasare e proteggere strutture in calcestruzzo armato quali travi, pilastri, solette, frontalini, rampe, facciavista, elementi decorativi, cornicioni e opere infrastrutturali quali ponti, viadotti, gallerie e canali idraulici. Idoneo come matrice inorganica minerale nei sistemi di rinforzo compositi della linea GeoSteel.



Sempre alla ricerca di nuove soluzioni,per arricchire i vostri ambienti, con la nuova Carta da Parati





Da Kerakoll un manuale tecnico sul CONSOLIDAMENTO, RINFORZO STRUTTURALE E SICUREZZA SISMICA

Il Manuale Tecnico riporta tutte le fasi operative e i disegni di dettaglio progettuale utili per l’elaborazione finale del progetto.

Il Manuale Tecnico è frutto dell’esperienza degli ingegneri Kerakoll, in collaborazione con Asdea, nella progettazione e nelle tecniche di cantiere per il rinforzo e adeguamento sismico delle strutture esistenti e rappresenta un’utile guida pratica dedicata al progettista e direzione lavori per poter progettare e dirigere il cantiere nella realizzazione dei rinforzi e trasferire cosi in modo efficace il calcolo teorico alla struttura.
Il moderno approccio, riconosciuto dall’ultima normativa sismica del 2012 e sostenuto anche da recenti osservazioni sul campo in occasione del sisma Umbria-Marche 1997, introduce il concetto di miglioramento e adeguamento antisismico dell’edificio con interventi di rinforzo efficaci e, allo stesso tempo, realizzati nel rispetto dell’identità statica e architettonica del manufatto.
Nella scelta degli interventi deve essere posta particolare attenzione ai principi della conservazione del rispetto del disegno architettonico oltre che dell’origine e della natura dei materiali da costruzione.
Pertanto le tecniche di rinforzo strutturale non devono essere finalizzate solo al raggiungimento di un appropriato livello di sicurezza, ma devono anche garantire compatibilità e durabilità, integrazione e non trasformazione della costruzione, rispetto delle tecniche costruttive originarie garantendo reversibilità e, se possibile, ridotta invasività dell’intervento.
Il nuovo approccio di Kerakoll al rinforzo strutturale e antisismico è basato sull’impiego di Geomalte minerali e naturali a base di Geolegante e calce naturale NHL associate a tessuti GeoSteel in acciaio perlitico galvanizzato a elevatissima resistenza e tenacità. Questi sistemi rispettano pienamente le nuove concezioni progettuali e le indicazioni normative vigenti, proponendo sistemi moderni, innovativi, semplici da realizzare, meno onerosi e più rapidi, totalmente ecosostenibili, rispettosi della salute degli operatori e dell’ambiente.

AQUAZERO di Cemtech è una lastra in cemento portand, alleggerita con inerti minerali e fibrorinforzata mediante rete in fibra di vetro su entrambi i lati. La flessibilità e la leggerezza della lastra consente l’applicazione su qualsiasi forma, lasciando massimo spazio alla creatività dei progettisti. L’utilizzo di questo elemento, congiuntamente al sistema di parete ventilata, garantisce tempi rapidi nella realizzazione dell’involucro esterno, pulizia del cantiere, minor consumo di acqua e di energia e riduzione dei costi di movimentazione e stoccaggio.

Il sistema AQUAZERO può essere utilizzato sia in fase di nuova costruzione che di ristrutturazione nei seguenti casi:

Pareti e controsoffitti sia all’esterno che all’interno di edifici pubblici, edifici residenziali, stabilimenti industriali, edifici commerciali

Tramezzature, contropareti e controsoffitti in ambienti ad elevatissima umidità come piscine, spa, centri benessere.

Grazie alla loro robustezza possono essere utilizzate all’interno delle abitazioni in tutte le applicazioni e in tutti gli ambienti: pareti, soffitti, pavimenti a secco.

Rivestimenti di tunnel, gallerie, piani piloti, realizzazione di recinzioni, balconi.



Bonus ristrutturazioni 2018

Bonus ristrutturazioni 2018: come funziona la detrazione del 50% e chi può richiederla?

Per i lavori in casa effettuati a partire dal 1° gennaio 2018 sarà possibile beneficiare della detrazione Irpef, per un importo pari al 50 per cento delle spese sostenute ed entro il limite di 96.000 euro di spesa.

Bonus ristrutturazioni 2018, come funziona la detrazione fiscale del 50%

La proroga del bonus ristrutturazioni è una delle misure contenute nel testo ufficiale di Legge di Bilancio 2018, in vigore dal 1° gennaio 2018.

Anche per i lavori avviati a partire dal 1° gennaio 2018 e fino al prossimo 31 dicembre sarà possibile beneficiare della detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute ed entro il limite di 96.000 euro di spesa.

A partire dal 1° gennaio 2019 il bonus per lavori di ristrutturazione edilizia tornerà alla misura originaria prevista dall’art. 16-bis del TUIR: la norma originaria prevede una detrazione Irpef pari al 36% delle spese sostenute, fino al limite di 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare.

Con il decreto legge n. 83/2012 è stato, per la prima volta, portato al 50% il bonus ristrutturazioni e a 96.000 euro il tetto di spesa agevolata, seguito da numerose proroghe, ad ultimo quella prevista dalla Legge di Bilancio 2018.

Vediamo di seguito quali sono i lavori per cui spetta il bonus ristrutturazioni nel 2018 e quali gli altri bonus per lavori in casa prorogati con la Legge di Bilancio.

Bonus ristrutturazioni 2018: per quali lavori spetta

In base a quanto già previsto nella guida dell’Agenzia delle Entrate, il bonus ristrutturazioni 2018 spetta per:

  • lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, cioè su condomini (interventi indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001);
  • interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze (interventi elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001).

Alcuni esempi di lavori di manutenzione ordinaria per cui è riconosciuto il bonus ristrutturazioni sono i seguenti:

  • installazione di ascensori e scale di sicurezza
  • realizzazione e miglioramento dei servizi igienici
  • sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso
  • rifacimento di scale e rampe
  • interventi finalizzati al risparmio energetico
  • recinzione dell’area privata
  • costruzione di scale interne.

  • Chi ha diritto al bonus ristrutturazioni 2018

    Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, residenti o non residenti in Italia.

    La detrazione del 50% sull’Irpef può essere richiesta non solo dal proprietario ma anche dai seguenti soggetti che sostengono le spese:

    • proprietari o nudi proprietari;
    • titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
    • locatari o comodatari;
    • soci di cooperative divise e indivise;
    • imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce;
    • soggetti che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.

    Se è stato stipulato un contratto preliminare di vendita – compromesso – chi ha comprato l’immobile può usufruire del bonus se:

    • è stato immesso nel possesso dell’immobile;
    • esegue i lavori di ristrutturazione a proprio carico;
    • è stato regolarmente registrato il compromesso.

    L’agevolazione fiscale sui lavori di ristrutturazione può essere richiesta anche a chi esegue lavori in proprio sull’immobile ma soltanto per le spese sostenute per l’acquisto del materiale.

    Come pagare

    Il bonus ristrutturazioni prevede specifiche regole in merito al pagamento dei lavori. Sarà necessario utilizzare un bonifico bancario o postale, all’interno del quale dovranno essere indicati i seguenti dati:

    • causale del versamento: Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986;
    • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
    • codice fiscale o Partita Iva del beneficiario del pagamento.

    Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto anche se i lavori sono stati pagati con un finanziamento. In questo caso la società finanziaria dovrà pagare tramite bonifico, seguendo tutte le indicazioni per la compilazione (indicando il CF del soggetto per il quale si effettua il pagamento) e il titolare dell’agevolazione fiscale dovrà conservare la ricevuta del bonifico.



Sono sempre più accattivanti le proposte per un bagno da sogno: doppio lavabo, spa con doccia multifunzione e sauna, vasca idromassaggio e perfino palestra. La maggior parte delle volte però dobbiamo fare i conti con metrature ridotte e poche possibilità di intervenire a livello murario. Un bagno piccolo può quindi rappresentare una vera sfida, ma adottando alcuni accorgimenti progettuali si può riuscire a rendere la stanza visivamente più spaziosa senza rinunciare al comfort.

Innanzitutto utilizziamo colori chiari sia nel caso in cui le pareti vengano rivestite da piastrelle sia per la tinteggiatura. Per dare un tocco di luminosità in più applichiamo in alcune aree ben studiate del mosaico o decori lucidi, ad esempio nella zona lavabo o nella doccia. Per quanto riguarda la posa delle piastrelle è meglio quella orizzontale per allargare visivamente la stanza. Anche la resina è molto indicata, non avendo fughe farà infatti sembrare il bagno più grande. Perfetta da applicare direttamente sulle pareti o sulle vecchie piastrelle per rifare il look ad un bagno ormai datato, rendendolo luminoso, materico e attuale.
Utilizziamo invece la carta da parati per un effetto altamente decorativo, purché sempre di tonalità chiare e luminose e di tipologia adatta agli ambienti umidi.

Per quanto riguarda l’arredo optiamo per sanitari e mobili sospesi. Sfruttare lo spazio in altezza per il mobile lavabo e attraverso mensole e piccoli pensili non molto profondi, farà sembrare l’arredo più leggero e l’ambiente più ampio, inoltre ci agevolerà nella pulizia del pavimento.

Per spazi davvero mini preferiamo elementi dalle misure ridotte e intelligenti, come i sanitari compatti (dai 5 ai 7 centimetri circa in meno dei tradizionali) o un lavamani con mobile contenitore al posto di un classico lavabo. Lo spazio di movimento che recupereremo darà una maggiore sensazione di ampiezza. In ogni caso non esageriamo con la quantità di arredi e complementi, collochiamo solo quelli strettamente necessari o rischieremo l’effetto troppo pieno con un risultato opposto a quanto desiderato. Non dimentichiamo gli specchi, preziosi alleati nel creare l’illusione di uno spazio più ampio. Applichiamone uno di grandi dimensioni nella parete del lavabo, anche a copertura di un’intera porzione in modo da riflettere e amplificare lo spazio e la luce.

Se il bagno si trova in un immobile datato molto probabilmente sarà provvisto della classica vasca rettangolare; sostituiamola con una doccia dalle dimensioni più contenute e recupereremo spazio funzionale e visivo. Scegliamo poi un box doccia molto leggero, con vetro trasparente e telaio sottile. Meglio se il piatto doccia rimane a filo pavimento per dare continuità a quest’ultimo. Fatto questo possiamo spaziare nella scelta della colonna doccia anche tra quelle più accessoriate.

Se invece non vogliamo rinunciare alla vasca, e lo spazio ce lo consente, optiamo per un modello compatto ad angolo che funga anche da doccia.

Non va sottovalutata l’illuminazione. Una stanza buia sembrerà angusta e piccola. Studiamo quindi l’illuminazione generale che può essere costituita da una bella sospensione, purché con il corretto grado di luminosità, o da faretti incassati in un controsoffitto e direzionabili in modo che ogni angolo del bagno sia in piena luce. Predisponiamo poi la giusta illuminazione nella zona lavabo con applique a parete o integrata nello specchio. Infine, per i momenti di relax applichiamo un regolatore di intensità.



Se stiamo pensando di ristrutturare il bagno non possiamo certo scegliere i primi accessori che ci capitano, il bagno infatti è la stanza in cui ci prendiamo cura di noi stessi e va arredata con molta cura. Se non intendiamo fare una ristrutturazione completa, ma cambiare semplicemente i sanitari, magari dobbiamo adattarci per via degli scarichi, e degli attacchi dell’acqua, ma possiamo comunque avere un bagno di design. L’importante è ottenere un bagno che si adatti allo stile del resto della casa e con accessori moderni e tecnologici.

Sanitari che arredano

Per quanto riguarda la scelta degli accessori, ne esistono veramente di tutti i tipi, dai più moderni ai più tecnologici. Cosa c’è di più piacevole in una giornata di caldo estivo, o tornando a casa dopo il lavoro, di una bella doccia rigenerante. Possiamo trovare docce classiche o moderne, con la possibilità di avere anche funzioni quali; aromaterapia e cromoterapia. E per un relax ancora più completo c’è la possibilità di poter ascoltare la nostra musica preferita. Ma, dato che non siamo tutti uguali, magari qualcuno preferisce fare un bel bagno rilassante. Chi non sogna una vasca che si riempie da sola a un dato orario con la temperatura dell’acqua che più preferiamo? Beh forse non è solo un sogno. Ci sono poi il wc e il bidet da poter scegliere tra tanti modelli, i classici da appoggio o i più moderni sospesi, con forma arrotondata o squadrata tra tra i quali troveremo sicuramente quello che si adatta di più allo stile del nostro bagno. Ultimo, ma non certo per importanza, c’e il lavabo. Anche in questo caso non c’è che l’imbrazzo della scelta. Da appoggio, da incasso, rotondi, quadrati, insomma davvero di tutti i tipi, e anche qui la possibilità di avere a disposizione la tecnologia di ultima generazione.

Stile e qualità

Gli stili con cui arredare il nostro bagno vanno di pari passo con quelli che si usano per tutto il resto della casa, meglio restare più o meno sulla stessa linea per rendere l’ambiente uniforme e gradevole. Se ad esempio abbiamo un arredamento in stile vintage, un bagno troppo moderno stonerebbe un pò. Da non dimenticare l’illuminazione giusta, infatti deve sapersi adattare alle numerose necessità di un bagno, dalla più soffusa e delicata per una doccia o un bagno rilassante, a quella un pò più forte per altre necessità quotidiane come ad esempio il make-up. E come fare a meno di uno specchio, anche questi presenti in più stili per soddisfare ogni esigenza. Un altra cosa molto importante da tenere in considerazione è la qualità dei materiali. Come in tutte le cose se vogliamo che il nostro bagno duri nel tempo, è importante che scegliamo materiali di prima qualità. 

Accessori utili e di tendenza

In commercio esistono molti accessori fondamentali per attrezzare il nostro bagno in modo adeguato, e capaci di renderlo più bello esteticamente e sopratutto più funzionale. Questi accessori sono necessari in ogni bagno e sono; porta asciugamani, porta rotolo, scopini, porta spazzolini, portasapone e vari tipi di mensole porta tutto da mettere nella doccia o nella vasca. Si possono trovare in diversi materiali, che vanno dall’moderno acciaio al classico vetro, e addirittura in materiali come l’arenaria e il bamboo. Bisogna solo decidere quale stile si adatta di più al nostro bagno, per il resto ci sarà comunque l’imbarazzo della scelta. Se abbiamo un bagno un pò monocromatico, magari tutto bianco, possiamo rallegrarlo un pò con gli accessori colorati o effetto mosaico, che sapranno dare una sferzata di energia anche al bagno più anonimo. Se invece vogliamo stare sul classico possiamo optare per colori pastello o un delicato effetto marmo, in questo caso daremo un tocco di eleganza. Per gli amanti del natural ci sono accessori in bamboo o in vari tipi di pietre naturali, e infine per chi non vuole rinunciare a uno stile super moderno troviamo l’acciaio. Quest’ultimo può avere linee più squadrate o più morbide a seconda dei gusti, e naturalmente, nessuno ci vieta di mischiare un pò i vari stili per crearne uno su misura per noi. Non dimentichiamoci dei più giovani, se hanno un loro bagno personale, possono sbizzarrirsi con accessori ancora più particolari come ad esempio: scopini a forma di fiore, porta spazzolini robot o omino, porta asciugamani a cuore e specchi a forma di nuvola. Insomma un bagno divertente e colorato, dove imparare a prendersi cura della loro igiene personale diventa un gioco.

Non solo design

Naturalmente il bagno deve essere funzionale per tutti, sopratutto per le persone diversamente abili e gli anziani. Per loro è spesso necessario adeguare il bagno con accessori creati appositamente per la loro esigenze. Tra questi possiamo trovare, oltre ai classici vasi che tutti noi conosciamo bene, molte soluzioni per rendere più facile e sicuro il bagno anche per loro. Esistono infatti dei maniglioni fissi o retrattili da applicare nella zona water- bidet, dei seggiolini o sedute per la doccia e dei corrimano, sia orizzontali che verticali, continui ed estensibili, studiati per la loro sicurezza. Anche per il lavabo e la specchiera c’e la possibilità di essere adattati ad ogni esigenza. Visita ora il sito di Ceramica Globo e scopri nuove idee per arredare con gusto e stile il tuo bagno! Troverai sicuramente i migliori accessori per creare il bagno dei tuoi sogni.



 

Il biointonaco benesserebio® protegge la casa e mantiene nel tempo il suo potere termoevaporante,
è più caldo e isola termicamente la parete per permettere una più efficiente
climatizzazione interna e un risparmio di energia. Benesserebio® utilizza calce naturale
NHL migliorata con l’esclusivo Geolegante® di Kerakoll in combinazione con l’azione
protettiva contro i sali della Pozzolana naturale micronizzata. Questi elementi naturali
conferiscono al biointonaco prestazioni meccaniche superiori e una protezione totale
dall’umidita’.



KERAKOLL DESIGN HOUSE  è un progetto integrato di materie innovative – cementi, resine, legni lavorati a mano, microrivestimenti, pitture e smalti – coordinate in un’unica palette colori. Un nuovo stile di design per interni in cui gli ambienti e le pareti sfumano gli uni nelle altre: materie, texture e colori si fondono e pavimenti, rivestimenti, pareti, infissi, complementi di arredo, corpi illuminanti e riscaldanti diventano una superficie unica e continua.



GRANDE DIVENTA PIU’ GRANDE

Lastre fino a 162×324 cm e nuove superfici per la collezione Grande di Marazzi

Nuove superfici, nuove dimensioni, nuovo spessore: la collezione di lastre in gres porcellanato Grande di Marazzi diventa più grande per ampliare le possibilità di progettazione e personalizzazione attraverso materie straordinariamente duttili, versatili e resistenti.

Due nuovi formati160×320 cm rettificato in 6 mm162×324 cm in 12 mm,vanno ad aggiungersi ai già esistenti 120×120 cm e 120×240 cm in 6 mm di spessore.

Questa varietà di lastre dalle dimensioni extra-large permette di aprire la strada a inedite opportunità compositive per creare effetti di continuità o discontinuità visiva,su superfici piane orizzontali e verticali, elementi d’arredo, top bagno e cucina, piani lavoro, facciate architettoniche, soluzioni indoor e outdoor e una gamma sempre più ricca di opzioni tailor made.

Alla leggerezza del 6 mm, Grande 2018 affianca la solidità delle lastre in 12 mm, progettate per far scorrere la materia su superfici come top cucina e bagnoback-splashtavolielementi d’arredo e facciate esterne.

L’esplorazione del tema della continuità della materia per la collezione di lastre in gres porcellanato Grande 2018 sviluppa oggi nuove finiture per permettere una maggiore libertà progettuale, tanto da diventare quasi una seconda pelle studiata per rivestire ogni tipo di superficie senza limiti di continuità.



Amphibia è una membrana impermeabile multistrato, idro-reattiva, autosigillante, autoriparante ed autoagganciante nella versione grip.

È composta da un manto continuo polimerico multistrato coestruso, con funzionalità differenziate, per una totale tenuta stagna delle strutture interrate dalle infiltrazioni d’acqua.

1) Tessuto non tessuto auto-agganciante al calcestruzzo
2) Strato idro-reattivo a espansione controllata per l’autosigillatura nei sormonti
3) Strato di sicurezza super-espansivo autosigillante e autoriparante
4) Strato a totale tenuta stagna


FISSAGGIO FACILE
NESSUNA PERDITA D’ACQUA


SORMONTO
SICURO


AUTOAGGANCIANTE
AL CALCESTRUZZO


AUTOSIGILLANTE

Come scegliere una buona pavimentazione per esterni in gres

 Un fattore importante da non sottovalutare per la scelta di un pavimento per outdoor è la sua bassa manutenzione: le piastrelle in gres richiedono fortunatamente pochissima manutenzione rispetto ad altre superfici, poiché sono resistenti all’umidità, all’acqua e alla muffa. Possono essere facilmente pulite con un detergente delicato + acqua e non richiedono resinature o altri trattamenti periodici.

Spesso gli spazi esterni sono molto ampi, parecchio di più di quelli interni, per cui è necessario scegliere con oculatezza il pavimento per non doversi ritrovare a pulire fughe e avvallamenti che si riempiono ad ogni stagione di polvere e detriti atmosferici!

Un altro dettaglio da tenere a mente durante la scelta è la resistenza allo scivolamento. Ciò contribuirà a prevenire incidenti e lesioni, in particolare nelle aree che sono spesso bagnate o esposte all’umidità. In caso di balconi o terrazzi non è necessaria una resistenza altissima (è sufficiente un R10). Per zone come camminamenti scoperti o bordi piscina invece è fondamentale un R11 o R12 per evitare cadute. Più alto è il codice R e più il pavimento è “ruvido”, quindi anche più complicato da pulire con il semplice straccio.

Riassumendo, un pavimento ottimale per esterni deve avere le seguenti caratteristiche:

  • Resistente e inalterabile nel tempo, più delle lastre in cemento o pietra naturale
  • Inattaccabile da muffe, muschi e pesticidi
  • Resistente agli sbalzi termici
  • Ingelivo
  • Inassorbente (< 0,1%)
  • Resistente al sale
  • Ignifugo (classe A1 – EN 13501:1)
  • Resistente agli acidi
  • Con elevate proprietà antiscivolo
  • Altamente resistente ai carichi di rottura

Quando si installa una pavimentazione esterna è necessaria una corretta preparazione del fondo: la base dell’area esterna deve essere preparata con la rimozione di vegetazione o detriti, la classificazione dell’area per garantire un drenaggio adeguato e la compattazione del terreno per fornire una base stabile per i materiali di pavimentazione.

 

Un corretto drenaggio è essenziale per evitare che l’acqua si accumuli sulla superficie e causi danni. Dovrebbe essere prevista una pendenza di almeno l’1% per consentire all’acqua di defluire lontano dall’area pavimentata. Le lastre di pavimentazione devono essere installate correttamente secondo le istruzioni del produttore, utilizzando l’adesivo o la malta appropriati e assicurandosi che siano livellate e uniformemente distanziate. La fuga è necessaria, anche se la piastrella è rettificata.

Nel complesso, la pavimentazione esterna richiede un’attenta pianificazione, preparazione e installazione per garantire un risultato duraturo e attraente. 

Le migliori finiture, colori e dimensioni

Come ben sai il grés è un materiale che può imitare bene altri materiali pur mantenendo le sue inimitabili caratteristiche. Il vantaggio è che puoi scegliere un unico materiale per l’interno che continui anche fuori, oppure puoi far proseguire il pavimento su porzioni di facciata, se stai progettando una villetta indipendente.

In commercio sono disponibili anche pezzi speciali per realizzare gradini, bordi piscina, griglie oppure formati diversi per differenti utilizzi. Le grandi lastre sono molto belle, ma non sempre possono essere installate ovunque, questo per poter garantire le giuste pendenze di scolo acque. Dunque è necessario progettare in anticipo il pavimento esterno per evitare sorprese dopo la posa.

Quando si sceglie la dimensione della pavimentazione esterna, ci sono alcune cose da considerare:

  1. Ladimensione generale dell’area esterna: le grandi dimensioni (120×120) possono essere più appropriate per aree esterne più estese, mentre le piastrelle più piccole possono essere adatte per aree più ridotte o per creare modelli combinati.
  2. L’uso previsto dello spazio esterno: ad esempio, se prevedi di utilizzare l’area esterna per cenare o stare con gli amici, ti consiglio di scegliere pezzature medio-grandi (60×90,60×120) che possono ospitare comodamente tavoli e sedie. Se l’area è principalmente per camminare o scopi decorativi, vanno bene anche dimensioni inferiori (60×60 o 30×60).
  3. L’estetica desiderata: le dimensioni delle piastrelle possono anche influire sull’estetica generale dello spazio esterno. Più la pezzatura è grande e più creerà un aspetto moderno e minimalista.
  4. Considerazioni sull’installazione: le dimensioni delle piastrelle possono influire sulla praticità di installazione. Le piastrelle grandi richiedono più supporto e livellamento, mentre le piastrelle più piccole possono essere più flessibili e più facili da posare in spazi ristretti. Se il terreno non è completamente piatto, la posa delle piastrelle grandi potrebbe richiedere più tempo e attenzione per garantire un pavimento uniforme.

Un equilibrio tra praticità ed estetica dovrebbe essere trovato per creare uno spazio esterno funzionale e visivamente accattivante.

Le finiture più frequenti sono effetti pietra, cemento, legno, terra battuta, resina e materiali da spacco. Sono tutte varianti interessanti che puoi valutare a seconda dell’utilizzo. Se hai un pavimento in parquet interno ti sconsiglio di usare un effetto legno sul terrazzo perché noterai facilmente la differenza sostanziale tra i due materiali. Preferisci invece un effetto pietra o cemento.

 

Quando devi invece di scegliere i colori per la pavimentazione esterna, ci sono diversi fattori da considerare, tra cui il tipo di materiali per pavimentazione, l’ambiente circostante e l’estetica generale dello spazio esterno.

I colori dell’ambiente circostante, come gli edifici vicini, gli alberi e il paesaggio, dovrebbero sempre essere presi in considerazione. Se hai una predominanza di rosso (mattoncini), ad esempio, meglio scegliere a pavimento colori freddi e desaturati.

Il colore della pavimentazione esterna dovrebbe anche essere scelto in base all’estetica generale dello spazio esterno. Ad esempio, se stai creando un’area esterna moderna e minimalista, potresti voler scegliere una tavolozza di colori neutri con sfumature di grigio o beige. D’altra parte, se stai creando uno spazio più rustico o in stile mediterraneo, potresti voler scegliere toni della terra più caldi come terracotta, marrone o taupe.

Anche le condizioni di illuminazione generale sono importanti quando si scelgono i colori della pavimentazione. I colori più scuri possono assorbire più calore, mentre i colori più chiari possono riflettere più luce ed essere più facili da vedere in condizioni di scarsa illuminazione. Non sceglierei comunque mai il bianco perché poco pratico per la pulizia!

 

Inizio modulo

Abbinare pavimento esterno e interno

L’abbinamento del colore dei pavimenti esterni con quelli interni dipende dallo stile della casa e dalle preferenze personali. Ho individuato alcune linee guida generali che ti possono aiutare a creare un effetto armonioso:

  1. Considera il colore dei mobili e delle pareti interne.Se hai un arredamento con tonalità calde come beige, marrone o rosso, potresti preferire un pavimento esterno in tonalità neutre come il grigio o il beige. D’altra parte, se le pareti interne sono di colore bianco o grigio chiaro, potresti optare per un pavimento esterno più scuro o colorato.
  2. Pensa al clima e alle condizioni meteorologiche. Se la zona è caratterizzata da molta pioggia o neve, sarebbe meglio scegliere un pavimento esterno scuro o con una texture ruvida, in modo da evitare che diventi scivoloso.
  3. Coordina lo stile degli interni ed esterni.Se hai uno stile moderno all’interno, potresti preferire un pavimento esterno in cemento o pietra naturale. D’altra parte, se la tua casa ha uno stile più tradizionale, un pavimento in mattoni o in legno potrebbe essere più adatto.
  4. Utilizza colori complementari.Se vuoi creare un effetto contrastante, potresti scegliere colori complementari. Ad esempio, se le pareti interne sono di colore marroncino, un pavimento esterno grigio potrebbe creare un effetto interessante.

Ho preparato delle moodboard per permetterti di valutare alcuni abbinamenti piacevoli tra interno ed esterno. Ovviamente sai bene che la situazione va valutata caso per caso, ma a livello cromatico puoi già trarre ispirazione.

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La fibra di legno monostrato Thermo Dry è un materiale naturale e
sostenibile, ricavato dal pino e dall’abete rosso.
Il processo di produzione dei pannelli è molto singolare e viene ottenuto
mediante l’impiego di energie provenienti da fonti rinnovabili.
Il legno viene trattato in speciali macchine che lavorano su processi
termo-meccanici dopo aver frantumato in fibre molto fini il materiale ligneo.
Subito dopo avviene la pressatura, che compatta le fibre e dona stabilità ai
pannelli.
L’intero processo è costituito da una lavorazione su materia prima naturale
con l’aggiunta di resina poliestere e in alcuni casi di paraffina per aumentare
la resistenza meccanica.
Essendo questi pannelli costituiti per oltre il 96% da legno, sono
completamente riciclabili secondo i parametri dei C.A.M. e i rifiuti non
danneggiano o inquinano l’ambiente e tali affermazioni sono certificate
secondo lo standard EPD.
L’applicazione che si ottiene del Thermo Dry, in ambito edile, risulta
veramente vasta e articolata.
In conclusione, il Thermo Dry, non solo è un ottimo isolante termico e
acustico, ma garantisce la sostenibilità ambientale, è un materiale altamente
ecologico e assicura un elevato benessere abitativo.Pafile catalogo

BONUS IDRICO

Meglio tardi che mai: è in arrivo il bonus idrico che doveva vedere la luce già a mese di marzo ma è rimasto parcheggiato nel limbo a causa del cambio di governo e ad una differente concezione della politica fiscale da parte del nuovo esecutivo.

Cos’è e chi ha diritto al bonus

Il Ministero della Transizione Ecologica (Mite) afferma al Corriere della Sera che è tutto pronto per partire con il decreto relativo all’agevolazione per chi intende sostituire la vecchia rubinetteria ed i vasi sanitari ed avere un risparmio delle risorse idriche, che è il fine per cui viene erogato il bonus idrico. Può essere richiesto una sola volta e per un solo immobile per gli interventi di efficientamento idrico fino ad esaurimento delle risorse stanziate di complessivi 20 milioni di euro per l’anno 2021. Il bonus viene emesso secondo l’ordine temporale di arrivo delle domande fino ad esaurimento delle risorse. Possono beneficiare del bonus “i maggiorenni residenti in Italia, titolari del diritto di proprietà o di altro diritto reale su edifici esistenti, nonché di diritti personali di godimento su parti di edifici esistenti o singole unità immobiliari“.

Qual è la tipologia di intervento

Come si legge sul testo del decreto, per avere diritto al bonus idrico, si devono eseguire interventi di “sostituzione di vasi sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto e di apparecchi di rubinetteria sanitaria, soffioni doccia e colonne doccia esistenti con nuovi apparecchi a limitazione di flusso d’acqua”. I casi sono i seguenti: la fornitura e la posa in opera di vasi sanitari in ceramica con volume massimo di scarico uguale o inferiore a 6 litri e relativi sistemi di scarico, compresi le opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti; la fornitura e l’installazione di rubinetti e miscelatori per bagno e cucina, compresi i dispositivi per il controllo di flusso di acqua con portata uguale o inferiore a 6 litri al minuto, e di soffioni doccia e colonne doccia con valori di portata di acqua uguale o inferiore a 9 litri al minuto, compresi le eventuali opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti. I sistemi a cui il bonus fa riferimento possono essere necessari per il filtraggio, la mineralizzazione, il raffreddamento e l’addizione di anidride carbonica alimentare.

Quanto vale il bonus e come richiederlo

Le risorse totali, come detto, sono di 20 milioni di euro e al singolo cittadino spetta un limite massimo di 1.000 euro per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021 per ogni abitazione e 5mila euro per immobili adibiti ad attività commerciale o istituzionale. Una volta raggiunti i requisiti necessari per poter ricevere il rimborso delle spese, la cifra verrà accreditata direttamente sull’Iban del beneficiario in un’unica soluzione. Per ottenere il rimborso, bisognerà presentare un’istanza registrandosi su una Piattaforma accessibile del sito del Mite. L’identità dei beneficiari (nome, cognome e codice fiscale), sarà accertata attraverso Spid o con la Carta d’Identità Elettronica. Oltre alle generalità, bisognerà inserire l’importo della spesa sostenuta per cui si richiede il rimborso; la quantità del bene e specifiche della posa in opera o installazione; le specifiche tecniche, per ogni bene sostituito da apparecchi a limitazione di flusso d’acqua, oltre a specifica della portata massima d’acqua (in l/min) del prodotto acquistato; l’identificativo catastale dell’immobile (Comune, Sezione, Sezione Urbana, Foglio, Particella, Subalterno) per cui è stata presentata istanza di rimborso e, infine, di non avere usufruito di altre agevolazioni fiscali per le medesime spese. Fondamentale sarà anche allegare la copia della fattura o della documentazione commerciale.

 

La fibra di legno monostrato Thermo Dry è un materiale naturale e
sostenibile, ricavato dal pino e dall’abete rosso.
Il processo di produzione dei pannelli è molto singolare e viene ottenuto
mediante l’impiego di energie provenienti da fonti rinnovabili.
Il legno viene trattato in speciali macchine che lavorano su processi
termo-meccanici dopo aver frantumato in fibre molto fini il materiale ligneo.
Subito dopo avviene la pressatura, che compatta le fibre e dona stabilità ai
pannelli.
L’intero processo è costituito da una lavorazione su materia prima naturale
con l’aggiunta di resina poliestere e in alcuni casi di paraffina per aumentare
la resistenza meccanica.
Essendo questi pannelli costituiti per oltre il 96% da legno, sono
completamente riciclabili secondo i parametri dei C.A.M. e i rifiuti non
danneggiano o inquinano l’ambiente e tali affermazioni sono certificate
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L’applicazione che si ottiene del Thermo Dry, in ambito edile, risulta
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11/08/2021

KERAKOLL

Cementoresina® 1

Rasante colorato di fondo per pavimenti Cementoresina®. Design italiano per il benessere abitativo.
Definisce la struttura del fondo e lo strato ripartitore di tensioni del pavimento continuo Cementoresina® da sovrapplicare con il rasante colorato decorativo Cementoresina® 2.
Per interni, in ambienti ad uso civile e commerciale. Per pavimenti, scale e piatti doccia. Disponibile nei 150 colori Color Collection e nei 10 colori Warm Collection.
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21/07/2021

Bonus risparmio idrico, quando e come richiederlo?

C’è aria di novità intorno al bonus risparmio idrico: si attende soltanto in decreto attuativo per dare avvio alla misura che consentirà di ottenere dei benefici dal risparmio d’acqua. La misura è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 (L.178/2020), che ha proposto tra le tantissime agevolazioni che si possono richiedere anche senza ISEE un bonus pensato per premiare coloro che si preoccuperanno del risparmio d’acqua. Scopriamo quando partirà, come richiederlo e tutti i dettagli attualmente noti.

Il nome con cui viene conosciuta questa misura in partenza varia; alcuni lo conoscono come Bonus Rubinetti, altri come Bonus Bagno, ma il nome ufficiale ce lo fornisce l’Agenzia delle Entrate ed è, appunto, Bonus Risparmio Idrico.

La misura è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 (L.178/2020), che ha proposto tra le tantissime agevolazioni che si possono richiedere anche senza ISEE un bonus pensato per premiare coloro che si preoccuperanno del risparmio d’acqua.

Questa agevolazione, infatti, è prevista dal Governo italiano al fine di permettere agli italiani di sostituire sanitari e rubinetterie, in favore di nuove attrezzature a risparmio idrico (inclusi soffioni doccia, colonne doccia e altra rubinetteria).

I fondi a disposizione per il bonus risparmio idrico sono pari a venti miliardi di euro, ma il bonus non è ancora partito.

Scopriamo quando partirà, come richiederlo e tutti i dettagli attualmente noti.

Cos’è il Bonus Risparmio Idrico 2021

Introdotto con l’ultima Legge di Bilancio, nelle intenzioni del legislatore il bonus Risparmio Idrico si propone di offrire aiuto a tutte quelle famiglie italiane messe in ginocchio dalla pandemia, così come tutti gli altri bonus previsti dalla medesima Legge.

L’agevolazione prevede un incentivo economico che permetterà agli italiani non solo di ristrutturare i propri bagni con attrezzature moderne, ma anche di contribuire al risparmio idrico grazie ad idonee rubinetterie.

L’Agenzia delle Entrate è infatti molto chiara nel definire il Bonus Risparmio Idrico, che prevede 1000 euro riservati a persone fisiche (purché residenti in territorio italiano), per la sostituzione di “sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto” e “rubinetteria, i soffioni e le colonne doccia con nuovi apparecchi a flusso d’acqua limitato.”

Spese ammesse per richiedere il Bonus Risparmio Idrico

Ovviamente, non si tratta di un bonus ristrutturazione che può essere fruito per qualsiasi tipo di sostituzione: i sanitari scelti dovranno possedere determinati requisiti.

Per quanto riguarda i vasi sanitari, per poter richiedere il bonus risparmio idrico questi dovranno avere un volume di scarico che non deve superare i sei litri. Sempre in merito ai vasi sanitari, si potrà richiedere il bonus anche per le spese che si dovranno sostenere per la posa e lo smontaggio dei vecchi sanitari (intendendo, con queste opere, sia quelle murarie che quelle idrauliche).

Per la rubinetteria, sono ammesse le spese per la sostituzione con rubinetti e mixer la cui portata non sia superiore, anche in questo caso, a sei litri (al minuto). Anche la rubinetteria della cucina rientra tra le spese ammissibili, così come le opere di smontaggio e smontaggio e/o sostituzione.

Infine, anche colonne e soffioni per doccia rientrano tra le spese ammissibili, purché il flusso d’acqua non sia superiore ai nove litri (al minuto). Rientrano tra le spese ammissibili anche le opere di posta, smontaggio delle vecchie apparecchiature e sostituzione con quelle nuove.

Bonus Risparmio Idrico: perché è stato introdotto

Da quanto visto fino ad ora, il bonus risparmio idrico è previsto per diverse tipologie di interventi migliorativi; l’agevolazione è stata voluta dall’ex Governo Conte con una finalità: quella di limitare i flussi d’acqua in uscita e, dunque, di promuovere il risparmio idrico.

Il tutto, tramite interventi di miglioramento indirizzati a vasi, rubinetteria e docce.

L’installazione di apparecchiature a scarico ridotto consentirà il risparmio idrico sia per la famiglia che deciderà di usufruirne, sia per quanto riguarda le risorse idriche. È anche per questa ragione che, tra le spese ammesse, troviamo anche quelle per la sostituzione della rubinetteria in cucina.

Ovviamente, il risparmio idrico rispetto alla situazione preesistente dovrà essere documentato tramite le specifiche delle nuove attrezzature.

I beneficiari del Bonus Idrico: chi può richiederlo?

L’allora Governo Conte ha pensato al Bonus Risparmio Idrico come ad una agevolazione per tutti, che avesse carattere universale: per tale ragione, non sarà necessario presentare ISEE familiare quando si effettuerà la richiesta e ogni cittadino italiano potrà beneficiarne.

I beneficiari dovranno avere regolare residenza in Italia ed essere persone fisiche; altro dettaglio è che, per la richiesta del bonus risparmio idrico, il luogo per il quale si richiedere il bonus deve essere in fase di ristrutturazioneNessuna regola, invece, per quanto riguarda l’immobile, che potrà essere di qualsiasi tipologia. Insomma, il bonus risparmio idrico è valido anche per condomini e fabbricati.

Unica limitazione: il fatto che il bonus sia legato alle ristrutturazioni, di fatto non rende possibile la richiesta nel caso l’appartamento (o qualsiasi altro tipo di edificio) sia di nuova costruzione.

Il bonus, come già confermato dall’Agenzia delle Entrate, non costituirà reddito imponibile.

Bonus risparmio idrico: come viene erogato?

Le modalità di erogazione non sono ancora note, dato che manca il decreto attuativo che definisca tutti i dettagli del Bonus risparmio idrico; di conseguenza, non sappiamo ancora se il bonus prevederà un rimborso dei mille euro previsti, o se si tratterà di detrazioni fiscali.

Nulla si sa, inoltre, circa le modalità di presentazione della domanda, né se andrà consegnata prima dell’inizio della ristrutturazione dell’immobile.

Sappiamo però che i venti milioni di euro stanziati per il 2021 saranno di pertinenza del Fondo per il risparmio di risorse idriche.

Bonus Risparmio Idrico: a quando il decreto attuativo?

Leggiamo sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate che, dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, sarebbero dovuti passare non oltre sessanta giorni per il decreto attuativo da parte del Ministero dell’ambiente. Tra l’altro, la Legge di Bilancio è valida soltanto fino al 31 dicembre di quest’anno (e, dunque, alla fine dell’anno mancano soltanto pochi mesi).

Eppure, nulla si sa ancora del decreto attuativo che definirà la modalità di presentazione della domanda per il bonus risparmio idrico, così come le modalità di erogazione. Il decreto attuativo era atteso entro fine maggio 2021.

Il fatto che il Governo, durante i mesi passati, abbia subito dei cambiamenti è sicuramente una delle cause del ritardo nel decreto attuativo che renderà la misura operativa. La situazione è ancora bloccata, in quanto il nuovo Governo ha dovuto occuparsi di situazioni più urgenti legate all’emergenza. Il bonus risparmio idrico, dunque, è passato in secondo piano.

Non dobbiamo però disperare: secondo SkyTg24

“Il governo fa però sapere che non si tratta di un bonus cancellato: seppur con ritardo, è entrato nella fase della concertazione con gli altri ministeri coinvolti”.

Dunque, nonostante il ritardo e la mancanza del decreto attuativo, il bonus non è stato sospeso né cancellato; è molto probabile che, durante le prossime settimane, ne sapremo di più.

Altri bonus idrici: il bonus acqua potabile

Nell’attesa del decreto attuativo che renda operativo il bonus risparmio idrico, possiamo contare su un altro bonus legato all’acqua, anche questo previsto dalla Legge di Bilancio (Art. 1, c. da 1087 a 1089): il bonus acqua potabile.

In questo caso si prevede di incentivare delle opere al fine di ottenere un miglioramento della qualità dell’acqua erogata dai rubinetti, non solo per le abitazioni, ma anche per i locali commerciali e aziendali.

Anche il bonus acqua potabile è stato pensato per dare una svolta green al nostro Paese, in quanto, grazie alla diffusione di depuratori e apparecchiature che rendano l’acqua potabile, si favorirà un minor consumo di bottiglie in plastica.

In questo caso, a differenza del bonus risparmio idrico, sappiamo benissimo in cosa consiste il bonus acqua potabile: si tratterà di ricevere un credito di imposta al 50% delle spese che verranno sostenute per l’istallazione di depuratori. Oltre a quelli che si occupano di filtrare l’acqua, sono ammessi anche i depuratori che aggiungono minerali o anidride carbonica: l’importante è che il depuratore scelto depuri l’acqua e la renda disponibile e idonea ad essere potabile.

Il bonus acqua potabile è pari a 1000 euro se richiesto per uso domestico, mentre nel caso in cui sia richiesto per attività commerciali, la spesa per la messa in funzione di depuratori può raggiungere anche i 5000 euro.

In questo caso il bonus non è gestito dal Ministero dell’Ambiente, ma da Enea (l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile); le domande, esclusivamente telematiche, andranno inviate tra il primo e il 28 febbraio 2022, periodo nel quale dovranno comunicare all’ente le spese che hanno effettuato, per l’installazione del depuratore, nell’anno 2021.

Per il bonus acqua potabile il Governo ha stanziato cinque milioni di euro.

Bonus Idrico: aiuti dalle province

Nell’attesa del decreto attuativo che renda operativo il bonus risparmio idrico, comunque, le regioni e, soprattutto, le province, hanno iniziato a muoversi nel tentativo di aiutare le famiglie vessate dalla crisi.

Esistono, infatti, tutta una serie di bonus legati alle risorse idriche che sono attivi a livello provinciale; nella maggior parte dei casi, comunque, si tratta di bonus legati alla presentazione dell’ISEE, a differenza del bonus risparmio idrico nazionale che, invece, è per tutti.

Nella maggior parte dei casi, sono aiuti che consentono ai cittadini particolarmente svantaggiati di ottenere delle agevolazioni sui consumi idrici.

Giusto per citare un esempio, leggiamo sul sito ufficiale del Comune di Garlasco che la provincia di Pavia ha istituito nel 2021 il bonus idrico provinciale, “a favore di utenti domestici in condizioni di disagio economico”.

Le domande, riservate ai possessori di ISEE, potranno essere presentate solo fino al 30 di settembre 2021.

Per il bonus risparmio idrico nazionale senza ISEE, invece, dovremo ancora aspettare il decreto attuativo.

Ristrutturazione bagno: come accedere a detrazioni fiscali

 

Gli interventi di ristrutturazione bagno sono opere importanti, che permettono di dare un nuovo look alla stanza e renderla più funzionale e piacevole da vivere. Tuttavia rappresentano un impegno economico importante che potrebbe apparire difficile da affrontare senza avere accesso alle detrazioni fiscali. Vediamo allora quali sono i passaggi necessari per non perdere questa importante opportunità.

Detrazione fiscale ristrutturazione bagno 2021

La detrazione fiscale ristrutturazione bagno è stata confermata anche per tutto il 2021 dalla nuova Legge Finanziaria, insieme all’Ecobonus, al Bonus Mobili ed al Bonus Verde, e permette di ottenere uno sconto del 50% della spesa totale effettivamente sostenuta per i lavori (comprese quelle di progettazione). L’importo totale ammesso a detrazione è di 96.000€ per cui il limite massimo detraibile è di 48.000€

Per avere diritto alla detrazione i lavori di ristrutturazione bagno non devono interessare solo la sostituzione dei sanitari, ma andare a comprendere anche interventi di rifacimento dell’impianto idrico-sanitario, messa a norma o opere di rinnovamento. La sola sostituzione dei sanitari infatti viene considerata manutenzione ordinaria e non da quindi diritto alla detrazione. Coloro che vogliono approfittare di questa importantissima opportunità per ristrutturare il bagno dovranno conservare tutti i documenti relativi ai lavori effettuati (fatture) e provvedere al pagamento degli stessi attraverso il bonifico bancario o postale. Sul documento di pagamento dovranno essere indicati:

  • gli estremi della fattura a cui si riferiscono (numero e data del documento)
  • la causale del versamento (fare riferimento all’art. 16 del DPR 917/86)
  • i dati anagrafici del beneficiario (compreso codice fiscale o Partita IVA dell’azienda)
  • il codice fiscale di colui che beneficerà della detrazione

Tutta la documentazione dovrà essere conservata con cura e consegnata poi al proprio commercialista per la compilazione del 730 relativo all’anno in cui tale spesa è stata sostenuta. Per gli interventi pagati entro il 31 dicembre 2020 la documentazione rientra nel Mod 730 da presentare entro il 2021, mentre per quelli sostenuti a partire dal 1 gennaio 2021 dovrà essere allegata alla dichiarazione dei redditi da presentare nel 2022.

Come abbiamo detto la detrazione sarà pari alla metà degli importi effettivamente sostenuti nel corso dell’anno. Tale importo verrà suddiviso in dieci rate di uguale importo: se ad esempio abbiamo effettuato interventi che hanno comportato una spesa di 96.000€ (limite massimo) per le ristrutturazioni ci vedremo riconosciuto un bonus di 48.000€ che ci verrà rimborsato in dieci anni con 4.800€ ogni anno.

Una cosa a cui occorre prestare particolare attenzione riguarda la capacità di capienza del soggetto ammesso alla detrazione. La quota annua di rimborso infatti sarà riconosciuta fino al raggiungimento delle imposte versate: una eventuale eccedenza andrà persa e non sarà possibile recuperarla in anni successivi. Supponiamo ad esempio il caso di due coniugi che decidono di effettuare lavori di ristrutturazione bagno nel proprio appartamento e che uno dei due abbia un reddito basso su cui le ritenute Irpef sono minime o inesistenti: se nel documento di pagamento (bonifico bancario o postale) indicasse il proprio codice fiscale come beneficiario della detrazione non potrebbe ottenere il rimborso di 4.800€ all’anno, ma solo il totale delle ritenute da lui subite (una eventuale eccedenza andrebbe persa). 

I soggetti beneficiari della detrazione fiscale ristrutturazione non sono soltanto i proprietari, ma possono essere anche tutti coloro che hanno la nuda proprietà oppure un diritto di godimento sull’immobile, quindi è ammesso a beneficiare della detrazione fiscale ristrutturazione bagno anche l’inquilino. L’agevolazione fiscale riguarda non solo la casa di abitazione, ma anche la seconda casa ed è quindi un’ottima opportunità anche per tutti coloro che hanno intenzione di rinnovare il bagno nella casa al mare o in montagna.

 

Le resine, una nuova idea per interni.

Parliamo delle resine, un materiale che negli ultimi anni è diventato molto di tendenza nel settore dell’interior design.

Molti di voi ne avranno sentito parlare soprattutto per quanto riguarda i pavimenti che costituiscono la loro applicazione maggiore in quanto sono un’alternativa originale ai materiali più tradizionali, come le piastrelle in gres porcellanato, ceramica e cotto, o il parquet o il laminato.

Ma cos’è la resina?  La resina è un materiale ottenuto attraverso processi chimici industriali. Tra le varie resine sintetiche disponibili, quella più comunemente impiegata nell’edilizia per realizzare rivestimenti resinosi per pavimentazioni è la resina epossidica.

Inizialmente il loro impiego è stato soprattutto in campo industriale per la loro capacità di aderire perfettamente al supporto in calcestruzzo, per la rapidità di applicazione e per caratteristiche di resistenza all’usura. Pian piano, grazie ai suoi innumerevoli vantaggi, tra i quali quello estetico in quanto permette di realizzare una pavimentazione omogenea, senza giunti o fughe uniformando la superficie, si è diffuso rapidamente anche nel settore commerciale e residenziale.

Il loro successo è sicuramente legato anche alla possibilità di rinnovare completamente l’immagine di un ambiente senza dover ricorrere a pesanti e radicali opere di rimozione dei pavimenti e dei sottofondi esistenti, con risparmio di costi e tempi di esecuzione. Inoltre grazie al sottile spessore dei manti in resina non si deve neppure ricorrere al taglio di porte ed infissi esistenti. La posa può essere eseguita su qualsiasi superficie, cemento, pietra, piastrelle, purché stabile, perfettamente liscia e priva di umidità.

Inoltre esso è un pavimento praticamente unico! Replicare un pavimento in resina è pressochè impossibile, perfino per lo stesso applicatore. La soluzione diventa perciò una piccola opera d’arte sotto i vostri piedi, da vivere nella sua unicità. In base alle vostre esigenze estetiche e alla scelta dei materiali, si possono ottenere molteplici effetti decorativi, dallo spatolato al nuvolato, dal monocromatico al ‘quadro d’autore’.

L’applicazione della resina è andata ben oltre a quella sul pavimento. Oggi viene anche utilizzata anche come rivestimento per ambienti residenziali, quali camere, bagni, scale, ottenendo dei suggestivi effetti decorativi: si possono ottenere sia superfici lisce come seta che altre di grana naturale dalle differenti texture.

Il Parquet Berti

1. SI PUÒ POSARE IL PARQUET IN BAGNO O IN CUCINA?

Il pavimento in legno può essere posato tranquillamente sia in cucina che nella sala da bagno. L’acqua, infatti, se non ristagnante, non danneggia il parquet.Soprattutto per quanto riguarda il bagno, sarà importante ponderare con attenzione la tipologia di parquet da posare (formato, specie legnosa e protezione).
Le specie legnose più stabili a contatto con l’umidità sono il Doussiè, Merbau, Iroko e Teak.
Il Rovere richiede una certa cautela, perché a contatto con l’umidità tende a creare macchie nerastre causate dalla fuoriuscita di tannino, molto presente in questa specie legnosa. Se è previsto un uso intensivo della sala da bagno, perché trattasi del servizio principale in cui sono più frequenti i lavaggi e la presenza dei bambini, sarà importante garantire la superficie del parquet con un progetto intensivo di protezione. In ogni caso, per una fruizione più serena e limitatamente alla zona doccia, vasca, WC e bidet, si consiglia di impiegare una pavimentazione di servizio, realizzata in materiale lapideo o ceramico. È comunque consigliabile, per avere buona cura dei pavimenti, aprire sempre le finestre ed aerare i locali dopo l’utilizzo di docce o simili per eliminare l’eventuale umidità che si fosse depositata all’interno delle stanze ed evitare che questa possa alterare i pavimenti.

2. QUALI SONO LE PRINCIPALI QUALITÀ’ E CARATTERISTICHE TECNICHE DEL PARQUET?

Il pavimento in legno spicca per qualità estetiche, durabilità e resistenza all’usura, buone performance alle sollecitazioni meccaniche e vibrazionali, ottimo isolamento termico e acustico.  Tra le altre proprietà, la resistenza al calpestio, grazie alla innata durezza dei legnami e la grande elasticità che rende il parquet particolarmente adatto agli impianti sportivi. Bisogna poi considerare la lunga conservazione del parquet nel tempo e la possibilità di ripristinarlo o rinnovarlo facilmente, attraverso lucidatura e levigatura.
Ultimo ma non meno importante, il pavimento in legno rappresenta una scelta che rispetta l’ambiente essendo assolutamente sostenibile, in quanto si tratta di un prodotto interamente riciclabile a differenza di quanto accade per il laminato, la ceramica, il marmo e prodotti simili.

3. CHE DIFFERENZA C’È TRA PARQUET E LAMPARQUET?

Per “parquet” si intende il prodotto in generale, suddiviso poi in diverse tipologie: il parquet “tradizionale” in legno massello, il parquet “prefinito”, costituito da una sola parte di legno nobile, etc. Il “lamparquet” è un parquet di legno massello con spessore dagli 8 ai 10 mm, lunghezza dai 250 ai 300 mm, larghezza dai 45 ai 65 mm. Tali dimensioni sono stabilite dalla Normativa UNI 4375.

4. QUALE FINITURA È MIGLIORE: AD OLIO O A VERNICE?

La scelta della finitura è molto soggettiva: dipende dal risultato estetico e dalle sensazioni che si vogliono ottenere dal proprio parquet. La finitura a olio regala al pavimento in legno un effetto di grande naturalità, mentre quella a vernice mette in evidenza e valorizza le tonalità, i cromatismi dei tessuti legnosi. Al di là dell’aspetto estetico, però, la finitura deve anche garantire le performance funzionali del parquet. In generale, visto che l’olio richiede più cura e manutenzione, molto spesso si opta per la finitura a vernice.

5. COSA SONO I PAVIMENTI IN LAMINITO E MELAMINICO?

I pavimenti in laminato non hanno nulla a che fare con i pavimenti in legno. Rispetto ai più nobili e pregiati parquet, infatti, sono dei rivestimenti di tipo decorativo che, sfruttando l’esistenza delle resine melamminiche applicate sulla loro facciavista, “sfoggiano” un aspetto molto simile a quello dei pavimenti in legno. Costruiti con materiali di supporto derivati dal legno, come truciolari, MDF o HDF, sono molto sensibili ad eventuali variazioni di umidità ambientale. La resistenza all’usura del pavimento laminato è certamente maggiore rispetto ad una superficie lignea, ma non potrà mai dirsi giustificata per un normale uso in abitazioni civili, dove sono comunque richiesti requisiti qualitativi che solo il legno, con la sua naturalità e genuinità, può offrire. Non solo: il parquet in legno è più resistente rispetto al parquet laminato e anche rispetto ad una superficie di ceramica che, urtata inavvertitamente da un corpo duro, può scheggiarsi e frantumarsi in più parti.

6. COS’E’ L’MDF?

L’MDF (Medium Density Fibreboard), conosciuto anche come Medium Density è la stuttura del parquet in laminato ossia il materiale principale con cui sono costituiti i pavimenti in laminato che poi utilizzano appunto laminato plastico o melaminico come material di finitura. Con l’acronimo MDF si intende un derivato del legno: un pannello di fibra a media densità prodotto per via secca, normalmente realizzato utilizzando un adesivo a base di urea-formaldeide. L’MDF, che è molto diffuso, fa parte della famiglia dei “Pannelli di Fibra”, famiglia che si suddivide in tre categorie distinte in base al processo impiegato e alla densità: bassa (LDF), media (MDF) e alta (HDF).

7. SE UNA POLTRONCINA DOTATA DI RUOTE LASCIA TRACCE SUL PARQUET,  È UN DIFETTO DELLA FINITURA A VERNICE?

Eventuali tracce lasciate sul parquet dalle ruote di potroncine e simili non sono assolutamente da imputare a un difetto di finitura. Tale evenienza può realizzarsi a causa dell’azione meccanica esercitata dalle ruote che, alterando la perfetta planarità del film di vernice, sviluppano piccoli solchi visibili solo in controluce. Per evitare ulteriori tracce, basterà sostituire le ruote della poltrona con apposite ruote gommate, più elastiche della vernice e quindi meno dannose. Subire variazioni nel tempo, è una peculiarità del pavimento in legno e delle sue caratteristiche fisiche: per questo deve essere usato e “vissuto” senza pregiudizi funzionali eccessivi o condizionanti.

8. IL PARQUET PUÒ’ ESSERE POSATO SU PAVIMENTAZIONI PREESISTENTI?

Il parquet non presenta problemi per la posa nel caso in cui il sottofondo preesistente sia costituito da pavimenti solidamente fissati al sottofondo come nel caso di piastrelle, ceramiche, marmo e derivati, pietra. La posa può avvenire senza controindicazioni dopo avere verificato che ci siano tutti i requisiti previsti per un perfetto sottofondo. Sono invece incompatibili alla posa di un parquet la moquette, il PVC, il linoleum: questi vanno rimossi dal fondo assieme a qualunque traccia di vecchio collante.

9. SI PUO USARE IL PARQUET SULLA CERAMICA?

La posa del parquet può tranquillamente essere effettuata direttamente su un pavimento in ceramica. È obbligatorio però eliminare prima qualunque residuo di cera, sporcizia o grasso depositati nel tempo. La loro presenza, anche se minima, potrebbe infatti impedire un incollaggio efficace del parquet. Si suggerisce poi di levigare la ceramica, in questo modo il collante avrà proprietà fissanti e aggancianti ancora maggiori.

10. PER RIDURRE I RUMORI SI POSSONO ADOTTARE ACCORGIMENTI SPECIFICI?

Nel caso in cui per la propria abitazione si decida di posare del parquet ci sono diverse strategie per ridurre i rumori che dipendono dal tipo di abitazione in esame. Nel caso si tratti di una casa nuova, e quindi ancora in fase di costruzione, è compito del progettista e del costruttore rispettare la normativa vigente in materia di abbattimento dell’inquinamento acustico. Nell’ipotesi in cui, invece, si voglia migliorare l’isolamento acustico di una casa già abitata, è da verificare caso per caso quali accorgimenti adottare (una possibilità è data dalla posa flottante che prevede uno strato di isolamento termo-acustico).

11. QUANTE LEVIGATURE SI POSSONO EFFETTUARE SU UN PREFINITO? 

Un parquet prefinito può tranquillamente tollerare 2/3 levigature, dette anche lamature. Nel caso in cui si proceda alla levigatura prima che il pavimento si sia già usurato o danneggiato, e prima quindi che siano presenti incisioni o lamature profonde, si possono effettuare fino a 3/4 levigature. Lo strato superficiale nobile del prefinito, però, non deve essere inferiore ai 2,5 mm.

12. QUANTE LEVIGATURE SI POSSONO EFFETTUARE SU UN PARQUET TRADIZIONALE?

Un parquet tradizionale può ammettere dalle 2/3 levigature in maniera del tutto simile a quanto accade per il parquet prefinito considerando il fatto che lo spessore totale di un listoncino da 14 mm MF di tradizionale ha generalmente il medesimo spessore dello strato nobile di un parquet prefinito. Si deve però considerare che la verniciatura del prefinito ha comunque una durezza e una resistenza superiore rispetto a quella effettuata durante la posa in opera di un tradizionale e quindi porre una attenzione ancora maggiore per quella che ricordiamo essere una operazione di manutenzione straordinaria che preferibilmente va effettuata da personale specializzato.

13. IL PARQUET È COMPATIBILE CON IL SISTEMA DI RISCALDAMENTO A PAVIMENTO?

Quando si parla di riscaldamento a pavimento la scelta di utilizzare il legno è quella ottimale dato che il parquet, materiale isolante per natura, impedisce che ci sia contatto diretto con il calore emesso dai pannelli radianti, permettendo così al calore di distribuirsi con modalità costante e “delicato”. Tutti i prefiniti sono idonei alla posa su impianti di riscaldamento a pavimento, perché dotati di un supporto multistrato inciso in più parti, che permette di diffondere il calore omogeneamente, su tutta la superficie.

14. IL PREFINITO È IDONEO ANCHE AL SISTEMA DI RAFFRESCAMENTO? 

Sì, il parquet prefinito può essere posato senza problemi sul massetto raffrescante, dato che il legno inibisce le variazioni di umidità e di compensazione. Tra l’altro, la normativa di riferimento è la medesima e generalmente l’impianto che riscalda è anche lo stesso che raffresca. Va aggiunto però che le tecnologie di questi impianti sono in continua evoluzione. Occorre pertanto porre particolare attenzione alla progettazione termotecnica del sistema massetto-pavimento necessario per il pavimento in legno, che dovrà rispondere ad alcune semplici regole:

  • garantire un adeguato scambio termico con l’ambiente da riscaldare, per non vanificare le economie di esercizio permesse dal sistema;
  • mantenere un adeguato microclima locale, sia in condizioni di regime variabile, sia in esercizio.

È importante poi assicurarsi sempre che l’impianto venga messo in pressione, per ovviare a qualunque problema nelle serpentine e attuare il pre-ciclo di riscaldamento/raffreddamento prima della posa.

15. PER ELIMINARE I RESIDUI DI COLLA UN POSATORE HA ERRONEAMENTE UTILIZZATO DELL’ALCOOL CREANDO DELLE ANTIESTETICHE MACCHIE LUCIDE: CHE FARE PER RIMEDIARE AL DANNO?

Una premessa importante: appena terminata la posa del parquet è assolutamente fondamentale rimuovere all’istante i residui di colla e non aspettare la fine del lavoro per farlo. La rimozione del collante, una volta catalizzato, con ripetuto strofinio della superficie, ha l’effetto di provocare degli aloni più lucidi sul pavimento in legno, causati da una reazione chimica. Anche la scelta di utilizzare l’alcool va sconsigliata. Nel caso specifico degli aloni, l’unica cosa da fare è carteggiare con cura la superficie del parquet e procedere con una nuova verniciatura del pavimento.

16. È POSSIBILE UTILIZZARE L’ALCOOL PER LA PULIZIA DEL PARQUET?

L’utilizzo dell’alcool per la pulizia del parquet tocca una questione abbastanza delicata. È molto importante utilizzare una particolare attenzione riguardo la concentrazione dell’alcool, perchè strofinare il pavimento in legno con l’alcool può aggredire la vernice del parquet rovinandola irreparabilmente. Consigliamo di utilizzare una minima concentrazione di alcool per sgrassare la superficie del pavimento, in modo da non provocare danni.

17. SI SONO DEPOSITATI DEI RESIDUI DI POLVERE BIANCA NELLE VENATURE DELLA SPAZZOLATURA: A COSA PUÒ ESSERE DOVUTO E COME SI PUÒ RISOLVERE?

Molto probabilmente il problema è da imputare alle polveri di cantiere. Anche se i lavori vengono svolti in altre aree, le polveri sottili di pitture, cartongessi e materiali simili sono volatili e si diffondono con più facilità di quanto si possa immaginare. Le polveri di gesso una volta a contatto con l’acqua si solidifica: cercando di pulire il parquet il problema viene invece inconsapevolmente aggravato. Il comportamento corretto da seguire quando ci sono lavori in casa, e c’è un’area pavimentata con parquet prefinito con finitura spazzolata è di coprire l’intera area per tutta la durata dei lavori, in modo da impedire alle polveri di depositarsi sulla superficie del pavimento in legno e sulle caratteristiche rigature tipiche di tale pavimentazione. Il problema esposto accade di frequente. La soluzione è l’utilizzo di un additivo specifico (B074) a base di olii naturali, che dovrà essere utilizzato da personale qualificato.

18. QUANTO PUÒ DURARE UN PARQUET?

In un’abitazione normale, con un numero di 4/5 persone, il parquet può durare anche più di cent’anni. Sia che si tratti di parquet tradizionale che di parquet prefinito. A tale proposito e a dimostrazione della straordinaria durata dei pavimenti in legno, va ricordato che nei palazzi storici esistono pavimenti antichi, trattati a cera e senza verniciatura, ancora accettabili.

19. IL PARQUET SI ROVINA FACILMENTE?

Un pavimento in parquet può essere molto resistente, contando che è protetto da una buona vernice, e avendo l’accortezza di viverlo e trattarlo con la dovuta cura. Cosa fare per non rovinare il parquet? Senz’altro è bene evitare l’aggressione di agenti esterni che possono graffiare la superficie del pavimento in legno come: sfregare la superficie del parquet, lasciare cadere oggetti appuntiti, lasciare depositare acqua di ristagno, e camminare con le scarpe con tacco. Anche le unghie degli animali domestici rappresentano un fattore di aggressione. Nel caso del parquet, la parte che maggiormente si usura con il passare degli anni è lo strato di finitura che pertanto va preservato con attività di pulizia accurate e regolari e una manutenzione ordinaria portata avanti nel tempo.

20. È MIGLIORE LA POSA FLOTTANTE O MEDIANTE INCOLLAGGIO?

La scelta della tipologia di posa per il proprio parquet dipende dalle condizioni di partenza dell’ambiente in cui si andrà a posare il nuovo pavimento in legno. Molto spesso la posa galleggiante o flottante del parquet viene scelta nel caso in cui ci sia il desiderio di non intaccare il pavimento sottostante o comunque non lo si voglia intaccare. D’altro canto la scelta della posa incollata del parquet dà sicuramente una maggiore garanzia di stabilità nel tempo. Le tavole di legno, infatti, sono fissate e incollate. Nella posa flottante, invece, le tavole di parquet sono semplicemente appoggiate, e non avendo alcun aggancio o costrizione, al variare della temperatura, ma soprattutto dell’umidità ambientale, sono più soggette a deformazioni o fessurazioni.

21. C’È UN’AMMACCATURA SUL PARQUET: COSA FARE?

Nel caso in cui si tratti di parquet prefinito, è possibile sostituire solo la tavola danneggiata. Se si tratta invece di un parquet tradizionale ammaccato si dovrà procedere effettuando una levigatura dell’intera superficie del pavimento, non limitandosi solo alla parte ammaccata. Il ripristino localizzato e su un unico pezzo tramite levigatura è possibile solo nel caso in cui il parquet sia rifinito a olio. Nella finitura a vernice, infatti, è obbligatorio trattare e riverniciare tutta la stanza.

22. QUALI CAUTELE ADOTTARE PER IL MANTENIMENTO DEL PARQUET? VANNO BENE I PRODOTTI ACQUISTATI AL SUPERMERCATO?

Per una manutenzione ottimale del parquet se ne raccomanda una pulizia costante. Le linee guida per la manutenzione ordinaria sono indicate nella FAQ relativa. Per ravvivare adeguatamente la vernice è poi importante impiegare i prodotti ceranti appropriati, consigliati e venduti direttamente dal produttore. Per quanto riguarda invece, la necessità di effettuare una manutenzione più importante rispetto all’ordinaria pulizia, raccomandiamo estrema cautela nella scelta e nell’utilizzo di prodotti per evitare di danneggiare il parquet e non correre il rischio di togliere al legno il suo aspetto naturale.


Kerakoll Color Collection

Color Collection, la nuova collezione di superfici e colori Kerakoll in 150 tonalità.


Mobili lavanderia

I mobili lavanderia hanno il compito di caratterizzare lo spazio e di renderlo accogliente, funzionale e pratico grazie al design di prodotti capaci di combinare praticità ed estetica. Arredare una stanza di questo tipo nel miglior modo possibile permette di sfruttare al massimo lo spazio. Per una soluzione che si sviluppa in verticale e sfrutta l’altezza, si può pensare ad un modello di mobile lavanderia a colonna, magari corredato di cassetti. Se, invece, la volontà è quella di comporre uno spazio personalizzato in grado di rispondere a qualsiasi esigenza, è il caso di pensare a mobili per lavanderia componibili, magari con ruote, per modificare l’ambiente ogni qualvolta se ne senta il bisogno. Nella scelta di un arredo bagno lavanderia è importante tenere conto, poi, oltre che dello spazio a disposizione, anche del materiale. Solitamente sono mobili lavanderia in legno ad essere tra i preferiti per allestire uno spazio lavanderia all’interno del bagno.L’area lavanderia dev’essere funzionale, ma non si deve dimenticare l’estetica. Ad esempio, se posizionato all’esterno, il lavatoio può diventare un vero e proprio oggetto di design, con decorazioni in pietra che lo rendono adatto all’ambiente circostante. Se, invece, i mobili lavanderia vengono collocati all’interno si può optare per modelli con lavabo o pilozza integrata, con ante decorate e in tema con l’arredo: la scelta solitamente ricade su mobili lavanderia in stile moderno, capaci di arricchire uno spazio della casa il più delle volte sottovalutato

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Bonus facciate in Legge di Bilancio, detrazioni fino al 90%

Bonus facciata confermato nella Legge di Bilancio 2020. La misura a favore della ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici servirà a dare un nuovo volto a molte città italiane, dove a causa dei costi elevati spesso i proprietari rinunciano a terminare o intraprendere i lavori.

Il bonus facciata non è l’unica misura fiscale a favore della casa, sono stati confermati anche Sismabonus, Ecobonus e altre importanti detrazioni per la ristrutturazione degli immobili e l’acquisto di elettrodomestici.Il bonus, inoltre, sarà cumulabile con gli incentivi previsti per il risparmio energetico, cosa che permetterà ai privati di beneficiare sia della detrazione del 90% per il rifacimento esterno dell’edificio sia della detrazione del 65% delle spese per l’efficientamento energetico.



DIAMO IL BENVENUTO TRA I NOSTRI MARCHI A “CALEIDO-RADIATORI”

Caleido ci offre una collezione di radiatori protagonisti dello spazio, attraverso un’avanzata progettazione, tecniche all’avanguardia e la collaborazione con prestigiosi architetti e designer.



Marazzi riscopre l’autenticità della ceramica

La nuova ricerca di Marazzi sull’artigianato industriale riscopre l’autenticità della ceramica: Crogiolo rappresenta un ritorno ai sensi e al segno dell’uomo, a quella cura e attenzione proprie del lavoro artigianale, capace di far vibrare gli spazi e di donare un senso di avvolgente accoglienza, al di sopra delle tendenze.

Il nome Crogiolo è particolarmente significativo per la storia di Marazzi: identifica l’edificio industriale dove l’azienda è nata, negli anni ’30, tra la ferrovia e il canale di Modena, e il luogo dove, negli anni ’80, venne creato il laboratorio di ricerca e sperimentazione ‘Il Crogiolo’, in cui architetti, designer, artisti e fotografi vennero chiamati a interpretare liberamente il prodotto ceramico dando vita, in una intensa stagione di pura ricerca, alle ‘Sperimentazioni’ Marazzi, piastrelle d’autore firmate da Roger Capron, Amleto Dalla Costa, Original Designers, Saruka Nagasawa, Robert Gligorov, con le fotografie di Luigi Ghirri, Cuchi White e Charles Traub.

I quaderni ‘Il Crogiolo’ documentano la storia del marchio e 112 progetti tra nuove applicazioni e tecniche decorative, con illustrazioni, schizzi originali, fotografie, commenti dei designer e dei ceramisti che ancora oggi rappresentano fonte di ispirazione per la ricerca dell’azienda.

Partendo da questo spirito nascono le nuove collezioni Crogiolo: D_Segni BlendScenarioLume Zellige, che si affiancano a D_Segni, D_Segni Scaglie e Colore, in un connubio perfetto tra l’amore per “il fatto a mano” e per la ceramica autentica e la continua attività di ricerca che contraddistinguono Marazzi da oltre ottant’anni.

Lume reinterpreta in gres i mattoncini maiolicati fatti a mano, densi di smalto, lucidissimi e imperfetti: aloni, irregolarità, puntinature, variazioni cromatiche e grafiche rendono praticamente unico ogni pezzo e le relative composizioni a parete. L’inedito formato 6×24 cm insieme ai bordi drittissimi che consentono una posa quasi priva di fughe

Zellige è la traduzione in 10×10 cm delle tipiche piastrelle marocchine in terracotta smaltata lucidissima da cui prende il nome.La tecnologia produttiva ha permesso di realizzare industrialmente un prodotto che mantiene le imperfezioni e le irregolarità delle maioliche fatte a mano in molteplici texture e tonalità all’interno di ognuno dei 12 colori della collezione: Turchese, Salvia, Bosco, Cielo, Petrolio, China, Lana, Argilla, Cammello, Corallo, Gesso e Carbone.



TRIPLEZERO VOLTECO

I tre zero che proteggono la casa dall’umidità di risalita: zero umidità, zero tossicità, zero problemi.
Stop ai problemi di…
Umidità di risalita nei muri
Aria malsana negli ambienti abitativi in genere
Deterioramento delle murature



Come pulire le rubinetterie

Raccomandazioni e consigli per mantenere puliti e lucidi nel tempo i rubinetti e i soffioni doccia

Pulire la superficie dei rubinetti (siano essere cromate, in finitura dorata o verniciata) quotidianamente ed esclusivamente con un panno morbido ed acqua. Raccomandiamo inoltre di non rimandare mai l’asciugatura di eventuali gocce di acqua sul prodotto, che potrebbero portare alla formazione di depositi di calcare difficilmente rimovibili.Qualora si depositasse del calcare sulle rubinetterie, in alternativa alla sola acqua, è possibile pulire le superfici con acqua e sapone oppure con detergenti delicati. Raccomandiamo però di non spruzzare detergenti direttamente sui miscelatori o sulle docce, ma su un panno morbido, utilizzando poi quest’ultimo per pulire le superfici interessate. Sciacquare infine i miscelatori e le docce dopo la pulizia con acqua pulita, avendo poi cura di asciugare con attenzione.

Cosa non fare

Raccomandiamo vivamente di non utilizzare mai detersivi, abrasivi, solventi, agenti chimici, sostanze a base di acido muriatico, ammoniaca, acetone, candeggina, acidi di uso domestico, disinfettanti vari, paglie e/o spugne ruvide e/o metalliche che potrebbero rovinare irreparabilmente la superficie delle rubinetterie.

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Nel caso di soffioni e colonne doccia, consigliamo un utilizzo frequente (almeno una volta ogni 5 giorni) per prevenire la formazione del calcare. Un utilizzo molto saltuario favorisce infatti tale sedimentazione e il seguente manifestarsi di malfunzionamenti e sprizzi di acqua anomali. Periodicamente consigliamo inoltre di premere leggermente sugli ugelli in silicone per liberarli dalla formazione di calcare al loro interno



Il GreenBuilding è lo stile costruttivo ecocompatibile orientato al benessere indoor. Per raggiungerlo si deve prestare attenzione a come si vive e a come vengono costruiti i luoghi dell’abitare, dalla traspirabilità dei muri all’isolamento dell’edificio, dall’inquinamento chimico alla salubrità dell’ambiente indoor: il benessere psico-fisico del GreenBuilding passa necessariamente dal miglioramento di questi fattori al momento della progettazione.Un gamma di prodotti ecocompatibili completa ed innovativa per una nuova filosofia costruttiva in forte crescita che offre notevoli vantaggi per la salvaguardia dell’ambiente, per la salute e il benessere delle persone ed economici grazie a una maggiore efficienza energetica.

I vantaggi per la salute delle persone che vivono all’interno degli edifici sono conseguenti alla progettazione eco-sostenibile e alla qualità dei materiali Kerakoll:

  • migliorano l’aria negli ambienti confinati
  • limitano le patologie derivanti dalla Sindrome dell’Edificio Malato (SBS)
  • evitano la proliferazione di muffe, funghi e batteri
  • garantiscono la salubrità degli ambienti domestici
  • accrescono il comfort e la qualità della vita


GeoCalce F Antisismico è una geomalta con classe di resistenza M15 e R1 per interventi su murature altamente traspiranti e manufatti in calcestruzzo. Specifica come matrice minerale da accoppiare a tessuti di acciaio galvanizzato GeoSteel, reti di basalto-acciaio inox GeoSteel Grid e barre elicoidali in acciaio inox Steel DryFix® nei sistemi certificati di rinforzo strutturale, miglioramento e adeguamento sismico.


GeoLite è una geomalta tixotropica per passivare, ripristinare, rasare e proteggere strutture in calcestruzzo armato quali travi, pilastri, solette, frontalini, rampe, facciavista, elementi decorativi, cornicioni e opere infrastrutturali quali ponti, viadotti, gallerie e canali idraulici. Idoneo come matrice inorganica minerale nei sistemi di rinforzo compositi della linea GeoSteel.



Sempre alla ricerca di nuove soluzioni,per arricchire i vostri ambienti, con la nuova Carta da Parati





Da Kerakoll un manuale tecnico sul CONSOLIDAMENTO, RINFORZO STRUTTURALE E SICUREZZA SISMICA

Il Manuale Tecnico riporta tutte le fasi operative e i disegni di dettaglio progettuale utili per l’elaborazione finale del progetto.

Il Manuale Tecnico è frutto dell’esperienza degli ingegneri Kerakoll, in collaborazione con Asdea, nella progettazione e nelle tecniche di cantiere per il rinforzo e adeguamento sismico delle strutture esistenti e rappresenta un’utile guida pratica dedicata al progettista e direzione lavori per poter progettare e dirigere il cantiere nella realizzazione dei rinforzi e trasferire cosi in modo efficace il calcolo teorico alla struttura.
Il moderno approccio, riconosciuto dall’ultima normativa sismica del 2012 e sostenuto anche da recenti osservazioni sul campo in occasione del sisma Umbria-Marche 1997, introduce il concetto di miglioramento e adeguamento antisismico dell’edificio con interventi di rinforzo efficaci e, allo stesso tempo, realizzati nel rispetto dell’identità statica e architettonica del manufatto.
Nella scelta degli interventi deve essere posta particolare attenzione ai principi della conservazione del rispetto del disegno architettonico oltre che dell’origine e della natura dei materiali da costruzione.
Pertanto le tecniche di rinforzo strutturale non devono essere finalizzate solo al raggiungimento di un appropriato livello di sicurezza, ma devono anche garantire compatibilità e durabilità, integrazione e non trasformazione della costruzione, rispetto delle tecniche costruttive originarie garantendo reversibilità e, se possibile, ridotta invasività dell’intervento.
Il nuovo approccio di Kerakoll al rinforzo strutturale e antisismico è basato sull’impiego di Geomalte minerali e naturali a base di Geolegante e calce naturale NHL associate a tessuti GeoSteel in acciaio perlitico galvanizzato a elevatissima resistenza e tenacità. Questi sistemi rispettano pienamente le nuove concezioni progettuali e le indicazioni normative vigenti, proponendo sistemi moderni, innovativi, semplici da realizzare, meno onerosi e più rapidi, totalmente ecosostenibili, rispettosi della salute degli operatori e dell’ambiente.

AQUAZERO di Cemtech è una lastra in cemento portand, alleggerita con inerti minerali e fibrorinforzata mediante rete in fibra di vetro su entrambi i lati. La flessibilità e la leggerezza della lastra consente l’applicazione su qualsiasi forma, lasciando massimo spazio alla creatività dei progettisti. L’utilizzo di questo elemento, congiuntamente al sistema di parete ventilata, garantisce tempi rapidi nella realizzazione dell’involucro esterno, pulizia del cantiere, minor consumo di acqua e di energia e riduzione dei costi di movimentazione e stoccaggio.

Il sistema AQUAZERO può essere utilizzato sia in fase di nuova costruzione che di ristrutturazione nei seguenti casi:

Pareti e controsoffitti sia all’esterno che all’interno di edifici pubblici, edifici residenziali, stabilimenti industriali, edifici commerciali

Tramezzature, contropareti e controsoffitti in ambienti ad elevatissima umidità come piscine, spa, centri benessere.

Grazie alla loro robustezza possono essere utilizzate all’interno delle abitazioni in tutte le applicazioni e in tutti gli ambienti: pareti, soffitti, pavimenti a secco.

Rivestimenti di tunnel, gallerie, piani piloti, realizzazione di recinzioni, balconi.



Bonus ristrutturazioni 2018

Bonus ristrutturazioni 2018: come funziona la detrazione del 50% e chi può richiederla?

Per i lavori in casa effettuati a partire dal 1° gennaio 2018 sarà possibile beneficiare della detrazione Irpef, per un importo pari al 50 per cento delle spese sostenute ed entro il limite di 96.000 euro di spesa.

Bonus ristrutturazioni 2018, come funziona la detrazione fiscale del 50%

La proroga del bonus ristrutturazioni è una delle misure contenute nel testo ufficiale di Legge di Bilancio 2018, in vigore dal 1° gennaio 2018.

Anche per i lavori avviati a partire dal 1° gennaio 2018 e fino al prossimo 31 dicembre sarà possibile beneficiare della detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute ed entro il limite di 96.000 euro di spesa.

A partire dal 1° gennaio 2019 il bonus per lavori di ristrutturazione edilizia tornerà alla misura originaria prevista dall’art. 16-bis del TUIR: la norma originaria prevede una detrazione Irpef pari al 36% delle spese sostenute, fino al limite di 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare.

Con il decreto legge n. 83/2012 è stato, per la prima volta, portato al 50% il bonus ristrutturazioni e a 96.000 euro il tetto di spesa agevolata, seguito da numerose proroghe, ad ultimo quella prevista dalla Legge di Bilancio 2018.

Vediamo di seguito quali sono i lavori per cui spetta il bonus ristrutturazioni nel 2018 e quali gli altri bonus per lavori in casa prorogati con la Legge di Bilancio.

Bonus ristrutturazioni 2018: per quali lavori spetta

In base a quanto già previsto nella guida dell’Agenzia delle Entrate, il bonus ristrutturazioni 2018 spetta per:

  • lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, cioè su condomini (interventi indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001);
  • interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze (interventi elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001).

Alcuni esempi di lavori di manutenzione ordinaria per cui è riconosciuto il bonus ristrutturazioni sono i seguenti:

  • installazione di ascensori e scale di sicurezza
  • realizzazione e miglioramento dei servizi igienici
  • sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso
  • rifacimento di scale e rampe
  • interventi finalizzati al risparmio energetico
  • recinzione dell’area privata
  • costruzione di scale interne.

  • Chi ha diritto al bonus ristrutturazioni 2018

    Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, residenti o non residenti in Italia.

    La detrazione del 50% sull’Irpef può essere richiesta non solo dal proprietario ma anche dai seguenti soggetti che sostengono le spese:

    • proprietari o nudi proprietari;
    • titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
    • locatari o comodatari;
    • soci di cooperative divise e indivise;
    • imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce;
    • soggetti che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.

    Se è stato stipulato un contratto preliminare di vendita – compromesso – chi ha comprato l’immobile può usufruire del bonus se:

    • è stato immesso nel possesso dell’immobile;
    • esegue i lavori di ristrutturazione a proprio carico;
    • è stato regolarmente registrato il compromesso.

    L’agevolazione fiscale sui lavori di ristrutturazione può essere richiesta anche a chi esegue lavori in proprio sull’immobile ma soltanto per le spese sostenute per l’acquisto del materiale.

    Come pagare

    Il bonus ristrutturazioni prevede specifiche regole in merito al pagamento dei lavori. Sarà necessario utilizzare un bonifico bancario o postale, all’interno del quale dovranno essere indicati i seguenti dati:

    • causale del versamento: Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986;
    • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
    • codice fiscale o Partita Iva del beneficiario del pagamento.

    Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto anche se i lavori sono stati pagati con un finanziamento. In questo caso la società finanziaria dovrà pagare tramite bonifico, seguendo tutte le indicazioni per la compilazione (indicando il CF del soggetto per il quale si effettua il pagamento) e il titolare dell’agevolazione fiscale dovrà conservare la ricevuta del bonifico.



Sono sempre più accattivanti le proposte per un bagno da sogno: doppio lavabo, spa con doccia multifunzione e sauna, vasca idromassaggio e perfino palestra. La maggior parte delle volte però dobbiamo fare i conti con metrature ridotte e poche possibilità di intervenire a livello murario. Un bagno piccolo può quindi rappresentare una vera sfida, ma adottando alcuni accorgimenti progettuali si può riuscire a rendere la stanza visivamente più spaziosa senza rinunciare al comfort.

Innanzitutto utilizziamo colori chiari sia nel caso in cui le pareti vengano rivestite da piastrelle sia per la tinteggiatura. Per dare un tocco di luminosità in più applichiamo in alcune aree ben studiate del mosaico o decori lucidi, ad esempio nella zona lavabo o nella doccia. Per quanto riguarda la posa delle piastrelle è meglio quella orizzontale per allargare visivamente la stanza. Anche la resina è molto indicata, non avendo fughe farà infatti sembrare il bagno più grande. Perfetta da applicare direttamente sulle pareti o sulle vecchie piastrelle per rifare il look ad un bagno ormai datato, rendendolo luminoso, materico e attuale.
Utilizziamo invece la carta da parati per un effetto altamente decorativo, purché sempre di tonalità chiare e luminose e di tipologia adatta agli ambienti umidi.

Per quanto riguarda l’arredo optiamo per sanitari e mobili sospesi. Sfruttare lo spazio in altezza per il mobile lavabo e attraverso mensole e piccoli pensili non molto profondi, farà sembrare l’arredo più leggero e l’ambiente più ampio, inoltre ci agevolerà nella pulizia del pavimento.

Per spazi davvero mini preferiamo elementi dalle misure ridotte e intelligenti, come i sanitari compatti (dai 5 ai 7 centimetri circa in meno dei tradizionali) o un lavamani con mobile contenitore al posto di un classico lavabo. Lo spazio di movimento che recupereremo darà una maggiore sensazione di ampiezza. In ogni caso non esageriamo con la quantità di arredi e complementi, collochiamo solo quelli strettamente necessari o rischieremo l’effetto troppo pieno con un risultato opposto a quanto desiderato. Non dimentichiamo gli specchi, preziosi alleati nel creare l’illusione di uno spazio più ampio. Applichiamone uno di grandi dimensioni nella parete del lavabo, anche a copertura di un’intera porzione in modo da riflettere e amplificare lo spazio e la luce.

Se il bagno si trova in un immobile datato molto probabilmente sarà provvisto della classica vasca rettangolare; sostituiamola con una doccia dalle dimensioni più contenute e recupereremo spazio funzionale e visivo. Scegliamo poi un box doccia molto leggero, con vetro trasparente e telaio sottile. Meglio se il piatto doccia rimane a filo pavimento per dare continuità a quest’ultimo. Fatto questo possiamo spaziare nella scelta della colonna doccia anche tra quelle più accessoriate.

Se invece non vogliamo rinunciare alla vasca, e lo spazio ce lo consente, optiamo per un modello compatto ad angolo che funga anche da doccia.

Non va sottovalutata l’illuminazione. Una stanza buia sembrerà angusta e piccola. Studiamo quindi l’illuminazione generale che può essere costituita da una bella sospensione, purché con il corretto grado di luminosità, o da faretti incassati in un controsoffitto e direzionabili in modo che ogni angolo del bagno sia in piena luce. Predisponiamo poi la giusta illuminazione nella zona lavabo con applique a parete o integrata nello specchio. Infine, per i momenti di relax applichiamo un regolatore di intensità.



Se stiamo pensando di ristrutturare il bagno non possiamo certo scegliere i primi accessori che ci capitano, il bagno infatti è la stanza in cui ci prendiamo cura di noi stessi e va arredata con molta cura. Se non intendiamo fare una ristrutturazione completa, ma cambiare semplicemente i sanitari, magari dobbiamo adattarci per via degli scarichi, e degli attacchi dell’acqua, ma possiamo comunque avere un bagno di design. L’importante è ottenere un bagno che si adatti allo stile del resto della casa e con accessori moderni e tecnologici.

Sanitari che arredano

Per quanto riguarda la scelta degli accessori, ne esistono veramente di tutti i tipi, dai più moderni ai più tecnologici. Cosa c’è di più piacevole in una giornata di caldo estivo, o tornando a casa dopo il lavoro, di una bella doccia rigenerante. Possiamo trovare docce classiche o moderne, con la possibilità di avere anche funzioni quali; aromaterapia e cromoterapia. E per un relax ancora più completo c’è la possibilità di poter ascoltare la nostra musica preferita. Ma, dato che non siamo tutti uguali, magari qualcuno preferisce fare un bel bagno rilassante. Chi non sogna una vasca che si riempie da sola a un dato orario con la temperatura dell’acqua che più preferiamo? Beh forse non è solo un sogno. Ci sono poi il wc e il bidet da poter scegliere tra tanti modelli, i classici da appoggio o i più moderni sospesi, con forma arrotondata o squadrata tra tra i quali troveremo sicuramente quello che si adatta di più allo stile del nostro bagno. Ultimo, ma non certo per importanza, c’e il lavabo. Anche in questo caso non c’è che l’imbrazzo della scelta. Da appoggio, da incasso, rotondi, quadrati, insomma davvero di tutti i tipi, e anche qui la possibilità di avere a disposizione la tecnologia di ultima generazione.

Stile e qualità

Gli stili con cui arredare il nostro bagno vanno di pari passo con quelli che si usano per tutto il resto della casa, meglio restare più o meno sulla stessa linea per rendere l’ambiente uniforme e gradevole. Se ad esempio abbiamo un arredamento in stile vintage, un bagno troppo moderno stonerebbe un pò. Da non dimenticare l’illuminazione giusta, infatti deve sapersi adattare alle numerose necessità di un bagno, dalla più soffusa e delicata per una doccia o un bagno rilassante, a quella un pò più forte per altre necessità quotidiane come ad esempio il make-up. E come fare a meno di uno specchio, anche questi presenti in più stili per soddisfare ogni esigenza. Un altra cosa molto importante da tenere in considerazione è la qualità dei materiali. Come in tutte le cose se vogliamo che il nostro bagno duri nel tempo, è importante che scegliamo materiali di prima qualità. 

Accessori utili e di tendenza

In commercio esistono molti accessori fondamentali per attrezzare il nostro bagno in modo adeguato, e capaci di renderlo più bello esteticamente e sopratutto più funzionale. Questi accessori sono necessari in ogni bagno e sono; porta asciugamani, porta rotolo, scopini, porta spazzolini, portasapone e vari tipi di mensole porta tutto da mettere nella doccia o nella vasca. Si possono trovare in diversi materiali, che vanno dall’moderno acciaio al classico vetro, e addirittura in materiali come l’arenaria e il bamboo. Bisogna solo decidere quale stile si adatta di più al nostro bagno, per il resto ci sarà comunque l’imbarazzo della scelta. Se abbiamo un bagno un pò monocromatico, magari tutto bianco, possiamo rallegrarlo un pò con gli accessori colorati o effetto mosaico, che sapranno dare una sferzata di energia anche al bagno più anonimo. Se invece vogliamo stare sul classico possiamo optare per colori pastello o un delicato effetto marmo, in questo caso daremo un tocco di eleganza. Per gli amanti del natural ci sono accessori in bamboo o in vari tipi di pietre naturali, e infine per chi non vuole rinunciare a uno stile super moderno troviamo l’acciaio. Quest’ultimo può avere linee più squadrate o più morbide a seconda dei gusti, e naturalmente, nessuno ci vieta di mischiare un pò i vari stili per crearne uno su misura per noi. Non dimentichiamoci dei più giovani, se hanno un loro bagno personale, possono sbizzarrirsi con accessori ancora più particolari come ad esempio: scopini a forma di fiore, porta spazzolini robot o omino, porta asciugamani a cuore e specchi a forma di nuvola. Insomma un bagno divertente e colorato, dove imparare a prendersi cura della loro igiene personale diventa un gioco.

Non solo design

Naturalmente il bagno deve essere funzionale per tutti, sopratutto per le persone diversamente abili e gli anziani. Per loro è spesso necessario adeguare il bagno con accessori creati appositamente per la loro esigenze. Tra questi possiamo trovare, oltre ai classici vasi che tutti noi conosciamo bene, molte soluzioni per rendere più facile e sicuro il bagno anche per loro. Esistono infatti dei maniglioni fissi o retrattili da applicare nella zona water- bidet, dei seggiolini o sedute per la doccia e dei corrimano, sia orizzontali che verticali, continui ed estensibili, studiati per la loro sicurezza. Anche per il lavabo e la specchiera c’e la possibilità di essere adattati ad ogni esigenza. Visita ora il sito di Ceramica Globo e scopri nuove idee per arredare con gusto e stile il tuo bagno! Troverai sicuramente i migliori accessori per creare il bagno dei tuoi sogni.



 

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GRANDE DIVENTA PIU’ GRANDE

Lastre fino a 162×324 cm e nuove superfici per la collezione Grande di Marazzi

Nuove superfici, nuove dimensioni, nuovo spessore: la collezione di lastre in gres porcellanato Grande di Marazzi diventa più grande per ampliare le possibilità di progettazione e personalizzazione attraverso materie straordinariamente duttili, versatili e resistenti.

Due nuovi formati160×320 cm rettificato in 6 mm162×324 cm in 12 mm,vanno ad aggiungersi ai già esistenti 120×120 cm e 120×240 cm in 6 mm di spessore.

Questa varietà di lastre dalle dimensioni extra-large permette di aprire la strada a inedite opportunità compositive per creare effetti di continuità o discontinuità visiva,su superfici piane orizzontali e verticali, elementi d’arredo, top bagno e cucina, piani lavoro, facciate architettoniche, soluzioni indoor e outdoor e una gamma sempre più ricca di opzioni tailor made.

Alla leggerezza del 6 mm, Grande 2018 affianca la solidità delle lastre in 12 mm, progettate per far scorrere la materia su superfici come top cucina e bagnoback-splashtavolielementi d’arredo e facciate esterne.

L’esplorazione del tema della continuità della materia per la collezione di lastre in gres porcellanato Grande 2018 sviluppa oggi nuove finiture per permettere una maggiore libertà progettuale, tanto da diventare quasi una seconda pelle studiata per rivestire ogni tipo di superficie senza limiti di continuità.



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